giovedì 22 marzo 2018

Allattamento al seno: cosa c’è da sapere sulla montata lattea?

allattamento il senoLatte
      Durante tutto il periodo gestazionale, gli ormoni presenti in circolo lavorano anche al fine di preparare la ghiandola mammaria alla produzione del latte. Estrogeni e progesterone provvedono alla piena maturazione dal punto di vista morfologico e funzionale di queste ghiandole. Le mammelle sono appunto ghiandole secretive costituite da lobi, lobuli, alveoli e dotti galattofori. Tutte queste strutture, dopo il parto, lavorano sinergicamente nella produzione e raccolta del latte in attesa di nutrire il bambino. Il meccanismo è regolato principalmente dall’azione di prolattina e ossitocina, ma è la suzione esercitata dal piccolo a darvi il via e a regolare la produzione lattea.

Colostro
      Il vero e proprio latte non compare sin da subito, ma non è un caso. Subito dopo la nascita, infatti, la ghiandola mammaria è adibita alla produzione del colostro. Viene definito anche “primo latte“, in virtù di questo, e manifesta caratteristiche particolari e inconfondibili. Si tratta di un liquido più denso di ciò che ci si aspetta dal latte, di colore tendente al giallognolo, povero di grassi e ricco di zuccheri, proteine, vitamina A e soprattutto anticorpi. Questo è esattamente quello di cui ha bisogno un neonato nelle sue prime ore di vita, è l’alimento perfetto per rispondere a tutte le sue esigenze.

colostro      Infatti, è ricco di sostanze nutritive, di energia, di cellule deputate all’incremento delle sue difese immunitarie ed molto digeribile. In tal modo aiuta a contenere il calo fisiologico di peso che segue il parto e gli fornisce gli strumenti necessari per crescere forte e sano fino all’arrivo del latte vero e proprio. Il suo potere lassativo aiuta il neonato a espellere le prime feci (il meconio) e l’eccesso di bilirubina, riducendo il rischio di ittero. Non dimentichiamo, inoltre, l’importanza dal punto di vista psico-emotivo dell’attaccamento precoce.

Allattare al seno
      Tra i primi istinti del neonato c’è quello di cercare il seno materno. Non solo per nutrirsi, ma anche per il bisogno di sentirsi vicino alla sua mamma. Anche per la mamma è importante riprendere lo stretto e intimo rapporto costruito insieme durante la gravidanza. Dopo il parto, però, è possibile farlo guardandosi negli occhi e imparando a conoscersi meglio attraverso l’esperienza quotidiana. Inoltre, prima avviene questo contatto, prima si accelera la produzione di prolattina e ossitocina. Come detto, questi sono i due principali ormoni responsabili della produzione di latte materno.

Montata lattea quando arriva
      L’arrivo della montata lattea non è uguale per tutte le mamme. Dipende molto dalla perseveranza della mamma nell’attaccare il piccolo al seno, imparando a capire quando è il momento giusto e abituandolo con calma all’allattamento. L’inizio della produzione di latte materno “maturo” è un evento che avviene in genere intorno ai 3-4 giorni successivi al parto, ma è importante ribadire che i tempi sono molto variabili da mamma a mamma.

Montata lattea
montata_lattea_quando_arriva      Nel giro di pochi giorni, il colostro muta la sua composizione e poco a poco raggiunge quella del latte maturo. Diminuisce il contenuto di proteine e sali minerali, e aumenta la percentuale di grassi in corrispondenza del maggior bisogno energetico del neonato. Anche questo cambiamento, come per il colostro, non è un caso. Con il passare dei giorni, il neonato continua a svilupparsi e crescere velocemente, e il suo fabbisogno cambia altrettanto rapidamente. La variazione della composizione del latte materno si rispecchia anche sul suo aspetto. Infatti è più bianco, fluido e soprattutto abbondante. In alcune donne il latte si presenta subito abbondante mentre per altre bisogna aspettare qualche giorno in più. Nulla di preoccupante! Tutto normale, soprattutto dopo un parto cesareo. La montata lattea dopo un cesareo suole essere un po’ più tardiva.

L’allattamento
      Per tutte le donne, la raccomandazione per favorire l’arrivo della montata lattea è sempre quella di attaccare al seno il bambino, subito dopo il parto preferibilmente. Altrimenti almeno nelle due ore dopo il parto, per garantire a mamma e bambino di riprendere il loro legame. Sentendosi uniti, anche se separati fisicamente, sarà più facile gestire il post parto dal punto di vista psicologico ed emotivo. Inoltre, un attaccamento precoce permette una precoce stimolazione mammaria. Di conseguenza, arriverà certamente prima la montata lattea.

