Normalmente nascono circa 105 bambini ogni cento bambine, un naturale vantaggio che sembra bilanciare il più alto numero di morti tra i feti e i neonati di sesso maschile. Questo rapporto, però, sembra ribaltarsi nelle gravidanze ottenute con la Icsi, utilizzata prevalentemente per trattare i problemi di infertilità maschile (pochi spermatozoi o di bassa qualità) o quando la causa dell'infertilità di coppia è poco chiara.
I ricercatori, guidati da Barbara Luke, hanno considerato più di 15.000 bambini statunitensi nati nel 2005 con la riproduzione assistita. Tra i bambini concepiti con Icsi, solo il 48,9 per cento era di sesso maschile (contro il 52,5 per cento dei neonati di quello stesso anno concepiti naturalmente).
“Solo l'1 per cento delle nascite con riproduzione assistita è ottenuto con la ICSI e si parla, quindi, di numeri molto piccoli, che non possono alterare in alcun modo il bilancio demografico o ripercuotersi sulla salute pubblica” riporta Luke. Non è chiaro, comunque, perché la ICSI modifichi la proporzione maschi/femmine: al momento non ci sono prove che l'infertilità del padre possa influenzare questo rapporto; i ricercatori pensano piuttosto che il bias sia in qualche fase del procedimento.
Fonte: The sex ratio of singleton offspring in assisted-conception pregnancies. Luke B, Brown MB, Grainger DA, Baker VL, Ginsburg E, Stern JE; Society for Assisted Reproductive Technology Writing Group. Fertility&Sterility
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