lunedì 24 dicembre 2018

Malattie reumatiche “nemiche” della gravidanza? Una donna su 2 le teme

Malattie reumatiche “nemiche” della gravidanza? Una donna su 2 le teme        Paura di non essere in grado di prendersi cura del bambino, timore che la terapia possa risultare dannosa per il bebè (nel 32% dei casi), preoccupazione di trasmettere la malattia ai figli (16% dei casi): le donne con malattie reumatiche come artrite reumatoide, artrite psoriasica, spondiloartite assiale, lupus eritematoso sistemico e sclerosi sistemica, sono condizionate in maniera negativa rispetto al loro desiderio di maternità, tanto che più di 1 su 2 (55%) ha paura di diventare mamma. Lo rivela un’indagine dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere.

Più colpite le donne
       In Italia, secondo dati Istat, le malattie reumatiche rappresentano la condizione cronica più diffusa e colpiscono 5 milioni e mezzo di persone: 2 su 3 sono donne: ben 3 milioni e mezzo di italiane, quindi, hanno a che fare con queste malattie, che si manifestano per lo più in età giovane. Diversi studi dimostrano che gli ormoni femminili giocano un ruolo importante.

Che cosa succede nei 9 mesi
       La gravidanza può influire sul decorso della malattia che, a sua volta, se non ben controllata, può causare diverse complicanze. Per quanto non priva di rischi, tuttavia, con un’attenta gestione medica e ostetrica la gravidanza può avere un esito favorevole, a patto di programmarla in un periodo di remissione stabile della malattia. Va sfatato il preconcetto secondo cui in gravidanza non sia possibile curarsi: esistono farmaci che possono essere utilizzati prima e durante la gestazione e continuati anche durante l’allattamento al seno. Il trattamento deve essere gestito e condiviso da reumatologo e ginecologo.

Maternità non impossibile
       Purtroppo per molti anni le donne affette da malattie reumatiche non sono state informate della possibilità di affrontare una gravidanza: secondo l’indagine un terzo di esse, in fase di diagnosi e cura, ha dichiarato che non era mai stato chiesto loro se desiderassero avere un figlio. L’appello a colmare questo gap informativo arriva dalle associazioni di pazienti che chiedono una maggiore comunicazione e un adeguato supporto psicologico prima, durante la gravidanza e dopo il parto, per chiarire dubbi ed essere informate in merito alla compatibilità della maternità con la terapia in atto.

Fonte https://www.bimbisaniebelli.it/concepimento/rimanere-incinta/malattie-reumatiche-nemiche-della-gravidanza-una-donna-su-2-le-teme-93511

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