La Dott.ssa Numez de la Mora afferma che lo studio evidenzia come nella pubertà il corpo "ha più accesso all’energia" che è sostenuta da condizioni di vita che comprendono l’alimentazione e tutti i comportamenti e regimi che tutelano la salute.
Il team dei ricercatori suggerisce, quindi, un monitoraggio più attento di tutti i fattori che durante l’infanzia e, in particolare, nel periodo tra la nascita e gli 8 anni, possono tradursi, anche attraverso modifiche dell’assetto ormonale, in "benefici effetti sulla sterilità".
Questo monitoraggio appare di fondamentale importanza ed esige, a mio avviso, protocolli e metodologie di ricerca multidisciplinari improntati al più alto rigore scientifico.
L’innalzamento dei livelli ormonali (progesterone ed estradiolo), infatti, sembra produrre anche effetti indesiderati sulla salute della donna, soprattutto nel lungo periodo e nella generazione successiva.
Effetti indesiderati che comprendono anche un più alto rischio di tumore al seno.
Collegare la percezione del rischio di infertilità a cause che rimandano a variabili così complesse e sfuggenti come, ad esempio, ai radicali processi di adattamento fisico e di ristrutturazione psichica e sociale di chi emigra da un paese all’altro, non è cosa facile: in ogni persona i nessi psiche-soma sono strettissimi.
Ciò che emerge, invece, a mio parere, con assoluta chiarezza dalla ricerca è che la salute riproduttiva è parte integrante della salute intesa come benessere fisico psichico e sociale e non vada intesa troppo riduttivamente, come assenza di malattia, in particolare in aree in cui la salute è il risultato dell’armonica integrazione di circuiti neurofisiologici e psicoaffettivi.
Fonte http://www.news_pma/223/cosi-l-infanzia-condiziona-la-fertilita
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