Il fatto è che la maternità surrogata da un lato è praticata da anni in molti Paesi, dall’altro resta una giungla, specie per chi viene da luoghi, come l’Italia, dove il quadro legale è ancora incerto. Per una coppia omosessuale, le opzioni sono limitatissime, e fondamentalmente ricadono nei due Paesi che più al mondo tutelano tutti i soggetti coinvolti nella procedura, ovvero Stati Uniti e Canada. E infatti sono i forum femminili che pullulano di spasmodiche domande al riguardo, laddove ci sono donne che da anni cercano invano di avere un figlio col proprio marito, per cui la maternità surrogata è l’ultima spiaggia di un percorso doloroso.
All’agenzia ucraina Successful-parents mi dicono che accettano solo coppie etero, costo sui 40mila euro, e che devo prendermi un avvocato italiano per le pratiche di registrazione presso l’ambasciata. Al North Cyprus IVF di Nicosia, Cipro, dove in teoria accettano coppie omosessuali perché di fatto passano attraverso gli Stati Uniti, mi rispondono al telefono in turco.
Insomma, anche solo ottenere informazioni affidabili è una lotteria. Come se non bastasse, le legislazioni dei vari Stati cambiano di anno in anno. Il Messico, dove andavano alcuni single ed omosessuali, ha chiuso recentemente la maternità surrogata a queste categorie. La Thailandia l’ha blindata agli stranieri dal 2013. La Grecia è una delle mete più recenti, europea, economica, in teoria accessibile anche a donne single. In Russia si trovano cliniche che dicono di essere aperte a single e gay, ma gli avvocati sconsigliano quel Paese a queste specifiche categorie.
«Nella pratica per le coppie omosessuali restano solo gli Stati Uniti», commenta alla Stampa Franco Antonio Zenna, avvocato che lavora in Subrogalia, uno studio legale di Barcellona che gestisce la surrogazione per i suoi clienti, provenienti da vari Stati, anche l’Italia. «Il fenomeno riguarda soprattutto coppie etero che stanno assieme da anni». Zenna stima una decina di coppie tricolori al mese. Molte vanno in Ucraina perché economico, ma non mancano casi di truffe. Alimentate dall’incertezza del quadro giuridico di molti Stati.
Fonte http://www.lastampa.it/2016/02/14/italia/cronache/il-no-dellucraina-se-lei-omosessuale-nessun-trattamento-CnwjE5SBc1y3UpIHhU0sOK/pagina.html
Nessun commento:
Posta un commento