giovedì 19 luglio 2018

Fecondazione assistita: le novità

            Una speciale incubatrice e due tecniche che facilitano l’impianto dell’embrione sono le novità che aumentano le possibilità di successo della fecondazione assistita. «L’obiettivo è fare in modo che l’embrione trovi un ambiente ad hoc per potersi sviluppare» spiega Antonio La Marca, professore di ostetricia e ginecologia dell’università degli studi di Modena e Reggio Emilia. «È fondamentale soprattutto nei primi tre-cinque giorni, quando le cellule non sono in grado di funzionare autonomamente».

Come nell’utero materno
            Dopo la fecondazione l’embrione deve svilupparsi in un ambiente il più possibile simile a quello uterino. Per questo nelle incubatrici sono garantite luce in penombra, pH stabile, temperatura a 37 gradi centigradi. «Ora è stato messo a punto un modello speciale che, in più, permette all’embrione di svilupparsi senza il rischio di traumi» dice il professor La Marca. «A differenza di quelle tradizionali ha un microscopio incorporato capace di scattare immagini ogni 20 minuti, che vengono osservate al video del computer. Così possiamo controllare l’embrione lasciandolo nell’incubatrice».

Più tempo per formarsi
            Di solito il trasferimento in utero viene eseguito al terzo giorno di sviluppo dell’embrione. Ma non sempre questi tempi sono sufficienti a garantire una gravidanza. «La coltura viene ora prolungata a cinque giorni» dice l’esperto. «Gli studi provano che così i successi sono maggiori. Per dare un’idea, il trasferimento di un solo embrione in stato di blastocisti, come viene definito al quinto giorno, garantisce le stesse possibilità che abbiamo col transfer di due embrioni al terzo giorno». E si abbatte la possibilità di una gravidanza gemellare, per chi comunque non la vorrebbe.

Uno stimolo a svilupparsi
            Nei primi tre giorni l’embrione non ha difese: per questo le cellule formano un involucro che ha lo scopo di proteggerlo e che si “apre” dopo l’assestamento in utero. Questo processo può avvenire con difficoltà se la donna è over 40 e aumentare il rischio di fallimento della gravidanza. In caso di fecondazione assistita, allora, subito prima di effettuare l’impianto viene praticato un piccolo foro sulla membrana. Che permette all’embrione, una volta insediato nell’utero, di uscire più facilmente.



Fonte https://www.donnamoderna.com/news/in-primo-piano/fecondazione-assistita-provetta-tecniche-dove

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