Come ricordiamo ancora qualche anno fa l’India era la destinazione piu’ gettonata per coloro che volevano effettuare un programma di maternità surrogata. Le coppie infertili venivano da tutto il mondo per cercare le donne indiane che potessero portare avanti una gravidanza e partorire un figlio per loro. Dato il basso costo dei programmi di PMA in India molti non si interessavano di come si svolgessero effettivamente le procedure e i trattamenti. Tale negligenza ha portato a delle conseguenze drammatiche: l’India chiuse le porte agli stranieri in cerca della cicogna.
Tale esito è dovuto a molteplici cause: la nascita di bambini gravemente malati, lo scarso rispetto degli standard dell’attuazione dei programmi, condizioni antisanitarie in cui vivevano le madri surrogate e molti altri motivi minori ma altrettanto gravi hanno fatto sì che la pratica della maternità surrogata fosse vietata.
Recentemente è uscita una nuova legge riguardo l’attuazione della maternità surrogata. Secondo la medesima lo stato indiano ammette i programmi di maternità surrogata su base volontaria non retribuita. Questa condizione non trovava supporto nel 52,9% delle persone interpellate. La madre surrogata può essere solo una donna in stretto legame di parentela con il richiedente, qui si è espresso contro il 76,5% delle persone. Inotre, la madre surrogata deve essere obbligatoriamente sposata, il che non ha soddisfatto la maggior parte dei partecipanti all’indagine, ossia il 92,9%.
Com’è noto, con queste limitazioni il governo indiano vorrebbe fermare lo sfruttamento delle donne indiane (madri surrogate) e la violazione dei loro diritti. Ma è davvero così in realta? E, invece, come risolve il problema l’Ucraina, un altro paese gettonato fra le famiglie infertili dell’Europa, delle Americhe e della Cina? Cerchiamo di chiarirlo.
Per quanto riguarda l’altruismo, la maggior parte degli esperti concorda sul fatto che sarebbe inopportuno privare le madri surrogate della ricompensa finanziaria. Prestandosi per la gestazione per la coppia infertile la madre surrogata investe molto della sua salute e del suo tempo; per un certo periodo lascia il lavoro e dedica meno tempo e attenzione alla propria famiglia. Inoltre, partecipando ad un programma di maternità surrogata la donna ha la possibilità di migliorare le sue condizioni economiche e di aiutare in questo modo la sua famiglia e i suoi figli. Per questo si ritiene che sia piu’ giusto e auspicabile permettere alle madri surrogate di avere una ricompensa per la loro pertecipazione al programma medico. Queste sono le politiche in materia di PMA in Ucraina.
Dato che la pratica di maternità surrogata non è su base volontaria, tutti i partecipanti al programma firmano l’apposito contratto in cui vengono riportati chiaramente tutti i diritti e gli obblighi delle parti. In questo modo si riescono ad evitare varie difficoltà e spiacevoli imprevisti. E il fatto che la madre surrogata sia una donna completamente sconosciuta facilita molto la vita sia della stessa che dei presunti genitori.
Il comitato straordinario (India) insiste sul fatto che la maternità surrogata altruistica possa essere ancora piu’ pericolosa di quella commerciale nella struttura prevalentemente patriarcale della società. In aggiunta il Comitato afferma che la variante migliore sarebbe il controllo della maternità surrogata commerciale tramite le apposite leggi e regole.
Prendendo come esempio l’Ucraina possiamo vedere che questo schema funziona piuttosto bene. Indubbiamente l’Ucraina non è il primo stato dove si effettuano i programmi PMA. Tuttavia, tralasciando le piccole eventuali imperfezioni del sistema ucraino nel campo della PMA, è possibile osservare comunque un aumento del flusso delle coppie infertili in cerca di una gravidanza. Probabilmente parlano meglio delle statistiche le code di persone formatesi alle cliniche ucraine e la quantità stessa dei clienti stranieri. Questa sarebbe la migliore pubblicità per i programmi locali di PMA.
