venerdì 31 maggio 2019

Figli di due mamme. Ovvero, la ricerca della felicità omogenitoriale

     “La famiglia è solo quella tradizionale”, “I figli hanno bisogno di una madre e di un padre”, “Una lesbica non può avere istinto materno”. I pregiudizi verso l’omogenitorialità che vengono amplificati dalla voce della gente sono ancora tanti, troppi. Ma le famiglie composte da genitori dello stesso sesso sono sempre di più, così come cresce il numero delle battaglie combattute per concepire quei figli.

Figli di due mamme. Ovvero, la ricerca della felicità
     Tutto quello che c’è voluto. Storia di pance, semi e polvere di stelle (Aught! Edizioni, 2019), libro di Giuseppina La Delfa, racconta i tre anni tre mesi e tre giorni necessari alla nascita di Lisa Marie, la primogenita dell’autrice e di Raphaelle Hoedts. Racconta la storia di una coppia di donne che decide di avere figli, ma all’inizio non sa bene quale direzione prendere e cerca la propria bussola. Racconta il coraggio di un cammino intrapreso all’inizio del 2000, nuovo millennio fatto di speranze e prospettive anche per gli aspiranti genitori dello stesso sesso.

     Oggi Giuseppina La Delfa e sua moglie Raphaelle sono mamme di Lisa e Andrea ma, prima di raggiungere il traguardo, hanno dovuto affrontare una salita lunga tanti chilometri (anche in maniera letterale, visti i loro numerosi viaggi di “pellegrinaggio materno”) che perdere il conto è facile.

     “Dopotutto, e in sintesi, volevamo mettere al mondo un nuovo essere che sarebbe stato desiderato, accolto e amato. Da una coppia di lesbiche. Era soltanto questa piccolissima parte del progetto che si sarebbe scontrata col resto del mondo: lesbiche. Tuttavia, noi avevamo già battagliato per farci riconoscere e rispettare come coppia, avremmo fatto lo stesso per farci rispettare come madri lesbiche. Insomma, ce l’avremmo fatta”.

     Così Giuseppina parla del desiderio di liberazione e conquista suo e di sua moglie. E così inizia la storia di un viaggio intimo e pubblico fatto di incontri e di confronto con altre donne, diventate poi fondatrici dell’associazione nazionale Famiglie Arcobaleno. In Tutto quello che c’è voluto si parla di filiazione, di legami di sangue, di responsabilità e di sterilità, di procreazione assistita, dello sforzo continuo che le coppie omogenitoriali compiono affinché il proprio nido venga riconosciuto come famiglia.

     “Per anni, tutte e tutti avevano insistito a vederci come sorelle per rassicurarsi; ora, col pancione e l’assenza di un uomo, la dichiarazione a tappeto che Lisa era stata concepita grazie a un dono di gameti, con noi due che andavamo in giro a preparare la sua nascita, eravamo sempre meno sorelle e sempre più famiglia”.

     Accanto alle battaglie per affermare i propri diritti, si racconta la lotta col corpo materno che cambia e che soffre, nell’attesa e nel momento del parto.

     “Passavo tante ore in quei primi mesi distesa sul divano verde del salotto. C’era Bimbo nella pancia, la pancia nel corpo e il corpo sul divano. Come le bambole russe. Pensavo e dormivo e mi facevo coccolare. A volte mi facevo perfino paura da sola, mi chiedevo chi fosse quest’essere sconosciuto che stava crescendo dentro di me e piano piano prendeva possesso del mio corpo, del mio spirito, di qualunque mio pensiero presente e futuro”.

     Quello di Giuseppina La Delfa è un libro che lancia un messaggio, e lo fa in maniera forte e chiara: l’omogenitorialità non è un capriccio, ma un percorso ad ostacoli verso la felicità che tante persone scelgono di intraprendere in nome dell’amore.

     I figli di coppie omosessuali nascono sempre di più senza fare rumore, nonostante le difficoltà che concepirli comporta. I figli delle coppie omosessuali crescono, e bene, malgrado tutti i pregiudizi e sebbene i paletti politico-sociali da abbattere siano ancora molti.

      Giuseppina La Delfa - che nel 2018 ha pubblicato l’altro volume di memorie Peccato che non avremo mai figli (Aut Aut Edizioni) - dopo l’esperienza come fondatrice delle Famiglie Arcobaleno, è vicepresidente di Nelfa, un network europeo delle associazioni di genitori LGBT+. Questo suo secondo libro (parte di una triologia di cui si attende il terzo capitolo) non è un romanzo e non è nemmeno un saggio. È, più autenticamente, un racconto personale che parla un linguaggio universale: quello della ricerca della felicità.

Fonte https://www.huffingtonpost.it/entry/figli-di-due-mamme-ovvero-la-ricerca-della-felicita-omogenitoriale_it_5cf0bb9ae4b0e8085e379823

Sterilità ed infertilità maschile e femminile


     Sterilità e infertilità, spesso utilizzati in maniera impropria, sono due concetti differenti. La sterilità è un ostacolo alla fecondazione che determina l’assoluta mancanza della capacità riproduttiva sia nella donna che nell’uomo. L’infertilità è un difetto dell’annidamento e/o sviluppo dell’embrione per cui c’è l’incapacità di proseguire la gravidanza fino ad un’epoca di vitalità del feto.

Differenze tra sterilità ed infertilità
       Distinguere in maniera corretta i concetti di sterilità e infertilità è alla base per conoscere le cause e di conseguenza orientare i trattamenti i quali possono essere totalmente differenti.


Cause di infertilità femminile
L’infertilità femminile può dipendere da diverse cause:


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  • Tubariche/pelviche: chiusura delle tube di Falloppio o la riduzione delle funzioni/aderenze pelviche a seguito di patologie infiammatorie o di pregressi interventi chirurgici
  • Endometriosi: sono isolate cellule endometriali migrate (normalmente presenti solo all’interno della cavità uterina) e che hanno colonizzano altri organi (più comunemente l’ovaio ed il peritoneo pelvico). Questa patologia, a volte asintomatica, può ridurre in modo severo le probabilità di concepimento
  • Ovulatorie/ormonali: irregolarità o mancanza di ovulazione, iperprolattinemia, sindrome dell’ovaio micropolicistico, riserva ovarica ridotta o assente
  • Cervicali: quando il passaggio degli spermatozoi è impedito dal muco presente nella cervice uterina reso ostile o da una carenza di estrogeni o da fattori infettivi e da pregressi interventi chirurgici che hanno danneggiato le ghiandole cervicali. L’infertilità cervicale può essere causa anche dalla presenza di anticorpi diretti contro gli spermatozoi.
  • Uterine: presenza di malformazioni congenite dell’utero, fibromi o aderenze all’interno della cavità uterina oppure presenza di fattori infiammatori a carico.
  • Sconosciute: definita infertilità idiopatica quando gli accertamenti non sono stati di grado di evidenziare una o più cause specifiche.

