lunedì 8 febbraio 2016

Piano Nazionale per infertilità: 20% di coppie ne soffrono

        Un’occasione unica per focalizzare l’attenzione su un problema che è in via di espansione e che sta toccando nel privato, sempre più coppie di giovani che vogliono avvicinarsi alla maternità, ma non riescono. Saranno organizzate una serie di iniziative che metteranno in luce tutti gli aspetti della maternità, gli ultimi studi medici in campo di procreazione, gli avanzamenti nelle tecniche, oltre a toccare temi come la bellezza della maternità e la paternità, oppure le malattie che mettono a rischio la fertilità, impedendo di diventare genitori, ma soprattutto l’aiuto della medicina per quelle coppie che non riescono ad avere bambini, prima che sia troppo tardi.
        In Italia 20 anni fa, le coppie con problemi di fertilità e quindi con difficoltà di procreare per via naturale erano circa il 10%. Oggi siamo arrivati a 20% di giovani coppie che hanno il desiderio di diventare genitori, ma non ci riescono e sono costrette a rivolgersi a Centri specializzati per affrontare procedure di procreazione assistita.
        Questi numeri sono così epocali che mettono in allerta gli esperti, i quali iniziano a preoccuparsi sui livelli di denatalità, in quanto metterebbero a rischio il welfare e la tenuta del sistema sociale.
        E’ proprio partendo con lo slogan ‘difendi la tua fertilità, prepara una culla nel tuo futuro’ che il ministero della salute cerca di i giovani ad affacciarsi prima al mondo del concepimento, infatti, dai dati rilasciati dai centri di procreazione assistita arrivano dei dati sconcertanti: 2 coppie su 10 ha problemi a concepire un figlio naturalmente e 1 coppia su 3 ha più di 40 anni, età ormai in cui la fertilità ha subito un forte declino, infatti per le donne sotto i 35 anni si ha una probabilità di successo pari al 50%, la quale si riduce drasticamente sopra.
Famiglia-3        Questa giornata servirà proprio a formare i giovani sulle possibile cause di infertilità, sulle cattive abitudini alimentari che la procurano.
        Da alcune ricerche effettuate nel 2013, è emerso che in Italia vi è una media di 1,39 figli per donna, un dato che non consente di fornire un ricambio generazionale corretto, collocando il nostro Paese tra gli stati Europeo con i più bassi livelli di nascite.
        Sempre nel 2013, l’Istat ha stimato la nascita di circa 64 mila bambini in meno nati negli ultimi 5 anni, proprio per questo motivo, è diventato un impegno Nazionale, il cui obbiettivo è collocare la fertilità al centro delle politiche sanitarie ed educative nel nostro Paese, così da non rivolgere la nostra attenzione alla ricerca di un figlio troppo tardi, quando ormai ci sono davvero poche possibilità di riuscita.
        Finalmente un passo avanti in un campo che in Italia è ancora un tabù, ci complimentiamo con il ministro della salute Beatrice Lorenzin che ha sollevato il problema delle nascite ed ha deciso di proporre un’iniziativa per cercare di risolverlo, ponendosi degli obbiettivi:
  1. sensibilizzare innanzitutto i cittadini sul ruolo della fertilità, sulla durata e su come proteggerla evitando comportamenti a rischio
  2. secondo obiettivo è fornire assistenza qualificata promuovendo interventi di prevenzione e diagnosi precoce per curare la malattie dell’apparato riproduttivo.
  3. Operare un vero e proprio “capovolgimento” della mentalità corrente volto a rileggere la fertilità come bisogno essenziale non solo della copia ma dell’intera società, promuovendo un “rinnovamento culturale in tema di procreazione“.
  4. Sensibilizzare i giovani anche sulla decisione di avere un figlio consapevolmente, quindi sensibilizzando sulla contraccezione per evitare altri problemi, primo fra tutti l’aborto.
        Meglio prendere il toro per le corna e andare subito a fondo se un bebè non arriva dopo il primo anno di ricerca, rivolgersi ad un buon ginecologo che può consigliare i primi esami per escludere un problema serio di infertilità di coppia.
Fonte https://wordpress.com/2015/05/27/piano-nazionale-per-infertilita-20-di-coppie-ne-soffrono/

Nessun commento:

Posta un commento