venerdì 20 ottobre 2017

Quel legame tra antidepressivi in gravidanza e rischio di disturbi psichiatrici nel nascituro

Картинки по запросу antidepressivi in gravidanza        L’ultimo studio a indagare gli  effetti degli antidepressivi assunti in gravidanza sulla salute mentale dei nascituri, pubblicato sul British Medical Journal, è un invito alla prudenza più che una messa al bando degli psicofarmaci. Tanto che gli autori suggeriscono ai medici di valutare, caso per caso, se prescrivere o meno i medicinali alle donne incinte. Perché è vero che la ricerca di cui stiamo parlando ha individuato un’associazione tra l’uso di antidepressivi in gravidanza e il rischio di disturbi psichiatrici nei bambini, ma è anche vero che il legame potrebbe dipendere dalla malattia stessa più che dai medicinali.

        La questione resta dunque ancora da chiarire. Ma procediamo con ordine.

LO STUDIO
        Un team internazionale guidato da Xiaoqin Liu della Aarhus University in Danimarca ha analizzato i dati di 905.383 bambini nati tra il 1998 e il 2012 in Danimarca e ne ha seguito la crescita per 15 anni.

        I bambini sono stati divisi in quattro gruppi in base al consumo di antidepressivi delle madri nei due anni precedenti alla gravidanza e durante il periodo di gestazione. Il primo gruppo comprendeva i bambini che non sono mai stati esposti, il secondo i bambini nati da madri che avevano assunto i farmaci prima di restare incinte e poi li avevano sospesi nei 9 mesi di gravidanza, il terzo gruppo era composto da bambini esposti ai farmaci in modo continuativo con madri in terapia sia prima che durante la gravidanza e, infine, il quarto gruppo era formato da bambini le cui mamme avevano iniziato ad assumere antidepressivi quando avevano il pancione, per curare i sintomi depressivi insorti con la gravidanza.

        In totale, i ricercatori hanno osservato la presenza di disturbi psichiatrici in 32.400 bambini. Dal confronto tra i diversi gruppi emerge che i bambini esposti in qualche misura agli psicofarmaci all’interno dell’utero materno avevano un rischio maggiore di andare incontro a disturbi psichiatrici rispetto ai bambini le cui madri non avevano mai assunto alcun antidepressivo.

        In particolare, nei 15 anni di osservazione la probabilità di disturbi psichiatrici era del’11 per cento tra i figli di donne che avevano usato psicofarmaci prima della gravidanza, del 13,6 per cento nei bambini esposti solamente durante la gravidanza e del 14,5 per cento nei bambini nati da donne che anche in gravidanza avevano proseguito la terapia farmacologica precedente.

        Tra i bambini le cui madri non avevano mai assunto antidepressivi, la percentuale di rischio di disturbi psichiatrici scende all’8 per cento.

I FARMACI O LA MALATTIA?
        «Queste associazioni potrebbero essere attribuite - spiegano gli autori - alla presenza di una malattia materna grave in combinazione con l’esposizione nell’utero agli antidepressivi. Perché le madri con sintomi gravi generalmente tendono a proseguire la terapia durante la gravidanza».

        Questa ricerca, per stessa ammissione degli autori, ha alcuni limiti: si tratta di uno studio osservazionale che evidenzia un’associazione tra due fenomeni senza però poter ricavare un legame certo di causa ed effetto. Ma ha anche dei punti di forza: il numero di persone coinvolte e la durata del periodo di osservazione rendono i risultati degni di essere presi in considerazione e approfonditi. 

        «Gli studi osservazionali - spiega Hedvig Nordeng dell’Università di Oslo, autore di un editoriale di accompagnamento allo studio - con tutti i loro limiti, sono un necessario pezzo del puzzle. Ma hanno bisogno di essere sostenuti da altri dati provenienti da ricerche di diverso tipo, tra cui esami di laboratorio, studi su animali, studi genetici per ottenere un quadro più completo dei meccanismi attraverso i quali i farmaci possono agire sullo sviluppo del feto».

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