La pressione arteriosa, quindi, si distingue in:
- pressione sistolica (o “massima”), durante la contrazione o sistole ventricolare;
- pressione diastolica (o “minima”), durante il rilassamento o diastole ventricolare.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stabilito i seguenti valori per un soggetto adulto di età compresa tra i 20 e i 60 anni: per rientrare nella norma, la pressione arteriosa deve essere inferiore a 140/90.
Valori pressori inferiori a 120/80 sono da considerarsi ottimali, purché la pressione arteriosa massima sia superiore a 100, altrimenti si ha ipotensione.
Invece quando la pressione arteriosa è superiore a 140/90 si ha l’ipertensione, che può essere lieve, moderata o grave.
La misurazione della pressione sanguigna eseguita in tutte le sedute ostetriche, è un controllo necessario per valutare il corretto decorso fisiologico della gravidanza.
Durante la gestazione, la P.A. risulta generalmente più bassa a causa dell’influenza dell’ormone Progesterone che esercita un effetto rilassante sulle pareti dei vasi sanguigni, riducendo le resistenze periferiche.
Come effetto dell’ipotensione possono essere frequenti situazioni di capogiro, mal di testa e affaticamento soprattutto nel primo e nel secondo trimestre e quando si assumo posizioni erette o supine per lungo tempo.
I valori pressori tendono a tornare alla normalità nel terzo trimestre di gravidanza.
Molte donne sperimentano, in prossimità del termine della gravidanza, edemi alle gambe per l’effetto combinato del progesterone e dell’ostacolo al ritorno venoso dovuto al peso dell’utero gravido e della forza di gravità. Gli edemi sono accentuati nelle donne con problemi ipertensivi e aumentano in maniera proporzionale all’età della gestante. Inoltre il gonfiore sembra essere più accentuato nell’arto dal lato in cui è impiantata la placenta.
La tendenza a sviluppare edemi è influenzata anche dalla concentrazione delle proteine plasmatiche: un incremento del volume del plasma non è sempre seguito da un aumento della sintesi di proteine e questo determina una diminuzione della pressione colloidale che, unita all’aumento della pressione venosa, porta ad un aumento della perdita di liquidi dai capillari e allo sviluppo dei gonfiori alle gambe.
La necessità di un monitoraggio costante è più evidente nelle donne con ipertensione pregressa e nelle gestanti con familiarità positiva alla patologia o con storia di preeclampsia. Allo stesso modo una particolare attenzione va posta in presenza di patologie materne quali quelle renali, cardiocircolatorie, edemi importanti e disturbi visivi accompagnati da cefalea.
La misurazione può essere effettuata dal proprio medico, in farmacia, a domicilio in condizioni di assoluta tranquillità.
E’ importante prendere consapevolezza che una vita tranquilla, abitudini alimentari e stile di vita sano e il controllo del peso sono la miglior forma preventiva dell’ipertensione.
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