Cause di infertilità maschile
L’infertilità maschile può dipendere da diverse cause:


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  • Cause genetiche: insufficienza o assenza di produzione degli spermatozoi generalmente da attribuire alla mancanza di alcuni geni sul cromosoma Y
  • Criptorchidismo: è la mancata o incompleta discesa dei testicoli nello scroto entro il primo anno di vita. La condizione se non corretta chirurgicamente nei primi anni di vita potrebbe compromettere la produzione di spermatozoi
  • Infezioni uro-seminali: gli stati infiammatori e infettivi delle vie seminali possono danneggiare gli spermatozoi, i canali seminali, la prostata e le vescicole seminali per la presenza di germi e di globuli bianchi
  • Varicocele: è una dilatazione delle vene testicolari che provoca l’aumento della temperatura dei testicoli e interferisce con la produzione degli spermatozoi
  • Disfunzione erettile: le disfunzioni legate all'erezione sono legate al 5% dei casi di infertilità Malattie sessualmente trasmesse: Papillomavirus, Sifilide, Gonorrea, Clamidia possono provocare infertilità 
  • Farmaci: i farmaci antitumorali, quelli per la cura dell'ipertensione e del colesterolo alto
  • Traumi: traumi e torsioni testicolari possono incidere sulla loro funzionalità
  • Anticorpi antispermatozoo: riducono la capacità di fecondare degli spermatozoi
  • Chirurgia: i trattamenti chirurgici dell'apparato genito-urinario, delle ernie inguinali oppure quelli demolitivi in seguito a neoplasie possono modificare, anche in maniera irreversibile, la capacità riproduttiva
  • Insufficienza ormonale: quando l’ipofisi non secerne in quantità sufficiente l’ormone delle gonadotropine FSH che stimola la produzione degli spermatozoi
  • Febbre: può interferire con la capacità riproduttiva per 60-180 giorni
  • Stili di vita: il fumo di tabacco o cannabis danneggia l'integrità del Dna degli spermatozoi e ne riduce numero e motilità. Altri fattori di rischio sono sedentarietà, sovrappeso, obesità, cattiva alimentazione, assunzione di alcolici e droghe.
Fonte https://www.nurse24.it/dossier/salute/sterilita-infertilita-maschile-femminile-cause.html

Infertilità maschile: meglio gli spermatozoi prelevati dai testicoli?

       Una coppia su sei in Europa ha problemi di fertilità legati ad una causa prevalentemente maschile ora un studio, condotto da un gruppi di alcuni ricercatori britannici, sembra dimostrare che il DNA degli spermatozoi prelevati direttamente dai testicoli, tramite aspirazione o biopsia testicolare, nei maschi infertili sia migliore rispetto a quello osservato negli spermatozoi eiaculati.

       La ricerca, presentata al 19° Congresso dell’European Association of Urology, svoltosi in questi giorni a Barcellona, sembrerebbe aprire nuove indicazioni e strategie terapeutiche in quelle coppie con una sterilità da fattore maschile che non riescono, neppure utilizzando una tecnica di riproduzione assistita di secondo o terzo livello, ad avere un bimbo.

       Da tempo era noto che un‘alterazione del DNA degli spermatozoi potesse essere una possibile causa capace di scatenare una infertilità di coppia e questo studio suggerirebbe che il danno al DNA, subito dagli spermatozoi, quando c’è, avvenga nelle vie seminali, cioè prima che il gamete maschile venga eiaculato, a causa dei numerosi stress ossidativi che possono verificarsi lungo la strada che porta gli spermatozoi all’esterno dell’apparato uro-genitale.

       Si è visto infatti che gli spermatozoi, prelevati direttamente dai testicoli di uomini infertili, si presentano con le stesse caratteristiche del DNA degli spermatozoi di uomini fertili.

       Lo studio ha interessato sessantatré uomini infertili di coppie che indirizzate verso un’ICSI (iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi) non erano riuscite a coronare il loro desiderio di avere un bimbo in braccio.

       L’esame della struttura del DNA degli spermatozoi, prelevati dai loro testicoli, si è visto essere sostanzialmente simile a quella presente in settantasei uomini fertili che hanno volontariamente dato il loro liquido seminale da esaminare mentre, se si confrontavano i rispettivi liquidi seminali, si è visto che l’entità del danno del DNA era molto più significativo negli uomini infertili rispetto a quelli fertili; circa il 15% nei fertili ed il 40% negli infertili.

       Questa ricerca ci porterebbe ad affermare che il recupero diretto di spermatozoi dai testicoli offrirebbe più possibilità, in presenza di una infertilità maschile, di fertilizzare gli ovociti quando alla coppia si propone una tecnica di fertilizzazione assistita come una ICSI

       I risultati di questo lavoro ora potrebbero meglio aiutarci nel processo decisionale di indicare o meno una biopsia o un’aspirazione diretta degli spermatozoi dai testicoli per il loro utilizzo successivo in una tecnica di fertilizzazione assistita.

       Comunque, prima di adottare in modo "massiccio" questa strategia terapeutica alternativa e più aggressiva, sarà bene avere ulteriori e più numerose conferme sui successi che si avranno e soprattutto sui bimbi sani portati a casa.

Fonte:

https://eaucongress.uroweb.org/dna-of-sperm-taken-directly-from-testicles-of-infertile-men-is-as-good-as-that-of-fertile-men-possibly-opening-way-for-new-treatment/

Gravidanza, i consigli dell’esperta quando si vuole rimanere incinta

Gravidanza, i consigli dell'esperta quando si vuole rimanere incinta       La ricerca di una gravidanza non è sempre semplice per una coppia. Tra chi intraprende il percorso, solo il 50% riesce entro un anno. 1 coppia su 5 potrà avere un bambino solo grazia all’aiuto di uno specialista. Cosa dovrebbe sapere chi è in cerca di una gravidanza? Quanto tempo ci vorrà? Quali esami fare? Quando è il momento di consultare un medico?vDi seguito i consigli della Dottoressa Marisa Lopez-Teijon, Direttrice della clinica di fertilità Institut Marquès.

       Lei ha in media 30-35 anni, lui 35-40 anni. Hanno finalmente raggiunto una posizione economicamente stabile, si sentono pronti ad allargare la famiglia. Smettono di usare anticoncezionali, senza prestare troppa attenzione al calendario, quasi certi che riusciranno ad ottenere una gravidanza entro i primi mesi di tentativi. Questo è il profilo delle coppie che oggigiorno intraprendono il cammino del concepimento. Un anno dopo solo la metà avrà raggiunto l’obiettivo di una gravidanza. Una su cinque potrà riuscirci solo grazie all’aiuto di uno specialista. Cosa dovrebbe sapere chi è alla ricerca di una gravidanza?


       Quanto tempo ci vorrà? L’indice di fertilità mensile in ragazze giovani con coiti regolari è del 20% per ciclo. Per una coppia sotto i 35 anni, in buona salute, è abbastanza normale che ci voglia fino a un anno per concepire. Il processo di fecondazione però è piuttosto semplice e veloce: “Gli spermatozoidi si spostano dalla vagina alla tuba con una velocità di 2-3 mm/minuto. Dal momento dell’eiaculazione al raggiungimento dell’ovocita passano circa 45-60 minuti. Se il processo si svolge con successo, poche ore dopo aver avuto un rapporto sessuale una donna potrebbe già essere incinta” chiarisce laDottoressa Marisa López-Teijón, Direttrice di Institut Marquès. Per le donne che si avvicinano ai 40 anni, invece, le possibilità di ottenere una gravidanza si abbassano del 5% per ciclo.

