Quanti di voi si sono mai chiesti: Cos’è la toxoplasmosi?
La toxoplasmosi è un’infezione causata dal protozoo, un microrganismo chiamato Toxoplasma gondii.Viene trasmesso solitamente attraverso il contatto con gatti oppure col consumo di carne cruda o poco cotta, di salumi crudi, ed infine da frutta e verdure crude, lavate poco o male.
Solitamente, nella maggioranza dei casi non si sa nemmeno di averla avuta, perché i suoi sintomi sono generici e molto lievi e sicuramente facilmente confondibili o riconducibili ad altre più frequenti malattie influenzali, in quanto può manifestarsi con stanchezza, mal di testa o di gola, sensazione di “ossa rotte”.
Una volta contratta, lascia dentro di noi una sorta di anticorpi che ci permette di non riammalarsi più, privilegiandoci con un’immunità che ci accompagnerà per tutta la vita.
Apparentemente può sembrare una sorta di virus lieve e leggero, ma il problema potrebbe insorgere se la si contrare proprio durante i 9 mesi di gravidanza, in quanto potrebbe passare attraverso la placenta direttamente al feto ed essere molto pericolosa per il bambino.
Quali sono i principali rischi per il bambino?
Non necessariamente l’infezione contratta dalla mamma in gravidanza infetti anche il feto, ma se questo dovesse verificarsi, potrebbero esserci pericolosi danni al bambino e a seconda di quando avverrebbe il contagio anche in maniera maggiore se contratta precocemente.
Durante le prime settimane, quando la gravidanza è solo all’inizio, il toxoplasma trova maggiori difficoltà a raggiungere il feto, ma se malauguratamente questo si verificasse, i rischi ai quali si andrebbe in contro sarebbero molto seri, dalle malformazioni, ai danni al sistema nervoso centrale che potrebbero portare ritardi mentali, epilessia, lesioni agli occhi e provocare cecità, fino ad arrivare ad aborti spontanei.
Al contrario, se la futura mamma dovesse contrarre la Toxoplasmosi nelle ultime settimane di gravidanza, il passaggio attraverso la placenta risulterebbe più facile, ma per il piccolo andrebbe incontro a rischi e danni davvero minori.
Come sapere se si è immuni alla Toxoplasmosi?
Per verificare se si è immuni o meno all’infezione di questo protozoo, basta effettuare il Toxo-Test, un semplicissimo esame del sangue il quale permette di rilevare nel nostro corpo la presenza o meno degli anticorpi contro il toxoplasma. Solitamente questo è uno di quegli esami che viene inserito sempre, sianella lista degli esami Pre-Concepimento, per quelle donne che decidono cercare una gravidanza, sia nei primi esami prescritti e consigliati alla futura mamma già in attesa durante la prima visita della Gravidanza.
Se i risultati identificano la donna come IMMUNE, ha la fortuna di poter passare tranquillamente e spensieratamente tutta la gravidanza e non sarà più necessario dover ripetere il test.
Se la donna risultasse suscettibile all’infezione, quindi se non l’avesse mai contratta, per tenere sotto controllo la situazione e per verificare che non venga contratta proprio in gravidanza e successivamente trasmessa al feto, la futura mamma dovrà ripetere il test ogni mese e l’esame per tutti i 9 mesi di attesa, sarà a carico del SSN (Servizio Sanitario Nazionale).
Leggere il test e capire i risultati
Con il toxo-test vengono ricercate nel sangue la presenza delle immunoglobuline, anticorpi specifici contro il parassita.
Vengono ricercati in particolare due tipi specifici di immunoglobuline:
- le IgM, le quali si formano quando c’è un’infezione in corso e pertanto segnalano che la malattia è in atto
- le IgG, le immunoglobuline che restano in circolo a segnalare che l’organismo ha incontrato il parassita in passato.
Vi sono comunque diversi casi:
IgM e IgG entrambe negative quindi inferiori ai valori di riferimento indicati: significa che la donna non ha mai contratto l’infezione. In questo caso deve prestare maggiore attenzione ed adottare norme igieniche per prevenire la contrazione della malattia.
IgM negative e IgG positive: in questo caso si intende che la futura mamma ha già contratto la toxoplasmosi in passato e non ha un’infezione in corso. A questo punto è immune e non ci sono rischi per il feto.
IgM positive e IgG negative: questo risultato indica che la donna in passato non ha mai contratto l’infezione, ma che al momento dell’esame è in corso un’infezione.
IgM e IgG entrambe positive: significa che in passato vi è stata un’infezione e che potrebbe essere ancora in atto, oppure che è avvenuta fino a 3-4 mesi prima, visto prima di diventare negative, le IgM impiegano 3-4 mesi. Per approfondire e sapere con maggior esattezza quando potrebbe essersi verificato il contagio, si potrà eseguire il Test di Avidità, un particolare test che ne determina con esattezza tutti i particolari.
Cosa fare se in gravidanza si contrare la Toxoplasmosi?
Posso immaginare lo stato d’animo di una futura mamma, che ha sempre avuto un risultato negativo per la Toxo, e magicamente diventa positivo durante un esame di controllo nei 9 mesi di gravidanza.
