lunedì 15 gennaio 2018

BABYWEARING, PERCHÉ PORTARE I PICCOLI?

     Dalla recente ricerca pediatrica arrivano però delle novità: quello che per molti è solo un gesto d’affetto e per alcuni è un pericoloso vizio, potrebbe avere risvolti molto più profondi
portaree, se prolungato nel tempo, incidere positivamente sulla crescita psico-fisica del bambino.

     A dirlo e a farne materia di studio sono ormai moltissimi ospedali pediatrici in Italia e nel mondo, che hanno avviato sperimentazioni volte a dimostrare l’utilità del contatto prolungato tra bambino e genitori.
     Si parla ormai apertamente di canguro terapia, richiamando il comportamento tipico dei marsupiali, o di babywearing, con un termine che invita le madri ad “indossare” il proprio figlio, durante tutti i momenti della giornata.


Ma perché tutta questa attenzione e questa inversione di tendenza?
     Innanzitutto per ragioni pratiche, dettate dal cambiamento dello stile di vita di tutta la popolazione, che ha portato anche le donne e quindi le madri, ad avere una vita molto attiva, difficilmente conciliabile con la tradizionale figura della puerpera tutta casa e pannolini.
     Utilizzare un marsupio o una fascia per portare il bambino con sé è in verità uno dei metodi più comodi e pratici in molte occasioni in cui i sistemi tradizionali (passeggini, ovetti e quant’altro), si rivelano inefficienti.

     Basti pensare all’uso dei mezzi pubblici, allo svolgimento delle più semplici incombenze domestiche, al semplice gesto di fare la spesa o alla necessità di uscire di casa quando il tempo è inclemente.

     Il babywearing permette di dedicarsi a tutto: le mani sono libere e il piccolo è assicurato al petto del genitore e sempre e costantemente sotto controllo.

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