venerdì 20 luglio 2018

Capillari dopo la gravidanza: come eliminarli?

Durante la gravidanza i livelli ormonali modificati determinano una minore resistenza delle pareti dei vasi sanguigni, che quindi si sfiancano più facilmente. Inoltre, l’aumento del pancione ostacola il ritorno venoso, accentuando la stasi venosa e linfatica e favorendo la comparsa dei capillari (in termini medici, teleangectasie).
E’ bene sapere che già un’ora dopo la nascita il 50% delle inizierà subito a riprendere il suo tono fisiologico; al termine dell’allattamento, quando si ristabilisce l’equilibrio ormonale, le teleangectasie saranno scomparse quasi del tutto, almeno se si tratta del primo parto.

Capillari rotti dopo la gravidanza, che cosa si può fare?
Capillari dopo la gravidanza: come eliminarli?
        Per individuare il trattamento più idoneo, occorre innanzitutto una diagnosi precisa. Il medico deve valutare le cause e l’entità del disturbo, l’eventuale presenza di insufficienza venosa e di problematiche metaboliche come obesità e disfunzioni epatiche e lo studio della situazione ormonale, se ad esempio la donna ha ripreso ad assumere la pillola anticoncezionale o soffre di problemi alla tiroide. Infine, occorre tenere in considerazione il colore della cute poiché nei fototipi con pelle più scura alcuni trattamenti potrebbero causare iper-pigmentazioni.

Quali sono i metodi più efficaci per eliminare i capillari rotti?
        I risultati migliori per eliminare i capillari rotti dopo la gravidanza si ottengono associando più metodologie.

        Una delle più indicate, ad esempio, è la cosiddetta microelettrosclerosi, che abbina in una stessa seduta la classica terapia sclerosante con la diatermocoagulazione programmata. La terapia sclerosante viene utilizzata per le varicosità e le telangectasie più grosse e prevede piccole iniezioni direttamente all’interno del vaso, con sostanze chimiche in grado di provocarne la sclerosi. La diatermocoagulazione viene invece impiegata per i vasellini più piccoli, dove non c’è la possibilità di iniettare le sostanze sclerosanti, e consiste in piccolissime scariche elettriche che chiudono il microvaso senza danneggiare la cute circostante. Nei giorni successivi al trattamento è necessario indossare calze a compressione mirata; dopo quindici – venti giorni i vasellini tendono a scomparire.

        È questo un trattamento utile per tutti i tipi di pelle perché non lascia segni evidenti, a parte in soggetti predisposti o che fanno uso di alcol o farmaci cortisonici o prendono la pillola. In questi casi occorre avere particolari attenzioni per evitare la formazione di macchie cutanee.

        Il numero di sedute dipende dall’estensione del problema, ma di solito ne servono da 3 a 6 al costo di 150-250 euro a seduta.

Capillari rotti superficiali
        Per trattare capillari rossi (più superficiali) o couperose, soprattutto in persone con pelle chiara o allergiche alle sostanze sclerosanti, si adotta il laser. Ci sono diversi tipi che ‘sparano’ onde di luce in grado di colpire il colore rosso e farlo scomparire. Una delle metodiche più recenti è l’endocoagulazione laser, che si avvale di una microsonda laser di 100 micron, piccola come un capello che entra direttamente nel microvaso, chiudendolo. A differenza di altri tipi di laser, che emanano la luce dall’esterno del vaso, l’endolaser consente un’azione più mirata e precisa, con ridotto rischio di pigmentazione Al termine della seduta viene applicata una crema antinfiammatoria e prescritta una calza elastica per alcuni giorni.
        Di solito occorrono da 2 a 4 sedute per zona a un costo di 250-350 euro ciascuna.

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