       Quali accorgimenti adottare per facilitare il concepimento? Circa metà delle coppie cerca di concepire nel momento sbagliato. È chiaro che per concepire bisogna avere rapporti sessuali nei giorni in cui la donna è fertile. L’ovulazione è il momento cruciale. È consigliabile iniziare ad avere rapporti tre giorni prima e il giorno dell’ovulazione: “Gli spermatozoi possono aspettare l’ovocita fino a tre giorni nelle tube di Falloppio e l’ovocita può essere fecondato in 24 ore. L’ideale è conservare la frequenza normale facendo in modo di avere rapporti sessuali nei giorni vicini all’ovulazione. La qualità del seme è direttamente proporzionale alla frequenza di eiaculazioni. L’uso allena l’organo alla formazione di spermatozoi nei testicoli, esattamente come accade per i muscoli” spiega nel suo libro Incinta subito! la Dottoressa Marisa López-Teijón.

       Quando consultare un esperto? Secondo l’Istituto Superiore della Sanità,i problemi di fertilità colpiscono il 15% delle coppie, le cause sono ripartite in egual misura fra fattore femminile e fattore maschile. Solo nel 20% dei casi l’infertilità può coinvolgere entrambi i partner. Purtroppo solo la metà delle coppie che riscontra difficoltà nel concepimento chiede aiuto a uno specialista, di queste il 22% arriva a ricevere un trattamento medico. Consultare un esperto può essere risolutivo in molti casi. Le coppie di circa 35 anni possono ricorrere all’aiuto di uno specialista a un anno dall’inizio dei tentativi. Quelle che si avvicinano ai 40 anni devono sottoporsi da subito ad esami volti ad escludere l’infertilità. L’attesa potrebbe compromettere il già basso potenziale riproduttivo della coppia.



       La prima visita in una clinica per la fertilità. Quali gli esami chiave? I primi elementi da valutare in clinica riguardano la storia della coppia: età di entrambi, durata dei tentativi, aborti spontanei o assenza totale di gravidanza. In base ad essa, si passa poi ad esaminare il potenziale riproduttivo di entrambi. “Per la donna è necessario stabilire in primis che ci sia l’ovulazione e che gli ovociti prodotti siano di buona qualità mediante un’analisi del sangue chiamata analisi ormonale basale. Per conoscere l’età ovarica in donne con più di 35 anni si analizza anche l’ormone antimulleriano – spiegala Dottoressa Marisa López-Teijón ­­– Si passa poi a verificare che l’utero sia in grado di accogliere una gravidanza con una semplice ecografia vaginale, in grado di escludere un’eventuale patologia dell’utero e ovarica. L’ultimo step è relativo alle tube. Il test per analizzarne la permeabilità, ossia che consentano agli spermatozoi di passare dall’utero, si chiama isterosalpingografia”. Per l’uomo basta un esame del seme che possa accertare volume, motilità e morfologia degli spermatozoi.

       Potenziale riproduttivo, fondamentale anche per lui. Le possibilità di gravidanza dipendono principalmente da tre fattori: età della donna (che incide sulla riserva ovarica), qualità del seme (collegata all’età dell’uomo e al suo stile di vita) e livello di fertilità della coppia. L’importanza dell’età in relazione al potenziale riproduttivo è ben nota tra le donne e poco tra gli uomini. Un uomo produce spermatozoi per tutta la vita ed è portato a pensare che il suo potenziale riproduttivo non sia soggetto a cali o variazioni. Niente di più sbagliato: il passare del tempo può ossidare gli spermatozoidi e ridurre la capacità fecondativa del seme. Inoltre, a partire dai 30 anni il testosterone cala dell’1% ogni anno, insieme ad esso, calano le possibilità di mettere incinta la compagna.

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        Incinta subito! Una guida per affrontare al meglio la ricerca della gravidanza La Dottoressa Marisa López-Teijónè l’autrice di Incinta subito!:una guida edita da Editorial Amat cheoffre consigli pratici per superare con successo gli ostacoli che si possono incontrare lungo la strada della maternità: come scegliere una clinica, quali test medici, le diagnosi, la donazione di ovuli, problemi genetici, trattamenti e falsi miti intorno alla fertilità. Affronta i meccanismi che si innescano durante il processo: la ricerca di “gravidanza express”, l’impatto sulla vita di una coppia, la pressione sociale di avere un bambino nell’età biologica appropriata. Incinta subito!mira a colmare l’assenza di informazioni sulla ricerca di una gravidanza e sulla riproduzione assistita.

Fonte https://www.ladyblitz.it/salute/gravidanza-incinta-consigli-esperta-1688269/

Calo delle nascite: “colpa” dell’età della mamma?

       Quasi 450mila nascite, 9mila in meno rispetto al 2017, 128mila in meno rispetto al 2008. Sono 358mila i bimbi nati da madri italiane, 8mila in meno rispetto al 2017. Quelli nati da cittadine straniere, invece, sono stati 91mila, mille meno rispetto al 2017. Dati preoccupanti quelli relativi al calo delle nascite in Italia, sottolineati durante  il 2° Congresso Nazionale sulla Procreazione medicalmente assistita. Il trend negativo della natalità è iniziato nel 2008, quando è stata toccata anche la punta più alta di nascite dal 2001 in poi, con 576.659 parti. Da allora sempre meno, sino all’attuale situazione. In calo anche il numero medio di figli per donna: 1,32 è il dato del 2018, il dato peggiore dal 2004 a oggi. E per contrastare il calo delle nascite il ministro Fontana ha presentato due emendamenti al decreto crescita in esame alla Camera: previsti un bonus bebè più ampio e sconti su latte e pannolini.

Calo delle nascite: “colpa” dell’età della mamma?Dove si nasce di più
       Oggi la fecondità più alta è in Svezia, Francia e Regno Unito, vanno male Italia, Spagna e Polonia. Nei primi Paesi si sono adottate politiche di informazione e sostegno alla coppia, alla donna in particolare, che in Italia non esistono ancora, e ciò spiega il calo delle nascite che si sta registrando nel nostro Paese. Urge un piano di informazione capillare e di supporto alle donne per prevenire la cosiddetta “Permanent Involuntary Childlessnes”, l’impossibilità di avere figli dovuta a una carente informazione sul declino della fertilità e alla mancanza di piani di welfare che rendano conciliabili lavoro e maternità.

L’orologio biologico non fa sconti
       La fecondità diminuisce con gli anni, ricordano gli esperti, inoltre le donne che si dedicano a studio e carriera non trovano ancora in Italia un sostegno adeguato che renda conciliabili maternità e lavoro. Le politiche attuate in altri Paesi dimostrano che questi problemi sono risolvibili.  Purtroppo però, quando si raggiunge una maggiore stabilità sociale ed economica, subentra il problema della sterilità.

