sabato 27 gennaio 2018

I nutraceutici aiutano la fertilità?

      Il nome “integratori” indica che hanno la stessa natura degli alimenti che mangiamo (infatti contengono sostanze comunemente contenute nei vari cibi), ma che possono trovare una loro utilità laddove, nonostante un’alimentazione più equilibrata possibile, ci si ritrovi in carenza o con un aumentato fabbisogno di uno o più nutrienti. Questo può accadere in presenza di particolari condizioni (ad esempio un particolare stile di vita), di una patologia (allergie o problemi gastrointestinali, tanto per citarne due) o semplicemente per predisposizioni genetiche.

      Molto spesso, e negli ultimi anni sempre di più, anche in caso di infertilità vengono suggeriti determinati tipi di nutraceutici.

      Da un lato la ricerca scientifica si orienta sempre più verso lo studio delle cause, congenite o correlare a fattori esterni, di infertilità e subinfertilità, dall’altro i costi elevati di tecniche di riproduzione assistita hanno portato i consumatori ad orientarsi verso alternative più economiche e a portata di mano.

      L’infertilità colpisce il 15% delle coppie (Ko e Sabanegh, 2013) e nella metà dei casi la causa risiede nell’uomo e sono soprattutto gli uomini a ricorrere all’aiuto di integratori alimentari, basati soprattutto su sostanze con attività antiossidante naturale.
      Per quanto, però, i nutraceutici siano di libero commercio e non necessitino di prescrizione medica, è sempre meglio evitare il “fai da te”.

      Lo stress ossidativo si origina da una eccessiva produzione di radicali liberi (ROS) e nei testicoli e nello sperma può avere varia origine: infezioni, infiammazioni, traumi, fumo di tabacco, inquinamento, intenso esercizio fisico, chemioterapia. Può dipendere da esposizione al calore (vasche termali, saune). Qualunque sia la sua origine, però, tra i suoi effetti più frequenti c’è la teratozoospermia, con produzione di spermatozoi immaturi e sottosviluppati, malformati per il oltre il 96% della produzione totale.

      Gli antiossidanti sono sostanze prodotte naturalmente dal nostro organismo oppure vengono introdotti con l’alimentazione, quando c’è un eccesso di radicali liberi e possono non essere sufficienti.
      Con l’alimentazione assumiamo antiossidanti consumando regolarmente erbe, frutta, verdura, noci, legumi, latticini e carne/pesce. Quando è necessaria un’integrazione, i prodotti solitamente consigliati sono a base di vitamine e minerali.

      Numerosissimi sono gli studi in letteratura sui nutraceutici e sui loro effetti sui parametri seminali e gli esiti della gravidanza.
Il Cochrane è un network di ricercatori, professionisti, pazienti e chiunque sia coinvolto o interessato alla salute.

      Attua un grande lavoro di revisione delle pubblicazioni in letteratura al fine di trovare delle evidenze scientifiche e dare una corretta informazione accessibile a tutti, per rendere migliore il mondo della sanità e della prevenzione.

      Nel 2011 il Cochrane ha effettuato una revisione di 34 studi controllati sugli antiossidanti, registrando un aumento statisticamente significativo dei tassi di gravidanza e del tasso di nati vivi negli uomini trattati con integrazione rispetto a quelli trattati con placebo.
Purtroppo il problema di questi 34 studi è lo stesso di quasi tutti gli studi su nutraceutici effettuati finora: campione troppo ridotto, tempi di studio troppo brevi, procedure non standardizzate.

      Questo significa che, nonostante esistano delle evidenze scientifiche che dimostrano l’efficacia di questi integratori, i lavori non sono sufficienti affinché vengano creati dei protocolli ufficiali di diagnosi e regimi di dosaggio al fine di standardizzare sia i prodotti che il loro utilizzo.

I nutraceutici  si usano o non si usano?
      Sicuramente è sconsigliato il “fai da te”. E’ sempre meglio rivolgersi ad un professionista (medico e nutrizionista, possibilmente in tandem), perché l’utilizzo di integratori è utile laddove ve ne sia effettivo bisogno, cioè dove davvero ci sia carenza di particolari nutrienti o un aumentato fabbisogno. Il motivo è semplice: anche le sostanze naturali, se assunte in eccesso, hanno i loro risvolti negativi.
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Qualche esempio:

      La vitamina C, potentissimo e famosissimo antiossidante, se assunta in eccesso, può provocare dispepsia, problemi renali, mal di testa.
      Lo zinco (utilizzatissimo per infertilità e subinfertilità maschile) se in eccesso può provocare perdita di appetito, ulcera gastrica, problemi gastrointestinali.
Il selenio (anche questo utile per problemi maschili) se in eccesso può provocare affaticamento, irritabilità, tremori, alitosi.
Cosa fare?
      Be’, innanzitutto si può fare molta prevenzione, anche in tempi in cui non si pensa ancora alla cicogna, perché questi processi di “risanamento” non sono molto veloci, quindi è bene pensare alla propria salute riproduttiva il prima possibile:


  • non fumare, smettere se si è iniziato;
  • non bere alcolici o magari concedersi un bicchiere di vino rosso di tanto in tanto, magari per sottolineare un’occasione o una compagnia particolare;
  • una dieta equilibrata, con preferenza di cereali integrali (orzo, farro, avena, riso integrale o bianco) e legumi, ricca di frutta e verdura di stagione (quelle fuori stagione costano il doppio e nutrono la metà); alternare carne, pesce e uova e assumere quotidianamente latte o derivati (anche un buono yogurt greco bianco è un ottimo alimento); ogni giorno assumere 20-30 g di frutta secca o di semi. In caso di voglia di dolce, un quadratino di cioccolato fondente (almeno 80%!) non può che far bene. Se ce ne sarà bisogno, il medico o il nutrizionista daranno informazioni su un’eventuale integrazione.
Fonte https://www.periodofertile.it/fertilita/nutraceutici-aiutano-la-fertilita

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