Ovviamente la primissima cosa da fare è mantenere la calma e ripetere immediatamente il Test presso un centro specializzato come un ospedale che solitamente è più attrezzato su queste analisi e nel caso in cui anche il secondo risultato sia positivo, si può procedere nell’eseguire il suddetto test di avidità, un esame del sangue che consente con esattezza di stabilire se l’infezione sia avvenuta quando la gravidanza era già in atto, quindi nei tre mesi precedenti oppure ancor prima.
A questo punto bisognerà eseguire un’amniocentesi, la quale permetterà di evidenziare l’eventuale presenza del microrganismo nel liquido amniotico e sapere con assoluta certezza se il toxoplasma ha infettato il bambino oltrepassando la barriera placentare.
La cura
Il trattamento da seguire se la futura mamma contrae la toxoplasmosi in gravidanza è una terapia antibiotica, la quale riduce il rischio di trasmissione al feto dell’infezione e nel caso vi sia già avvenuta una trasmissione, ne riduce i rischi e le gravi conseguenze.
Fortunatamente al giorno d’oggi, grazie alle cure ed ai trattamenti effettuati tempestivamente, almeno il 90% dei bambini che contraggono l’infezione in utero nasce senza sintomi evidenti
Come è possibile evitare la Toxoplasmosi?
L’unico modo di contrarre l’infezione è quella di ingerirne il parassita, il quale può essere presente e contratto esclusivamente attraverso:
- l’assunzione di carni di animali infetti,
- nelle feci di gatto,
- nel terreno in cui abbia defecato un gatto infetto
- su frutta e verdura (eventualmente contaminate da feci o terreni a loro volta infetti).
Di seguito alcuni semplici accorgimenti da utilizzare ed adottate come precauzioni così per evitarne la possibilità di contagio:
- Se si desidera mangiare verdura cruda, è importantissimo lavarla abbondantemente e con cura, per asportare residui di terriccio. Utile aggiungere nell’acqua di lavaggio un po’ di bicarbonato o di soluzioni disinfettanti apposite, come ad esempio l’Amuchina, le quali aiutano a rimuovere lo sporco. Deve essere sempre fatto un risciacquo a casa pur acquistando insalate già lavate e preconfezionate dal supermercato.
- Nessun divieto per la verdura cotta, in quanto la cottura è in grado di distruggere il germe.
- Per la frutta, c’è da sapere che per quella che cresce sugli alberi non vi sono problemi, mentre per i frutti a contatto con la terra, come per esempio le fragole, valgono le stesse precauzioni previste per la verdura cruda.
- La carne deve essere consumata sempre ben cotta. Sì a cotolette e roast beef, ma solo se la carne è cotta anche all’interno. Vietate le bistecche al sangue o il carpaccio. Vietato anche assaggiare carne cruda o semicruda mentre la si prepara per il pasto.
- I salumi consentiti sono esclusivamente quelli cotti, come la mortadella e il prosciutto cotto. Vietato invece prosciutto crudo, salame, bresaola, wurstel e speck, a meno che non vengano consumati cotti nelle pietanze. Solitamente i prodotti industriali vengono considerati più sicuri di quelli artigianali, ma nel dubbio è sempre meglio non rischiare.
- Dopo aver maneggiato carne o verdure crude, è sempre buona regola lavare bene le mani con acqua e sapone.
- Nessuno rischio toxoplasmosi se si consuma pesce crudo, come il sushi, ma in gravidanza è consigliabile evitarlo in quanto potrebbe contenere altri germi, come la salmonella.
- Il giardinaggio non è vietato, ma per evitare il contatto con un terreno che potrebbe essere stato contaminato da feci di animali infetti, occorre mettersi i guanti e lavare bene le mani al termine dei lavori.
Sos Gatti… cosa fare?
Generalmente a causa di una mal conoscenza diffusa, i nostri amici a quattro zampe sono i primi ai quali vengono attribuite colpe che non posseggono o vengono presi provvedimenti drastici ancor prima che un test di gravidanza sia positivo. Ciò che deve essere chiaro è che in realtà è davvero molto difficile che un gatto domestico, nato e sempre vissuto in casa e che non sia stato un randagio prima di essere da noi adottato, possa contrarre la toxoplasmosi e trasmetterla all’uomo.
La possibilità vi è invece, quando il nostro gatto è libero di uscire e di andare anche in giardino, in quel caso potrebbe entrare in contatto con un terreno contaminato.
Il vero problema lo sia ha quando si entra in contatto con le feci,, dunque limitato alla lettiera. In questo caso per precauzione è consigliabile farla pulire ad altri membri della famiglia oppure indossare i guanti e lavare le mani con sapone ed acqua corrente al termine delle operazioni di pulizia.
Infine, va però specificato che le cisti del parassita si schiudono circa 2-3 giorni dopo la deposizione delle feci, e servirebbe comunque una temperatura ambientale di 24°C ad alta umidità, per tanto il rischio di contaminazione viene del tutto eliminato se la lettiera viene pulita ogni giorno.
Fonte: Nostrofiglio.it
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