Come per i bambini, anche per le donne in gravidanza o che stanno allattando, la dieta più indicata è quella mediterranea: a base di prodotti vegetali, ma che prevede comunque un minimo apporto di prodotti di origine animale (uova, latticini, pesce e pochissima carne). Le diete veg - prive in tutto o in parte di prodotti animali - sono comunque possibili, ma occorre qualche attenzione in più.
È questo, in sintesi, il messaggio lanciato dal Position paper sulle diete vegetariane in gravidanza e in età evolutiva, pubblicato, tra gli altri, dalla Società italiana di medicina perinatale (Simp). Ne abbiamo parlato con la ginecologa Irene Cetin, presidente Simp, direttore del Dipartimento materno-infantile dell'Ospedale Sacco di Milano.
Dieta veg in dolce attesa, i possibili rischi...
«Il "problema delle diete vegetariane e vegane è legato alla possibile - o certa - carenza di alcuni micronutrienti, come la vitamina B12, che è presente soprattutto nella carne, il ferro, il calcio, lo zinco, la vitamina D, e gli acidi grassi omega 3 tipo DHA» spiega la ginecologa. Tutti nutrienti importanti sia per l'andamento della gravidanza, sia per lo sviluppo fetale e neonatale.
«Il calcio, per esempio, è importante per la prevenzione del rischio di preeclapsmia, quindi sicuramente va prevista un'integrazione nel caso in cui la futura mamma segua una dieta vegana» spiega Cetin. «Per quanto riguarda il ferro, invece, sappiamo che una sua carenza si associa a un aumento del rischio di ritardo di crescita fetale e di perdere più sangue dopo il parto. Inoltre, sappiamo che i bambini nati da madri con anemia moderata o grave corrono qualche rischio in più di disturbi neurocomportamentali».
... ma anche qualche vantaggio
D'altra parte, è anche vero che una dieta green in genere garantisce un buon apporto di altre sostanze importanti, come vitamina A, vitamina C, folati. «Ovviamente, questo se si tratta di una dieta equilibrata, perché a volte il problema non è solo quello che non si mangia, ma anche ciò con cui si sostituisce l'alimento mancante» sottolinea l'esperta. Così, un conto è sostituire la carne con dei bei piatti di legumi e cereali, un altro abbandonarsi a una dieta troppo ricca di fritti e formaggi. «Va detto però che, di solito, chi fa questo tipo di scelte è molto attento a quello che mette nel piatto».
Controlli e integrazioni
I rischi da carenze comunque sono concreti, soprattutto per la dieta vegana. Ecco perché in molti casi è necessario integrare i nutrienti mancanti con delle supplementazioni specifiche: «Sempre la vitamina B12, che anche nelle diete vegetariane è spesso molto scarsa, ma anche ferro, calcio, DHA e vitamina D».
Per valutare la situazione, il Position paper delle società scientifiche parla in modo specifico della necessità che le donne in gravidanza siano seguite da personale esperto e monitorate sia durante l'attesa sia durante l'allattamento. In effetti è normale che il ginecologo, già alla prima visita, si informi sulla dieta seguita dalla futura mamma e magari prescriva qualche esame del sangue per verificare eventuali carenze (si fa di routine per il ferro).
Anche una valutazione nutrizionale da parte di un medico nutrizionista sarebbe ottimale, ma non è detto che il percorso sia sempre fattibile all'interno del Servizio sanitario nazionale.
La regola fondamentale: variare il più possibile
Di fronte alla grande massa di consigli e indicazioni che la riguardano - cosa mangiare, cosa bere, quanti e quali integratori assumere - spesso una donna in gravidanza può sentirsi sopraffatta, ma secondo Cetin la regola fondamentale da seguire è molto semplice.
«Non pensare a quello che si mangia mentre lo si sta mangiando, ma cercare di impostare per tempo, possibilmente da prima della gravidanza vista l'importanza del periodo preconcezionale, una dieta varia ed equilibrata, con metodi di cottura salutari. E con l'aiuto di integratori, quando servono».