Il calendario della fecondità
       A 25 anni il rischio di sterilità è del 5%, ma tende quasi a raddoppiare ogni 5 anni. A 30 anni diventa del 10%, a 35 del 17%, a 40 del 33% e a 45 del 62%. È fondamentale, quindi, per contrastare il continuo e progressivo calo delle nascite, non solo sostenere le famiglie, ma anche prevedere delle politiche preventive di informazione e, infine, concedere alle coppie che lo desiderano la possibilità di risolvere tale problematica attraverso l’adozione e la fecondazione assistita.

Fonte https://www.bimbisaniebelli.it/concepimento/rimanere-incinta/calo-delle-nascite-colpa-delleta-della-mamma-37936

giovedì 30 maggio 2019

Sterilità e fecondazione assistita in Italia

Coppia che ha risolto problemi sterilità       Al mondo d’oggi si fanno pochi figli sempre più tardi, l’età media di madri e padri si alza, le difficoltà a concepire un figlio aumentano fino a far nascere dubbi di sterilità. Cosa fare? In questo articolo abbiamo raccolto delle risorse su semplici consigli di stile di vita sana e naturale che possono favorire il concepimento di un figlio, fino ad arrivare alle tecniche di fecondazione assistita. Un percorso lungo e difficoltoso da intraprendere con determinazione presso centri specializzati in vita di coppia in grado di fornire un valido ed effettivo aiuto con metodi, consigli e terapie su misura per futuri genitori.

       Maternità ritardata e problemi di sterilità affliggono una buona percentuale di coppie che decidono di iniziare un viaggio nel mondo della fecondazione assistita tra ostacoli, disinteresse istituzionale e attese infinite. Dal primo al terzo livello, le tecniche di procreazione medica assistita si differenziano per il grado di invasività: le più semplici necessitano solo di stimolazione ovarica con spermatozoi pronti per la corsa, mentre quelle più impegnative prevedono una vera propria operazione necessaria per prelevare e fecondare in vitro l’ovulo.

       Intraprendere la strada della fecondazione assistita è l’ultima ratio anche perchè si possono incontrare ostacoli di ogni tipo. La domanda è d’obbligo: queste tecniche sono davvero accessibili a tutti? Nella sanità pubblica le persone sono numeri che entrano a far parte di una lunga lista, in balìa della burocrazia e dei medici che si destreggiano come possono, tra le richieste sempre più pressanti di coppie con problemi di infertilità di ogni tipo. Chi ha bisogno di interventi immediati e particolari parte già svantaggiato.

Cause e cure per la sterilità
Картинки по запросу Cause e cure per la sterilità
       Bisognerebbe non avere fretta e liberarsi di qualsiasi aspettativa, ma è praticamente impossibile dominare la mente. La maggior parte delle coppie che si rivolgono a un centro di fecondazione assistita per risolvere i problmei di sterilità ha già provato cure di ogni tipo. Da quelle tradizionali (cicli di punture a base di ormoni) fino alla medicina naturale (agopuntura e integratori). Intanto il tempo stringe e ogni mese che passa le chance diminuiscono: l’orologio biologico non offre sconti a nessuno e il periodo fecondo per la donna, ma anche per l’uomo, si riduce drasticamente.

       Affidarsi a un ginecologo di fiducia per trovare cause ed eventuali cure per la sterilità è il primo passo. Bisogna innanzitutto fare tutti gli esami diagnostici necessari e avere una persona fidata che conosce la situazione ed è pronta ad assistere la coppia anche e soprattutto dal punto di vista psicologico. Spesso si va incontro a delusioni e momenti di sconforto e più che il compagno è determinante il ruolo rassicurante del medico. L’importante è non farsi illusioni: la fecondazione assistita non promette la gravidanza, è solo una possibilità in più che la scienza regala a chi non riesce a concepire.

       Cerco un bimbo Associazione no-profit che si occupa di infertilità e di procreazione assistita. Il sito è supportato da un forum attivo e contiene informazioni sull’infertilità, cause, diagnosi, terapie e sulle tecniche di fecondazione assistita, oltre ad un elenco dei centri italiani e stranieri che praticano le varie tecniche

       Fertilità Sito del Coordinamento Associazioni Vita e Scienza in cui ginecologi, andrologi, sessuologi, genetisti, psicologi e avvocati prestano opera di volontariato dando consigli e risposte a chi ha bisogno di aiuto nella risoluzione di problema di sterilità

       Cecos Centro Studi e Conservazione Ovociti e Sperma Umani per la lotta alla sterilità umana. Si occupa dello studio e la conservazione dei gameti con le tecniche di procreazione medicalmente assistita applicate secondo rigidi criteri scientifici

       Periodo Fertile Metodi che sono stati studiati negli anni per pianificare una gravidanza e conoscere il proprio periodo fertile: miti e realtà sull’ovulazione, metodi naturali, ciclo mestruale e segni secondari sono alcune indicazioni di massima

       Infertilità maschile Un’indagine sulle principali cause dell’infertilità maschile, dai sintomi ai test e alle cure per superare una bariera al concepimento di una nuova vita

Diagnosi fecondazione assistita
       Esistono diverse tecniche e aspetti legislativi che gli aspiranti genitori devono conoscere sulla fecondazione assistita che si avvale anche della diagnosi genetica preimpianto. Il discorso riguarda le coppie con patologie genetiche che necessitano di indagini diagnostiche prenatali pur essendo fertili.        La legge attualmente in vigore offre in teoria la possibilità di sapere prima se l’embrione è sano, anche se in pratica solo in otto regioni italiane lo Stato sovvenziona questo tipo di trattamento (l’aspetto economico incide pesantemente).

       La relazione del Ministro della Salute al Parlamento sullo stato della legge sulla procreazione medicalmente assistita (Legge 19 febbraio 2004, N.40, ARTICOLO 15) definisce l’attività e l’accesso al servizio sottolineando un aumento generale delle coppie interessate con donne di più di 40 anni di età e una percentuale considerevole di chi utilizza tecniche da scongelamento da embrioni. In particolare per l’eterologa, si registra un significativo aumento dell’applicazione delle tecniche con donazione di gameti.

       E chi non dispone di ovuli o spermatozoi idonei e deve procurarseli in qualche modo al di fuori della coppia? Fino a qualche anno il cittadino italiano era obbligato a recarsi all’estero, oggi non dovrebbe essere più così, almeno sulla carta: la sentenza 162/2014 della Corte Costituzionale ha abolito il divieto di fecondazione eterologa. Via libera alla ovodonazione e alle banche del seme, altro percorso non meno impegnativo.

