Le nuove linee guida, basate anche sui risultati emersi dal sondaggio, chiariscono che i diversi specialisti dei Centri di Fecondazione Assistita inglesi hanno il dovere di valutare per ogni coppia, i rischi che questi percorsi possono avere sul benessere di ogni bambino che può nascere con l’aiuto della medicina.
Fino ad oggi, sottolinea Clare Brown, presidente del “Charity Infertility Network”, questa valutazione risultava o eccessivamente cauta o intrusiva ed irrispettosa per le coppie. ra il medico di famiglia che faceva un primo bilancio, sia medico che psicosociale, riguardo alle scelte procreative delle coppie in tema di procreazione assistita. uesta modalità di valutazione, di fatto, risultava quasi una procedura burocratica, generica e spesso inefficace.
L’ente nazionale Human Fertilization and Embriology (HFEA) propone, invece, che siano le cliniche a considerare fattori di rischio medici, psicologici e sociali partendo da precisi indicatori:
E’ interessante notare come, tra i fattori da valutare, sia dato rilievo anche al diritto del bambino alla doppia genitorialità.
Già da tempo, in articoli che abbiamo pubblicato nel nostro sito (dei quali riportiamo alcuni esempi: Rapporto sessuale e fecondazione assistita del 9/09/03 – Al di là delle parole: La comunicazione medico-paziente del 29/09/03 – Il bambino della coppia del 12/10/04 e altri), abbiamo sostenuto la necessità di fornire strumenti di valutazione di rischio per la salute della coppia e del bambino nei percorsi di PMA.
Abbiamo sottolineato come siano fondamentali sia la formazione dei medici, finalizzata anche alla conoscenza e alla gestione delle problematiche emotive e relazionali delle coppie sia la presenza nei Centri di figure professionali di formazione psicologica.
In relazione agli elementi di rischio sopra ricordati, abbiamo sottolineato anche l’importanza di tre condizioni:
Vogliamo comunque sottolineare che la tutela della salute sia della coppia che del bambino, non giustifica, a nostro avviso, procedure di valutazione delle competenze genitoriali, incidendo sulla libertà e sul diritto di ognuno a decidere della propria vita.
Fonte http://www.news_pma/416/i-figli-di-domani
Fino ad oggi, sottolinea Clare Brown, presidente del “Charity Infertility Network”, questa valutazione risultava o eccessivamente cauta o intrusiva ed irrispettosa per le coppie. ra il medico di famiglia che faceva un primo bilancio, sia medico che psicosociale, riguardo alle scelte procreative delle coppie in tema di procreazione assistita. uesta modalità di valutazione, di fatto, risultava quasi una procedura burocratica, generica e spesso inefficace.
L’ente nazionale Human Fertilization and Embriology (HFEA) propone, invece, che siano le cliniche a considerare fattori di rischio medici, psicologici e sociali partendo da precisi indicatori:
- età dei pazienti stabilità del rapporto di coppia e desiderio di avere un figlio
- condizioni fisiche e mentali
- uso di droghe
- rischio di gravi malattie per il bambino
- qualsiasi altra condizione della coppia che possa essere considerata dannosa per il suo equilibrio e per il benessere del bambino.
E’ interessante notare come, tra i fattori da valutare, sia dato rilievo anche al diritto del bambino alla doppia genitorialità.
Già da tempo, in articoli che abbiamo pubblicato nel nostro sito (dei quali riportiamo alcuni esempi: Rapporto sessuale e fecondazione assistita del 9/09/03 – Al di là delle parole: La comunicazione medico-paziente del 29/09/03 – Il bambino della coppia del 12/10/04 e altri), abbiamo sostenuto la necessità di fornire strumenti di valutazione di rischio per la salute della coppia e del bambino nei percorsi di PMA.
Abbiamo sottolineato come siano fondamentali sia la formazione dei medici, finalizzata anche alla conoscenza e alla gestione delle problematiche emotive e relazionali delle coppie sia la presenza nei Centri di figure professionali di formazione psicologica.
In relazione agli elementi di rischio sopra ricordati, abbiamo sottolineato anche l’importanza di tre condizioni:
- mancanza di reale svincolo di entrambi i componenti la coppia dalle famiglie di origine
- rapporti rari e insoddisfacenti nell’area delle relazioni sessiali
- difficoltà a far emergere sofferenze e conflitti
Vogliamo comunque sottolineare che la tutela della salute sia della coppia che del bambino, non giustifica, a nostro avviso, procedure di valutazione delle competenze genitoriali, incidendo sulla libertà e sul diritto di ognuno a decidere della propria vita.
Fonte http://www.news_pma/416/i-figli-di-domani
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