lunedì 12 dicembre 2016

Lotus Birth, nati con la placenta

       La Lotus Birth è una pratica risalente al 1974, anno in cui l’infermiera californiana Clair Lotus Day, decise di non recidere il cordone ombelicale di suo figlio. Essa sosteneva di avere una dote: poteva vedere un’aura attorno alle persone; tale aura era più vibrante ed integra nelle persone che non avevano ancora subito il taglio del cordone.

       La procedura Lotus Birth lascia dunque il neonato collegato alla placenta per qualche giorno, fino al suo distacco spontaneo: in questi giorni la placenta viene lavata e conservata in un apposito sacchetto, meglio se con aggiunta di olio profumato per il cattivo odore e se cosparsa di sale grosso per favorirne l’essiccamento. Ovviamente viene trasportata sempre con il neonato.

       Come è facilmente intuibile, tale pratica è molto scomoda e ostacola non poco la relazione tra genitori e figli. Inoltre non vi è alcun fondamento scientifico a sostegno delle tesi esposte dai sostenitori del Lotus Birth ed elencate nel sito ufficiale, che sono le seguenti:

– miglioramenti nell’armonia fisica e stabilità metabolica;
– conservazione delle energie, che non vengono perse dai bambini nel tentativo di stabilizzare il proprio sistema nelle prime ore dopo la nascita;
– i bambini non subiscono violenza e stress;
– la Lotus Birth darebbe ai bambini gli strumenti di una lunga vita.

       “Il cordone ombelicale, dopo che ha smesso di pulsare, non agisce più da condotto se non per un trasferimento energetico” spiegano i sostenitori. Affermazioni mistiche e suadenti contro le quali si scaglia anche il Royal College of Obstetricians and Gynaecologists (autorevolissimo ente britannico in materia di ostetricia) che sottolinea anzi la pericolosità di questa scelta, raccomandando un’attenta sorveglianza dei neonati sottoposti alla Lotus Birth.

       La placenta, rimanendo attaccata, è infatti un possibile terreno di crescita di germi e potrebbe infettarsi, anche se non ci sono ancora studi scientifici che quantifichino questo rischio infettivo. Certo è che dal momento in cui la placenta si stacca dal punto di inserzione nell’utero, perde la sua funzione poiché cessa la pulsatilità, cioè le contrazioni regolari che rendono possibile lo scorrere del sangue. Sangue preziosissimo per il neonato nei primi minuti dopo la nascita: è dunque sconsigliatissimo praticare il taglio precoce del cordone. Quando però questo smette di pulsare e collassa, non c’è più movimento di sangue tra i due distretti, né quindi passaggio delle sostanze che veicola: la placenta rimane ancora ricca di sangue, ma è un sangue non utilizzabile.

       Dunque non si ha alcun vantaggio dal Lotus Birth.

Fonte http://www.lastampa.it/2016/10/14/societa/mamme/gravidanza-e-parto/lotus-birth-nati-con-la-placenta-bhxuEjT23sU4PPFKQnW2XJ/pagina.html

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