Tecniche fecondazione assistita
Картинки по запросу Tecniche fecondazione assistita       L’inseminazione artificiale omologa è la prima tecnica di fecondazione assistita. In questo modo si agevola l’incontro tra spermatozoi e ovulo all’interno della cavità uterina. La FIVET o fecondazione in vitro è la più usata: negli ovuli prelevati vengono introdotti i gameti. Se l’ovulo o gli ovuli sono in buono stato e vengono fecondati possono essere trasferiti nell’utero della donna dove dovrebbero attecchire e creare una nuova vita. Con la ICSI (L’iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi) è invece possibile iniettare lo spermatozoo direttamente nell’ovocita (operazione sempre in vitro). Inoltre è possibile adottare tecniche di congelamento di embrioni e ovociti per preservare la fertilità e disporne in futuro (crioconservazione).

       La fecondazione assistita eterologa si pratica nel caso in cui uno dei due genitori sia sterile e necessita di un donatore di un ovulo o di spermatozoi. Vietata fino a poco tempo fa in Italia, ora che una legge l’ha resa possibile, ma non mancano i problemi. Non esistono banche italiane capaci di far fronte alle richieste in aumento: il recupero di ovociti è il problema principale. L’unica soluzione è importare dall’estero, in particolare dalla vicina Spagna, a prezzi alti che ricadono sulle casse della sanità: un contenitore di sei ovociti costa 3 mila euro. Per chi decide il privato è possibile detrarre dal modello 730 le spese sostenute. Nessuna campagna è stata fatta per informare i cittadini di cosa si tratta e proporre la possibilità di donare ovociti o spermatozoi come avviene per esempio con il sangue. In realtà se per l’uomo donare è molto più semplice, per la donna è necessario seguire un iter farmacologico di due settimane che culmina con una vera e propria operazione in anestesia locale.

Cercare un donatore all’estero
       Non in tutti gli unici ospedali pubblici si applica questo tipo di tecnica di fecondazione assistita. Attese e tempistiche sono improponibili, per cui spesso la coppia cerca alternative. Ricerca di donatori su forum e turismo procreativo rivolto in particolare alla Spagna sono le strade più battute: negli ultimi anni sono cresciuti il numero delle cliniche con distaccamenti anche in Italia (per seguire meglio i pazienti). Secondo le linee guida europee tutto dovrebbe essere fatto secondo una politica di gratuità, con rimborsi per spostamenti e medicine varie. La realtà è ben diversa: norme burocratiche rendono difficili i rimborsi per i pochi che vogliono donare speranza a chi desidera un figlio. Diversa è la situazione in Spagna dove la donazione è mossa da solidarietà di fondo, soprattutto al femminile.

       Chi sono i donatori? La maggior parte dei donatori è composto da giovani studenti universitari. Per le donne la percentuale si divide equamente tra studentesse e lavoratrici tra i 20 e i 25 anni (l’età è fondamentale per preservare la qualità degli ovociti raccolti). Poi ci sono le donne che hanno crio conservato gli ovociti in età fertile e decidono di affidarli a chi ha bisogno. Rimborsi per donazioni in Spagna e Francia si aggirano sulle 30 euro per il liquido seminale, 800 euro circa per ovociti. Nel Regno Unito dal 2011 è stata stabilita la cifra fissa di 750 sterline. Altro discorso per gli Stati Uniti dove non esistono leggi per il rimborso, il mercato è libero e le cifre offerte dalle cliniche superano i 25 mila dollari. Insomma il percorso per le coppie che non riescono ad avere un figlio non è semplice. Il problema si riduce per chi può disporre di qualsiasi cifra e può scegliere i migliori trattamenti.

Fonte https://www.bintmusic.it/sterilita-fecondazione-assistita-italia/

Gravidanza extrauterina, i medici sbagliano l'intervento e la rendono sterile

        Viene operata con urgenza per una gravidanza extrauterina ma i medici sbagliano e la rendono sterile. Chelsie Thomas, 26 anni, di Walsall, ha un figlio di 6 anni ma era in attesa del suo secondo bambino. La gravidanza però aveva dei problemi e ha anche rischiato di ucciderla, così da rendere necessario un intervento d'urgenza.

Gravidanza extrauterina, i medici sbagliano l'intervento e la rendono sterile        Durante l'operazione però i medici si sono sbagliati e hanno rimosso una tuba di Falloppio perfettamente sana rendendola sterile per tutta la vita. Come riporta Metro, il terribile errore ha cambiato la sua vita e quella della sua famiglia: «Non è stato facile per me, ho anche dovuto spiegare a mio figlio che non avrebbe mai potuto avere un fratellino o una sorellina e questa tragedia ha anche portato alla fine del rapporto con il mio compagno».

        La donna ha raccontato di essersi sentita male, poi una volta in ospedale le è stato detto della gravidanza extrauterina e della necessità di procedere con un intervento. Quando però ha fatto i controlli si è accorta che in realtà c'era ancora battito, che non si era trattata di una gravidanza exrauterina e che l'intervento, per un errore medico aveva ucciso il suo bambino e l'aveva resa sterile per sempre.

        La mamma ha avviato una battaglia legale anche se l'ospedale ha negato la gravità dei fatti, pur dicendosi dispiaciuti per la sofferenza della donna.

Fonte https://www.leggo.it/esteri/news/gravidanza_extrauterina_errore_medico-4526163.html

Stress a inizio gravidanza può causare problemi allo sperma del figlio durante vita adulta

       Un collegamento tra lo stress delle madri all’inizio della gravidanza e maggiori probabilità di avere meno sperma attivo da parte del figlio durante la vita adulta è stato trovato da un gruppo di ricercatori guidato da Roger Hart, professore di medicina dell’Università dell’Australia Occidentale.

       Il ricercatore ha in particolare scoperto, analizzando vari ventenni australiani nati da donne che avevano sperimentato eventi stressanti durante le prime 18 di settimane di crescita fetale, che il loro numero di spermatozoi risultava di un terzo inferiore e che la loro mobilità era del 12% inferiore rispetto alla media degli adulti maschi della loro età.
       Lo studio, pubblicato su Human Reproduction, ha trovato nei soggetti anche un livello inferiore di testosterone di circa 10%.

       Gli eventi stressanti sperimentati dalle madri potevano essere situazioni quali il divorzio oppure la perdita del lavoro all’inizio della gravidanza.
       Gli effetti, sempre secondo i risultati dello studio, sembravano invece scomparire quando questi eventi stressanti si verificavano solo durante l’ultimo trimestre di gravidanza.

        Questo ulteriore studio rafforza l’idea che vi sia un forte legame tra lo stress materno durante la gravidanza, in particolare durante l’inizio della stessa, un periodo molto vulnerabile per gli organi in corso di sviluppo del feto, e varie condizioni di salute del nascituro anche a lungo termine, in questo caso condizioni legate alla salute dello sperma.

