mercoledì 2 maggio 2018

Ormone antimulleriano (AMH) e valori di riferimento

L’ ormone svolge un ruolo fondamentale nel differenziamento sessuale:


  • Nei feti di sesso maschile viene prodotto dalle cellule del Sertoli durante il differenziamento testicolare. La sua funzione è quella di indurre (attraverso la degenerazione del dotto di Müller), il normale sviluppo degli organi genitali maschili.
  • nei feti femminili, invece, l’assenza di questo ormone permette lo sviluppo del dotto di Müller da cui si formeranno l’utero, le ovaie e la cupola vaginale.

Картинки по запросу Ormone antimulleriano (AMH)      Nelle donne l’ormone antimulleriano può essere rilevato solo dopo la nascita: con l’inizio della pubertà la produzione di AMH raggiunge il suo massimo livello, per poi diminuire nel corso dell’intera vita riproduttiva, fino a scomparire dopo la menopausa.

      Dati recenti suggeriscono che tale ormone sia coinvolto nella regolazione della crescita e dello sviluppo dei follicoli e nella loro attività. L’AMH viene prodotto principalmente dalle cellule della Granulosa dei follicoli pre-antrali e antrali in crescita (ovvero quei follicoli con diametro inferiore ai 4 mm). La sua produzione diminuisce fino ad arrestarsi nel momento in cui i follicoli si ingrandiscono (è pressoché assente nei follicoli con diametro superiore agli 8 mm).

AMH e Riserva ovarica
      Per riserva ovarica si intende il patrimonio follicolare, e quindi ovocitario, presente in un determinato momento della vita di una donna.

      Come è noto, il patrimonio follicolare, e quindi la capacità riproduttiva di una donna, vanno incontro ad un fisiologico quanto inarrestabile calo nel corso degli anni. Tale calo è dovuto ad una riduzione irreversibile della quantità e della qualità degli ovociti presenti nelle ovaie.

      Poiché la concentrazione sierica di AMH, come spiegato in precedenza, è direttamente correlata al numero dei follicoli antrali, il suo dosaggio è un ottimo indicatore di riserva ovarica. La sua concentrazione, inoltre, è indipendente dalla fase del ciclo mestruale, da una gravidanza in corso o dall’eventuale assunzione della pillola contraccettiva.

      Tuttavia è da sottolineare che, come quasi tutti i test di laboratorio, il dosaggio dell’ormone antimulleriano non è da solo sufficiente per poter effettuare una corretta valutazione della riserva ovarica di una donna. A tal fine occorrerà integrare i suoi valori con il dosaggio degli ormoni FSH ed Estradiolo in 2° o 3° giornata del ciclo mestruale e con  un’ecografia pelvica transvaginale.

Valori di riferimento
      L’ormone antimulleriano viene dosato con un semplice prelievo di sangue.

      Come si è detto, i valori di riferimento variano in rapporto all’età e alla riserva ovarica. Tuttavia i dati presenti in letteratura non sono del tutto univoci. Quelli sotto riportati (A: Fertility and Sterility Feb. 2011; B: Nelson et al 2010) indicano come riferimento la media per fascia di popolazione.

Età
A) AMH ng/ml
B) AMH ng/ml
25
3.203.36
30
2.40
2.45
35
1.30
1.40
40
0.70
0.70
450.30
0.35

        Condizioni come la micropolicistosi ovarica, possono determinare valori superiori a quelli attesi.

       È da sottolineare che tali  valori possono variare a seconda del laboratorio e della metodologia utilizzata.

Per saperne di più sulla sindrome dell’ovaio policistico clicca QUI

AMH e Procreazione Medicalmete Assistita (PMA)
       L’ormone antimulleriano è oggi ampiamente impiegato anche nel campo della PMA. Fornendo, infatti, indicazioni precise in merito alla riserva follicolare ovarica, il suo dosaggio viene utilizzato  per stabilire il tipo di protocollo di stimolazione e il dosaggio di farmaci adatto alla singola paziente, permettendo così di personalizzare la terapia e di ottimizzare i risultati dei trattamenti.

       I dati presenti in letteratura, mostrano come pazienti con valori di AMH più alti, ma sempre nei limiti di riferimento, tendono ad avere una risposta migliore alla stimolazione ovarica. Valori particolarmente bassi o particolarmente alti di AMH, invece, sono predittivi, rispettivamente, di poor- o high-response alle gonadotropine utilizzate durante i protocolli di  stimolazione. Questo permetterà al clinico di individuare in anticipo quelle pazienti con scarsa o eccessiva risposta alla stimolazione e personalizzarne il protocollo terapeutico.

       Diversi autori hanno inoltre rilevato una significativa correlazione positiva tra i livelli di AMH, la qualità degli ovociti e la morfologia degli embrioni ottenuti.

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