I dati sono stati presentati oggi, durante il 27esimo meeting annuale dell’Eshre, in corso a Stoccolma, e mostrano un enorme divario tra la nostra esperienza e quella degli altri paesi.Dopo l’Italia, infatti, seguono la Finlandia con appena 325 cicli, la Russia con 220 e la Spagna con 199 (dati sempre riferiti al 2008).
Fino a oggi il recupero di ovociti congelati non era stato monitorato a livello europeo perché, come dimostrano chiaramente i numeri, si tratta di una tecnica poco diffusa a livello globale. Da qualche tempo a questa parte, però, se ne parla sempre più: il congelamento degli ovociti, infatti, rappresenta oggi una chance di conservare la fertilità per le donne che devono sottoporsi a terapie (come quelle oncologiche) e per quelle che - per scelta personale o motivi socio-economici - decidono di ritardare il momento in cui avere un bambino.
“In Italia siamo ben consapevoli di questo primato e di questi numeri, visti gli obblighi della legge 40, che dal 2004 ha vietato la crioconservazione degli embrioni”, ha commentato Andrea Borini, direttore scientifico di Tecnobios Procreazione. “In cinque anni – ha continuato Borini – il congelamento e il recupero degli ovociti crioconservati sono diventate tecniche di routine, tanto che i bambini nati in Italia da ovociti congelati dal 2005 al 2009 sono circa 1.170. Va però sottolineato che le cose stanno già cambiando. Dalla sentenza della Corte Costituzionale 151 del 2009, infatti, il numero di ovociti congelati si è ridotto a favore della crioconservazione degli embrioni, come ha rilevato anche il Registro Nazionale Pma .
Al convegno dell’Eshre sono stati anche presentati gli ultimi dati raccolti a livello mondiale (questa volta per il 2007) dall’International Committee for Monitoring Assisted Reproductive Technologies (Icmart). Ed emergono altri due primati: quello della Spagna per la sua quota del 30% delle ovodonazioni europee, e quello dellaSvezia per la più bassa frequenza di parti multipli (non solo in Europa, ma nel mondo, con il 7% di parti gemellari e lo 0,1% di trigemini).
“Anche per quanto riguarda le gravidanze e i parti multipli abbiamo risentito molto della legge 40”, commenta ancora Borini: “L’obbligo a impiantare contemporaneamente nell’utero tutti gli embrioni formatisi, per un numero massimo di tre, non poteva certo portare a una diminuzione delle gravidanze trigemine. La sentenza della Consulta ha però eliminato anche questo vincolo e, come conseguenza, la nostra media di parti trigemini si sta avvicinando a quella europea”.
Alla Svezia tengono testa anche la Finlandia e l’Austrialia. Nel 2007, in Spagna, l’incidenza di parti gemellari toccava il 23,8% e in Italia il 21,1%. La media europea per i parti gemellari risulta del 20,6% e per i trigemini dell’1,1%.
Ultimo sguardo all’accesso alla Pma nei vari paesi. Secondo il rapporto, i cicli che si eseguono in Francia (5.464), Italia (4.015), Spagna (3.845), Paesi Bassi (6.382), Germania (4.810) e Gran Bretagna (4.066) sono ancora bassi rispetto a quelli delle nazioni del Nord Europa, come la Svezia (9.228), la Norvegia (9.287), la Danimarca (12.712) e la Finlandia (9.291).
“In Italia siamo ben consapevoli di questo primato e di questi numeri, visti gli obblighi della legge 40, che dal 2004 ha vietato la crioconservazione degli embrioni”, ha commentato Andrea Borini, direttore scientifico di Tecnobios Procreazione. “In cinque anni – ha continuato Borini – il congelamento e il recupero degli ovociti crioconservati sono diventate tecniche di routine, tanto che i bambini nati in Italia da ovociti congelati dal 2005 al 2009 sono circa 1.170. Va però sottolineato che le cose stanno già cambiando. Dalla sentenza della Corte Costituzionale 151 del 2009, infatti, il numero di ovociti congelati si è ridotto a favore della crioconservazione degli embrioni, come ha rilevato anche il Registro Nazionale Pma .
Al convegno dell’Eshre sono stati anche presentati gli ultimi dati raccolti a livello mondiale (questa volta per il 2007) dall’International Committee for Monitoring Assisted Reproductive Technologies (Icmart). Ed emergono altri due primati: quello della Spagna per la sua quota del 30% delle ovodonazioni europee, e quello dellaSvezia per la più bassa frequenza di parti multipli (non solo in Europa, ma nel mondo, con il 7% di parti gemellari e lo 0,1% di trigemini).
“Anche per quanto riguarda le gravidanze e i parti multipli abbiamo risentito molto della legge 40”, commenta ancora Borini: “L’obbligo a impiantare contemporaneamente nell’utero tutti gli embrioni formatisi, per un numero massimo di tre, non poteva certo portare a una diminuzione delle gravidanze trigemine. La sentenza della Consulta ha però eliminato anche questo vincolo e, come conseguenza, la nostra media di parti trigemini si sta avvicinando a quella europea”.
Alla Svezia tengono testa anche la Finlandia e l’Austrialia. Nel 2007, in Spagna, l’incidenza di parti gemellari toccava il 23,8% e in Italia il 21,1%. La media europea per i parti gemellari risulta del 20,6% e per i trigemini dell’1,1%.
Ultimo sguardo all’accesso alla Pma nei vari paesi. Secondo il rapporto, i cicli che si eseguono in Francia (5.464), Italia (4.015), Spagna (3.845), Paesi Bassi (6.382), Germania (4.810) e Gran Bretagna (4.066) sono ancora bassi rispetto a quelli delle nazioni del Nord Europa, come la Svezia (9.228), la Norvegia (9.287), la Danimarca (12.712) e la Finlandia (9.291).
Fonte:"For the first time, the European IVF Monitoring Group reports on cycles using frozen eggs"
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