Fonti
The association between in-utero exposure to stressful life events during pregnancy and male reproductive function in a cohort of 20-year-old offspring: The Raine Study | Human Reproduction | Oxford Academic (IA) (DOI: 10.1093/humrep/dez070)

Troppi zuccheri in gravidanza aumentano il rischio di obesità per i figli

       I bambini le cui madri presentavano livelli di glucosio nel sangue troppo elevati durante la gravidanza corrono un maggior rischio di soffrire di obesità infantile. Questo è ciò che emerge da un nuovo studio pubblicato sulle pagine della rivista PLOS One, i cui autori spiegano che il rischio rimane anche se alle madri non viene diagnosticato il diabete gestazionale.
Картинки по запросу Troppi zuccheri in gravidanza aumentano il rischio di obesità per i figli
       Lo studio è stato condotto dai membri della University of Tennessee, ed i suoi autori hanno
analizzato i dati di oltre 40.000 donne incinte che avevano partorito tra il 1995 e il 2004. Gli autori hanno tenuto in considerazione i dati dei bambini, che sono stati seguiti fino a 5 o 7 anni di età.

       Esaminando i dati, gli esperti hanno constatato che elevati livelli di glucosio nel sangue erano        associati a un più alto rischio di sviluppare l'obesità tra 5 e 7 anni di età. Tale rischio aumenta del 13% rispetto a quello corso dai figli delle donne con livelli normali di glucosio nel sangue.

Se la donna riceve effettivamente una diagnosi di diabete gestazionale, il rischio che il bambino sviluppi l'obesità aumenta del 52%

       aggiungono gli autori dello studio, i quali hanno anche scoperto che se la madre ha un normale indice di massa corporea, livelli elevati di glucosio nel sangue durante la gravidanza non risultavano più associati allo sviluppo dell'obesità infantile.

Fonte https://scienzaesalute.blogosfere.it/post/588799/troppi-zuccheri-in-gravidanza-aumentano-il-rischio-di-obesita-per-i-figli

Analisi – Maternità surrogata in Ucraina: L’ascesa o il declino? Un mercato internazionale redditizio

La quintessenza

        Per diversi anni, l’Ucraina è in forte espansione come la direzione internazionale della maternità surrogata, anche per le coppie tedesche. Questo articolo descrive questo sviluppo e mostra la posizione dell’Ucraina nel campo della maternità surrogata come un “compromesso etico” usando programmi economici All Inclusive. Allo stesso tempo, le agenzie e le cliniche ricorrono spesso a strategie di marketing aggressive, moltiplicando le paure e le speranze delle persone che vogliono diventare genitori. Così ha fatto il proprio nome BioTexCom. Nel luglio 2018, nella clinica si è verificato uno scandalo che potrebbe portare a cambiamenti legali di vasta portata.

Introduzione

        Nel frattempo, la registrazione burocratica della maternità surrogata in all’ambasciata tedesca si è trasformato in un “nastro trasportatore” a Kiev, come ha raccontato il dipendente dell’ufficio legale e consolare. Nel 2014 c’erano solo 12 coppie tedesche venute in Ucraina per la maternità surrogata; nel 2017 il loro numero era già 89. Il lavoro specifico per questi casi è la parte principale del loro lavoro. Sebbene nel 2018 il numero di coppie diminuisse un po’ – in totale c’erano 79 casi, ma lo è certo che: Negli ultimi anni, l’Ucraina è diventata una delle mete più popolari di maternità surrogata internazionale. Secondo un altro dipendente della sezione legale e consolare, anche le ambasciate di altri paesi hanno registrato un aumento significativo dei casi di maternità surrogata: Insieme alle coppie dalla Germania, dove la maternità surrogata è vietata dalla legge sulla protezione degli embrioni (ESchG) – le coppie che vogliono diventare genitori vanno in Ucraina, principalmente dalla Spagna, dalla Francia e dagli Stati Uniti. Ma questo aumento può avere una fine.

Nuovo operatore nel mercato globale della “Medicina della riproduzione”

        L’attività delle tecnologie di riproduzione assistita in Ucraina è fiorita da quando la maternità surrogata commerciale in molti paesi è stata completamente vietata o limitata ai cittadini del paese. Queste modifiche alla legge sono state causate da una serie di scandali. L’indignazione mondiale è stata causata dal caso di “Baby Gammy” nel 2014, quando una coppia australiana ha lasciato un bambino con trisomia 21 ad una madre surrogata thailandese. Successivamente, la Thailandia ha introdotto leggi più restrittive. Seguirono Nepal, Cambogia e Messico, chiudendo le loro porte alle coppie straniere che desideravano diventare genitori.

        Nel frattempo, l’Ucraina sta diventando uno dei pochi paesi in cui è consentita la maternità surrogata commerciale. Già nel 1991, nello spazio post-sovietico nella città ucraina di Kharkov, avviene la prima nascita di un bambino avvenne attraverso una madre surrogata. Quanti bambini sono nati da allora ogni anno grazie a questa particolare tecnologia riproduttiva è sconosciuto. Sebbene ci siano statistiche ufficiali, ma hanno poco da dire, poiché le cliniche non sono obbligate a trasmettere le informazioni al Ministero della Salute. Ma si stima che il numero delle nascite da maternità surrogata è di circa 500 ogni anno; alcune fonti parlano addirittura di 2000.

        Il quadro giuridico per i programmi di maternità surrogata è il Codice civile e familiare dell’Ucraina, nonché le basi della legislazione ucraina in materia di assistenza sanitaria e la procedura per l’utilizzo delle tecnologie di riproduzione assistita in Ucraina. Sulla base di questi principi il programma di maternità surrogata è aperto solo alle coppie sposate eterosessuali. Loro devono dimostrare di non poter concepire un bambino in modo “naturale”, cioè una donna non può avere una gravidanza. Insieme a tale adeguamento che almeno un genitore deve essere geneticamente legato al bambino, si stabilisce anche che la madre surrogata non dovrebbe essere geneticamente legata al bambino. In tal modo, la “maternità surrogata gestazionale” dal latino (gestare-portare) è separata da “surrogacy tradizionale”, in cui la madre surrogata è anche la madre biologica del bambino. Dal 1978, quando il bambino è nato con l’inseminazione artificiale, e questa tecnologia è stata successivamente ottimizzata ed è diventata applicabile per le masse, la maternità surrogata tradizionale è stata praticata solo in rari casi. Da un punto di vista legale, etico ed emotivo, la maternità surrogata gestazionale è considerata più facile perché la differenza tra una donna che vuole diventare madre e gestare è ovvia. Questa unicità è importante anche per le madri surrogate – molti non riescono a immaginare cosa significhi “abbandonare un bambino” con il quale sono geneticamente legati. In una società in cui la parentela è determinata attraverso i geni, il legame genetico mancante è un aiuto alla distinzione. Ulteriore delineazione consente il fatto che la madre surrogata in base alla legge dovrebbe avere il loro bambino.

        Molte madri surrogate crescono i propri bambini da sole e spesso si ritrovano in situazioni finanziarie difficili. Grazie alla maternità surrogata, loro possono dedicarsi ad attività che sono fattibili insieme alla cura dei propri bambini e promettono buoni profitti. La maggior parte delle donne indica che vogliono comprare il proprio appartamento con questi soldi. Non nascondono i loro motivi economici. Molte considerano la maternità surrogata come un lavoro e indicano il loro atteggiamento verso le agenzie e le persone che vogliono diventare genitori come un rapporto di lavoro. Anche se la maternità surrogata dovuta a tale discorso diventa normale per tutti i partecipanti, tale pratica in Ucraina è considerata dal punto di vista della società illegittima e moralmente molto condannata. Lo stigma è sollevato principalmente dalle forze conservatrici e religiose nel paese. Le madri surrogate quindi spesso nascondono la loro gravidanza e, a partire dal 6° mese, si nascondono dietro le pareti delle cliniche di trattamento dell’infertilità per evitare sguardi curiosi e domande indesiderate. Non vogliono essere conosciuti come peccatori che vendono i loro corpi e i loro figli per soldi veloci..