Montata lattea sintomi
      I sintomi della montata lattea possono verificarsi in maniera differente da donna a donna. Alcune non avvertono cambiamenti significativi, per altre non sembra essere un passaggio così tranquillo. In genere, quando avviene, i sintomi sono: inturgidimento del seno, sensazione di pesantezza, calore, tensione, a volte anche un po’ di dolore. In alcuni casi si evidenzia la comparsa di un reticolo di vene bluastre sulla superficie del seno. Si potrebbe percepire una sensazione fastidiosa simile a micropunture all’interno della mammella.

montata lattea dolore      In alcuni casi si lamentano improvvisi brividi di freddo, che possono interessare il seno, ma anche altre parti del corpo come la schiena, le braccia e le gambe. Molte donne si spaventano principalmente per la tensione mammaria. Queste ultime riferiscono spesso che il seno sembra essere troppo pieno. In genere, si ha questa sensazione perché non si era abituate a una tale abbondanza con la produzione del colostro. La produzione del latte sarà poi regolata nel susseguirsi delle poppate, dalla “domanda” del bambino. Quanto latte richiederà in una poppata mediante la suzione, tanto latte verrà prodotto alla poppata successiva. Se la sua richiesta aumenta, stimolerà l’areola a tal punto da regolare il meccanismo di produzione del latte su quantità maggiori, tali da soddisfare i suoi       bisogni.

Montata lattea dolore
      Il dolore al seno all’arrivo della montata lattea può essere dovuto all’estrema sensibilità dei tessuti sollecitati. Ma se diventa insopportabile, cosa significa? Potrebbe dipendere dalla presenza di un ingorgo mammario. Quest’ultimo si verifica, infatti, quando la mamma produce più latte di quanto il piccolo riesce a succhiare. Di conseguenza il latte che rimane in stasi forma l’ingorgo e questo ne impedisce il passaggio. Il seno diventa duro e dolente, e il latte non fuoriesce. La suzione comincia a essere dolorosa per la donna e il panico imperversa.

      Può accadere nel momento in cui si passa dalla quantità più scarsa del colostro a una quantità più abbondante. La prima cosa da fare è allattare spesso il bambino. Ci si può aiutare applicando degli impacchi caldo-umidi sul seno prima della poppata, per agevolare la fluidificazione dell’ingorgo e ripristinare al più presto la normale produzione del latte ed eiezione dello stesso. In questo modo si decongestiona in maniera atraumatica il seno dolente e si evita di abbandonare l’allattamento, garantendo al proprio bambino il miglior nutrimento per la sua crescita.

Attaccare al seno
      Attaccare al seno il bambino nel modo corretto impedisce la formazione di un altro comune problema dell’allattamento, ovvero la formazione di ragadi. Queste piccole screpolature sul capezzolo possono rendere difficile l’attaccamento. Ciò spesso induce la mamma a rinunciare all’allattamento, se non è correttamente sostenuta e consigliata da chi di competenza. Le labbra del piccolo, ad esempio, devono essere ben aperte e devono accogliere buona parte dell’areola, non solo il capezzolo. Mettere in pratica questo e tanti altri piccoli accorgimenti permette di garantire sia alla mamma che al bambino equilibrio e benessere psico-fisico.

allattamento al seno montata lattea Allattamento
       Se la montata lattea tarda ad arrivare? Basta semplicemente attaccare il neonato al seno per stimolare la produzione di prolattina. Soprattutto per questo motivo, in molti reparti di maternità, viene favorito il rooming in. Consiste nella consuetudine di tenere il bambino in camera con la mamma durante la permanenza in ospedale dopo il parto. Questo continuo contatto favorisce molti meccanismi psico-emotivi, ma soprattutto favorisce l’attaccamento al seno quando richiesto dal bambino.

      Secondo alcuni studi, la produzione di prolattina è più alta nelle ore notturne. Quindi anche il sonno è fondamentale. Un clima rilassato e una corretta idratazione sono aspetti favorevoli da non sottovalutare. Per allattare al seno, dunque, bisogna anche ricevere il sostegno necessario dal partner e in generale da chiunque circondi la neo mamma. Una donna tranquilla, che si sente sostenuta e protetta, che ha la possibilità di riposare spesso, è quasi sempre una donna che allatta senza problemi. Ad ogni modo, in caso di difficoltà, basta rivolgersi ad un’ostetrica, che valuterà la situazione e darà le giuste informazioni per risolvere eventuali problemi.

Fonte https://www.passionemamma.it/2018/03/montata-lattea-allattamento-al-seno/

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