Le metodiche di crioconservazione convenzionali sono sostanzialmente tre:
- metodo rapido: si effettua ponendo a contatto le cellule con i vapori di azoto liquido e quindi immergendole in azoto liquido
- metodo lento: si pongono le cellule a 4°C, quindi si pongono a -40°C e quindi si immergono in azoto liquido
- metodo lento automatizzato: si raffreddano le cellule in modo graduale con una metodica computerizzata, quindi si immergono in azoto liquido
Oltre a queste tecniche convenzionali di congelamento è possibile la cosidetta “vitrificazione” degli spermatozoi.
Essa consiste nell’immersione diretta degli spermatozoi in azoto liquido, non richiede l’uso dei classici crioprotettivi e dura pochi secondi.
La qualità del seme post-scongelamento è, comunque, paragonabile a quella ottenuta con le metodiche classiche in presenza di crioprottetivi.
I dati sul congelamento di ovociti ed embrioni sono rassicuranti in termini di salute del nascituro ottenuto con fecondazione in vitro con gameti femminili criopreservati.
La donna può scegliere di criopreservare i propri ovociti se per esempio non ha ancora un partner stabile, e vuole “bloccare” le proprie uova congelandole, per evitare la riduzione del loro numero e la loro degenerazione genetico-cromosomica (“social freezing”).
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