Direzione Ucraina come compromesso etico

Картинки по запросу Maternità surrogata
        Lo sviluppo dell’inseminazione artificiale e la scissione della maternità in tre “ruoli” (genetica, intenzionale e madre portatrice) hanno permesso di alleviare i dubbi morali che le madri surrogate danno via i “loro” figli. Eppure la maternità surrogata, prima di tutto nella sua forma commerciale, è ancora considerata una pratica molto condannata. Il punto centrale di critica è il pericolo di sfruttamento. Il pericolo viene amplificato per molti dal fatto che la gravidanza è considerata un atto intimo, emotivo e privato che non deve obbedire alla logica del marketing. Lo sfruttamentopuò essere espresso, tra le altre cose, che una donna a causa della situazione finanziaria diventa madre surrogate e le persone che vogliono diventare genitori, le agenzie e le cliniche stanno usando questa situazione piccante a loro favore. Se consideriamo le discussioni che circolano nei mass media sulla possibile nomina di maternità surrogata, allora a questo proposito viene mostrata la “gerarchia etica” riguardo al tema dello sfruttamento. Gli Stati Uniti sono considerati l’opzione più eticamente corretta: i motivi altruistici sono attribuiti alle madri surrogate degli Stati Uniti e si incontrano con i futuri genitori allo stesso livello. Le madri surrogate del sud globale, al contrario, sono spesso associate alla povertà e allo sfruttamento..

        In questo spettro etico, l’Ucraina si posiziona con successo nel mezzo e come “compromesso”. Mentre i prezzi per la maternità surrogata negli Stati Uniti partono da 100.000 euro, in Ucraina i pacchetti All inclusive costano tra 30.000 e 40.000 mila. Questi pacchetti comprendono procedure mediche e legali, nonché gli stipendi di madri surrogate. Nonostante i prezzi relativamente bassi, la stessa nuova atmosfera coloniale non si è aggrappata al “turismo riproduttivo” ucraino, come nel caso della Thailandia e dell’India. I futuri genitori e le agenzie non si stancano di dire che l’Ucraina è abbastanza e “sviluppata” ed “europea”, al fine di consentire alle donne di prendere decisioni libere a favore della maternità surrogata.

        Eppure, le differenze economiche tra i futuri genitori e le madri surrogate sono così straordinarie che qui, come in altri paesi con bassi salari, il discorso caritatevole e filantropico si manifesta spesso. Così, in un forum internazionale per i futuri genitori, una donna scrive: “Grazie alla maternità surrogata in Ucraina, aiutiamo queste donne e le loro famiglie a fare soldi”. In effetti, il profitto dovuto alla maternità surrogata in relazione allo stipendio medio ucraino è molto elevato. Mentre molte madri surrogate lavorano e guadagnano non più di 250 euro al mese, riceveranno circa 10.000 euro per la gravidanza. In confronto negli Stati Uniti, le madri surrogate ricevono tra 25.000 e 30.000 mila euro. Questo contrasto è spesso attratto dai genitori-clienti e dalle agenzie intermedie per seppellire il rimprovero in atto: con un guadagno così alto, non ci può essere alcuna questione di sfruttamento. Da questo punto di vista, la maternità surrogata diventa una soluzione, non un sintomo di disuguaglianza globale. Per quanto riguarda l’Ucraina, questa discussione cade su un terreno particolarmente fertile dal 2014, quando sono scoppiati disordini politici ed economici. È aumentato il numero di potenziali madri surrogate causate dal conflitto Russia-Ucraina e dalla conseguente recessione economica. La maggior parte di queste donne tra i 20 ei 35 anni proviene dall’Ucraina centrale e orientale. Molti prendono parte a programmi di maternità surrogati a Kyiv o Kharkiv. Alcune raggiungono anche Mosca o San Pietroburgo – un viaggio lontano, che intraprendono sulla base di un’alta ricompensa. Inoltre, la distanza aumenta l’anonimato e quindi protegge dallo stigma morale. Cominciando con il conflitto tra Ucraina e Russia il viaggio è diventato più difficile e il numero di madri surrogate ucraini nelle cliniche russe per l’infertilità è diminuito.

        Il discorso caritatevole di futuri genitori e agenzie dovrebbe essere letto come una reazione diretta alle pesanti critiche della maternità surrogata. Mentre i futuri genitori, sulla base di questa critica, devono servire determinati discorsi legittimi, gli stessi discorsi sono integrati da agenzie intermedie e metodi pubblicitari. Ma non tutti puntano sulle stesse strategie.

Marketing aggressivo

        Internet svolge un ruolo importante nel reclutamento di madri surrogate. Agenzie e intermediari privati fanno pubblicità attraverso i social network, come l’equivalente russo di Facebook, VK. Le madri surrogate e i futuri genitori, al fine di evitare costose agenzie intermedie, possono includere i propri annunci sulle piattaforme online. Nei cosiddetti “programmi diretti”, le due parti sono in stretto contatto e possono concordare i termini della loro cooperazione. I programmi surrogati conclusi tramite le agenzie sono, al contrario, standardizzati e anonimi per entrambe le parti. Questo è un grande vantaggio, dicono le agenzie, perché il contatto è ridondante – la maternità surrogata è solo un rapporto di lavoro – e talvolta persino pericoloso: come “madri surrogate affamate di soldi” e “i genitori che vogliono controllare tutto” sono interessati solo al loro beneficio. Le agenzie portano molto qui, mescolando la retorica della paura e assumendo così la posizione di difensore. Prima di tutto, i futuri genitori stranieri si prestano facilmente a questa retorica. Basandosi su un linguaggio e una conoscenza locale insufficienti, un viaggio attraverso un’agenzia locale è quasi inevitabile per loro.

Condizioni legali per le coppie tedesche

        Ma sembra che la macchina promozionale sta funzionando bene tra i clienti ei clienti dalla Germania: La clinica indica che nel 2017 presumibilmente avevano 750 coppie tedesche che usavano i servizi di medicina riproduttiva – che è tre volte di più rispetto al 2014. Secondo l’ambasciata, quasi il 90% delle coppie tedesche che fanno la maternità surrogata in Ucraina collaborano con BioTexCom. La clinica indica anche la “collaborazione” con l’ambasciata, che quest’ultima nega. Ma il processo burocratico, nel frattempo, procede molto agevolmente e viene già portato “all’automatismo”: dopo la nascita del bambino, il padre e la madre surrogata devono firmare vari documenti in ambasciata. Tra le altre cose, il padre firma il riconoscimento della paternità e la madre surrogata dà il suo consenso. Un test genetico – come altri paesi lo richiedono in parte – non è necessario per questo. Dopo queste firme, il bambino riceve la cittadinanza tedesca e quindi il passaporto tedesco. Il certificato di nascita ucraino – nel nome dei genitori, in cui, tuttavia, la madre surrogata non appare – così come la dichiarazione notarile della madre surrogata, non è riconosciuta secondo la legge tedesca. Il trasferimento della custodia alla futura mamma avviene più tardi, cioè dopo la cosiddetta “adozione del figlio del coniuge”. Nel duplicato del certificato di nascita, nel certificato di nascita tedesco, viene menzionato il nome della madre surrogata. I genitori dovrebbero essere consapevoli che il loro bambino prima o poi scoprirà la madre surrogata.

