In uno studio pubblicato su Current Biology, Mary Herbert dell’Institute of Ageing and Health (presso la Newcastle University, Gb) fa luce su uno dei meccanismi per cui le donne non più giovanissime (dai 35 anni in su, in media) sono più soggette ad aborti spontanei e hanno un rischio più alto di concepire bambini con difetti genetici come la sindrome di Down.
Nello studio, Herbert ha comparato il processo di formazione degli ovociti di due gruppi di topi di 2 e 14 anni (corrispondente a un’età biologica umana di 40 anni). Le analisi mostrano che, nei secondi, un calo delle coesine è associato a problemi nello scambio dei pezzetti di Dna (destabilizzazione del chiasma); inoltre i cromosomi non risultano ben legati per il centro come dovrebbero, a causa anche di un abbassamento del livello di un’altra molecola, protettrice delle coesine stesse (Sgo2). In pratica, nei topi più vecchi, il Dna va incontro a divisioni disordinate e le cellule uovo finiscono per contenere il numero sbagliato di cromosomi. “Al momento stiamo comprendendo come agisce l’invecchiamento – ha commentato Herbert – e il prossimo passo sarà capire se e come possiamo intervenire per rallentarlo. Per esempio, se è possibile aggiungere coesine dall’esterno”.
Fonte: Age-Related Meiotic Segregation Errors in Mammalian Oocytes Are Preceded by Depletion of Cohesin and Sgo2
Nessun commento:
Posta un commento