Per quanto riguarda l’India, il tempo dimostrerà se le proposte del Comitato riguardo l’attuazione della maternità surrogata verranno adottate e se il governo locale ascolterà i suoi cittadini.
Tale esito è dovuto a molteplici cause: la nascita di bambini gravemente malati, lo scarso rispetto degli standard dell’attuazione dei programmi, condizioni antisanitarie in cui vivevano le madri surrogate e molti altri motivi minori ma altrettanto gravi hanno fatto sì che la pratica della maternità surrogata fosse vietata.
Recentemente è uscita una nuova legge riguardo l’attuazione della maternità surrogata. Secondo la medesima lo stato indiano ammette i programmi di maternità surrogata su base volontaria non retribuita. Questa condizione non trovava supporto nel 52,9% delle persone interpellate. La madre surrogata può essere solo una donna in stretto legame di parentela con il richiedente, qui si è espresso contro il 76,5% delle persone. Inotre, la madre surrogata deve essere obbligatoriamente sposata, il che non ha soddisfatto la maggior parte dei partecipanti all’indagine, ossia il 92,9%.
Com’è noto, con queste limitazioni il governo indiano vorrebbe fermare lo sfruttamento delle donne indiane (madri surrogate) e la violazione dei loro diritti. Ma è davvero così in realta? E, invece, come risolve il problema l’Ucraina, un altro paese gettonato fra le famiglie infertili dell’Europa, delle Americhe e della Cina? Cerchiamo di chiarirlo.
Per quanto riguarda l’altruismo, la maggior parte degli esperti concorda sul fatto che sarebbe inopportuno privare le madri surrogate della ricompensa finanziaria. Prestandosi per la gestazione per la coppia infertile la madre surrogata investe molto della sua salute e del suo tempo; per un certo periodo lascia il lavoro e dedica meno tempo e attenzione alla propria famiglia. Inoltre, partecipando ad un programma di maternità surrogata la donna ha la possibilità di migliorare le sue condizioni economiche e di aiutare in questo modo la sua famiglia e i suoi figli. Per questo si ritiene che sia piu’ giusto e auspicabile permettere alle madri surrogate di avere una ricompensa per la loro pertecipazione al programma medico. Queste sono le politiche in materia di PMA in Ucraina.
Dato che la pratica di maternità surrogata non è su base volontaria, tutti i partecipanti al programma firmano l’apposito contratto in cui vengono riportati chiaramente tutti i diritti e gli obblighi delle parti. In questo modo si riescono ad evitare varie difficoltà e spiacevoli imprevisti. E il fatto che la madre surrogata sia una donna completamente sconosciuta facilita molto la vita sia della stessa che dei presunti genitori.
Il comitato straordinario (India) insiste sul fatto che la maternità surrogata altruistica possa essere ancora piu’ pericolosa di quella commerciale nella struttura prevalentemente patriarcale della società. In aggiunta il Comitato afferma che la variante migliore sarebbe il controllo della maternità surrogata commerciale tramite le apposite leggi e regole.
Prendendo come esempio l’Ucraina possiamo vedere che questo schema funziona piuttosto bene. Indubbiamente l’Ucraina non è il primo stato dove si effettuano i programmi PMA. Tuttavia, tralasciando le piccole eventuali imperfezioni del sistema ucraino nel campo della PMA, è possibile osservare comunque un aumento del flusso delle coppie infertili in cerca di una gravidanza. Probabilmente parlano meglio delle statistiche le code di persone formatesi alle cliniche ucraine e la quantità stessa dei clienti stranieri. Questa sarebbe la migliore pubblicità per i programmi locali di PMA.
Per quanto riguarda l’India, il tempo dimostrerà se le proposte del Comitato riguardo l’attuazione della maternità surrogata verranno adottate e se il governo locale ascolterà i suoi cittadini.
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