“Un decennio fa, il processo burocratico di maternità surrogata nell’ambasciata tedesca era ancora completamente impensabile”, ha commentato il dipendente. “Da allora, è emerso un atteggiamento più democratico nei confronti di questo; ma ancora l’intero processo è durato più di un anno. Oggi, il processo viene eseguito rapidamente ed efficientemente in poche settimane. Nel frattempo, ci fu un atteggiamento più aperto al soggetto. Alcuni anni fa, i genitori spesso cercavano di nascondere la maternità surrogata. Ora le coppie menzionano la maternità surrogata direttamente e più accuratamente informate sulla procedura. Questo ha i suoi vantaggi, ma può anche portare al fatto che i genitori saranno più esigenti verso l’ambasciata e si arrabbieranno se il processo durerà più a lungo di quanto avevano programmato per loro stessi. Ma non ci sono garanzie per una linea di condotta regolare. L’ambasciata tedesca avverte sulla sua pagina che “in alcuni casi l’uscita dei bambini è impossibile e possono essere collocati in un orfanotrofio” e quindi “in genere non consiglia di prendere parte ai programmi di maternità surrogati ucraini”.

        Per i dipendenti dell’ambasciata, l’attuale approccio all’argomento è “una decisione perfettamente buona”. Sono contenti della precisa regolamentazione e del fatto che non hanno bisogno di giocare a detective. Ma temono che un giorno arriverà una valanga che non saranno in grado di fermare. “La maternità surrogata non può essere vietata”, ha detto il funzionario dell’ambasciata. Per il futuro, è necessario trovare un modo per demotivare i genitori dal venire in Ucraina. Allo stesso tempo, è necessario garantire che i figli dei genitori, che comunque hanno scelto questa strada, non finirebbero in un vuoto giuridico. La migliore possibilità a suo parere sarebbe un emendamento alle leggi ucraine che proibiscono la maternità surrogata per le coppie straniere.

Cinclusione

        Ora nel parlamento ucraino vengono discussi progetti di questo genere. Ciò può avere conseguenze di vasta portata: alcune leggi prevedono la maternità surrogata, così come altre misure di tecnologia riproduttiva assistita solo per le coppie con residenza permanente in Ucraina e / o per le coppie provenienti da paesi in cui è consentita la maternità surrogataInoltre, dovrebbe essere introdotto un limite di età per i futuri genitori. Ma tutto si è calmato attorno a un possibile cambio di legge. I dipendenti del consolato dubitano che una decisione verrà in parlamento in parlamento nel prossimo futuro. Per il momento, il governo ha altre priorità e forse le cliniche e le agenzie vogliono scoraggiare attivamente i cambiamenti della legge. Queste istituzioni sono i maggiori beneficiari del business riproduttivo. Lottano non solo attraverso informazioni fuorvianti, ma anche attraverso la monopolizzazione delle informazioni per ottenere un mercato redditizio. Come il pendente tra i futuri genitori e la madre surrogata hanno molto potere, influenza e manipolare la comunicazione tra le parti e le loro relazioni. Il governo, che, per la sua attuale posizione legislativa molto rudimentale, ha varie possibilità di sviluppo. Se in Ucraina si tratta di integrare la legge, sarebbe auspicabile che si ponga anche l’obiettivo di una migliore protezione per le madri surrogate e anche i genitori.

        Le conversazioni con i dipendenti del dipartimento legale e consolare dell’Ambasciata tedesca si sono svolte a Kiev nel periodo dal 2015 al 2018.

L’autore:

Veronika Siegl, che ha difeso la sua tesi di dottorato, ma non ancora laureata, è assistente all’Istituto di antropologia sociale e insegnante freelance presso il centro interdisciplinare per la ricerca di genere dell’Università di Berna. Come parte della sua tesi: “Fragile Truths.The Ethical Labor of Doing Trans-/national Surrogacy in Russia and Ukraine” (2018) ha esplorato la pratica controversa della maternità surrogata commerciale.

mercoledì 29 maggio 2019

Malattie reumatiche “nemiche” della gravidanza? Una donna su 2 le teme

       Le donne con malattie reumatiche come artrite reumatoide, artrite psoriasica, spondiloartite assiale, lupus eritematoso sistemico e sclerosi sistemica, sono condizionate in maniera negativa rispetto al loro desiderio di maternità, tanto che più di 1 su 2 (55%) ha paura di diventare mamma. Lo rivela un’indagine dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere.
Malattie reumatiche “nemiche” della gravidanza? Una donna su 2 le teme
Più colpite le donne
      In Italia, secondo dati Istat, le malattie reumatiche rappresentano la condizione cronica più diffusa e colpiscono 5 milioni e mezzo di persone: 2 su 3 sono donne: ben 3 milioni e mezzo di italiane, quindi, hanno a che fare con queste malattie, che si manifestano per lo più in età giovane. Diversi studi dimostrano che gli ormoni femminili giocano un ruolo importante.

Che cosa succede nei 9 mesi
      La gravidanza può influire sul decorso della malattia che, a sua volta, se non ben controllata, può causare diverse complicanze. Per quanto non priva di rischi, tuttavia, con un’attenta gestione medica e ostetrica la gravidanza può avere un esito favorevole, a patto di programmarla in un periodo di remissione stabile della malattia. Va sfatato il preconcetto secondo cui in gravidanza non sia possibile curarsi: esistono farmaci che possono essere utilizzati prima e durante la gestazione e continuati anche durante l’allattamento al seno. Il trattamento deve essere gestito e condiviso da reumatologo e ginecologo.

Maternità non impossibile
      Purtroppo per molti anni le donne affette da malattie reumatiche non sono state informate della possibilità di affrontare una gravidanza: secondo l’indagine un terzo di esse, in fase di diagnosi e cura, ha dichiarato che non era mai stato chiesto loro se desiderassero avere un figlio. L’appello a colmare questo gap informativo arriva dalle associazioni di pazienti che chiedono una maggiore comunicazione e un adeguato supporto psicologico prima, durante la gravidanza e dopo il parto, per chiarire dubbi ed essere informate in merito alla compatibilità della maternità con la terapia in atto.

Fonte https://www.bimbisaniebelli.it/concepimento/rimanere-incinta/malattie-reumatiche-nemiche-della-gravidanza-una-donna-su-2-le-teme-93511