Fonte https://www.nostrofiglio.it/gravidanza/alimentazione-durante-gravidanza/dieta-vegetariana-o-vegana-in-gravidanza
È questo, in sintesi, il messaggio lanciato dal Position paper sulle diete vegetariane in gravidanza e in età evolutiva, pubblicato, tra gli altri, dalla Società italiana di medicina perinatale (Simp). Ne abbiamo parlato con la ginecologa Irene Cetin, presidente Simp, direttore del Dipartimento materno-infantile dell'Ospedale Sacco di Milano.
Dieta veg in dolce attesa, i possibili rischi...
«Il "problema delle diete vegetariane e vegane è legato alla possibile - o certa - carenza di alcuni micronutrienti, come la vitamina B12, che è presente soprattutto nella carne, il ferro, il calcio, lo zinco, la vitamina D, e gli acidi grassi omega 3 tipo DHA» spiega la ginecologa. Tutti nutrienti importanti sia per l'andamento della gravidanza, sia per lo sviluppo fetale e neonatale.
«Il calcio, per esempio, è importante per la prevenzione del rischio di preeclapsmia, quindi sicuramente va prevista un'integrazione nel caso in cui la futura mamma segua una dieta vegana» spiega Cetin. «Per quanto riguarda il ferro, invece, sappiamo che una sua carenza si associa a un aumento del rischio di ritardo di crescita fetale e di perdere più sangue dopo il parto. Inoltre, sappiamo che i bambini nati da madri con anemia moderata o grave corrono qualche rischio in più di disturbi neurocomportamentali».
... ma anche qualche vantaggio
D'altra parte, è anche vero che una dieta green in genere garantisce un buon apporto di altre sostanze importanti, come vitamina A, vitamina C, folati. «Ovviamente, questo se si tratta di una dieta equilibrata, perché a volte il problema non è solo quello che non si mangia, ma anche ciò con cui si sostituisce l'alimento mancante» sottolinea l'esperta. Così, un conto è sostituire la carne con dei bei piatti di legumi e cereali, un altro abbandonarsi a una dieta troppo ricca di fritti e formaggi. «Va detto però che, di solito, chi fa questo tipo di scelte è molto attento a quello che mette nel piatto».
Controlli e integrazioni
I rischi da carenze comunque sono concreti, soprattutto per la dieta vegana. Ecco perché in molti casi è necessario integrare i nutrienti mancanti con delle supplementazioni specifiche: «Sempre la vitamina B12, che anche nelle diete vegetariane è spesso molto scarsa, ma anche ferro, calcio, DHA e vitamina D».
Per valutare la situazione, il Position paper delle società scientifiche parla in modo specifico della necessità che le donne in gravidanza siano seguite da personale esperto e monitorate sia durante l'attesa sia durante l'allattamento. In effetti è normale che il ginecologo, già alla prima visita, si informi sulla dieta seguita dalla futura mamma e magari prescriva qualche esame del sangue per verificare eventuali carenze (si fa di routine per il ferro).
Anche una valutazione nutrizionale da parte di un medico nutrizionista sarebbe ottimale, ma non è detto che il percorso sia sempre fattibile all'interno del Servizio sanitario nazionale.
La regola fondamentale: variare il più possibile
Di fronte alla grande massa di consigli e indicazioni che la riguardano - cosa mangiare, cosa bere, quanti e quali integratori assumere - spesso una donna in gravidanza può sentirsi sopraffatta, ma secondo Cetin la regola fondamentale da seguire è molto semplice.
«Non pensare a quello che si mangia mentre lo si sta mangiando, ma cercare di impostare per tempo, possibilmente da prima della gravidanza vista l'importanza del periodo preconcezionale, una dieta varia ed equilibrata, con metodi di cottura salutari. E con l'aiuto di integratori, quando servono».
Fonte https://www.nostrofiglio.it/gravidanza/alimentazione-durante-gravidanza/dieta-vegetariana-o-vegana-in-gravidanza
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