domenica 18 marzo 2018

Malattie croniche intestinali in gravidanza: i rischi per il feto

Gravidanza e malattie intestinali
foto_gravidanza_pancia         Lo studio del 2010 realizzato in Australia ha preso in considerazione la concezione che le donne hanno delle malattie intestinali. È emerso che l’84% delle donne ritiene che le terapie per curare le patologie croniche intestinali sono dannose. Solamente il 19% delle donne prese in considerazione si è preoccupato dell’influenza che la malattia potesse avere sulla gravidanza. Le altre hanno dichiarato di preferire eventualmente di sopportare i sintomi senza prendere alcun farmaco. L’opinione di queste ultime è totalmente sbagliata. La malattia, se non controllata, può avere delle conseguenze gravissime sul feto, mettendo in pericolo la sua stessa sopravvivenza. A portare problemi alla gravidanza non è quindi la terapia e i farmaci, ma la malattia di per sé.

         Il 28% delle donne incinte intervistate ha dichiarato di aver interrotto la terapia per curare le malattie intestinali senza aver prima consultato il proprio medico. Molte di queste donne hanno dichiarato di aver preso informazioni dai familiari e amici o da Internet e di aver quindi deciso di smettere la terapia su consiglio non di medici ma di persone non esperte.

Le malattie intestinali influiscono anche sulla fertilità
         Anche la fertilità spesso è messa in pericolo dalle patologie croniche dell’intestino. La colite ulcerosa in remissione non dà problemi particoli alle donne che ne soffrono: la loro fertilità è in linea con la popolazione. Le donne affette dalla malattia di Chron hanno invece livelli di fertilità più bassa. I farmaci assunti dalle donne non influiscono sulla loro fertilità. È diverso per gli uomini, che in relazione ad alcune terapie vedono diminuinita la fertilità. Dopo alcuni mesi comunque l’effetto svanisce e la fertilità torna quella di prima.

         Questo tipo di malattie aumentano il rischio di aboto spontaneo, nascita pre-termine e basso peso del neonato. È opportuno, quando si scopre di essere incinte, pianificare con il gastroenterologo una terapia adatta e consigliarsi anche con il ginecologo. Per il parto non ci sono particolari esigenze di cesareo, se non in caso di malattie perianali.

         Sarebbe opportuno cercare una gravidanza in fase di remissione della malattia, perché ci sono meno possibilità che possa tornare.

Fonte https://www.passionemamma.it/2017/12/malattie-croniche-intestinali-gravidanza-rischi-feto/

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