lunedì 31 luglio 2017

SEPARARSI DAL NEONATO DOPO LA NASCITA È UN TRAUMA?

Scriveva Grazia Honegger Fresco qualche anno fa:
       “La separazione della madre dal suo bambino subito dopo la nascita, imposta dal regime sanitario e giustificata dal bisogno di entrambi di riposare. In realtà è voluta dal personale, per tenere tutto facilmente sotto controllo. La separazione subito dopo la nascita, proprio nel momento più importante per ristabilire nel riposo, nel silenzio e nella vicinanza, il contatto profondo tra madre e figlio ha qualcosa di sadico, di necrotizzante: tutto deve essere asettico, perfetto, precettato, controllato. Solo dopo 10, 12, 15 ore, quando va bene, i due ‘partner’ si potranno incontrare di nuovo, a giudizio insindacabile dei sanitari”

Eppure
      “è nella presenza del bambino fin dai primi istanti che la madre coglie con profondità il significato di quanto ha vissuto, delle sue attese e delle sue speranze, mentre la lontananza dal figlio la deprime, la rende inquieta e sfiduciata. E’ nella presenza, nel caldo contatto con la madre che il bambino ricostruisce il legame profondo appena interrotto, un legame che è ancora solo corpo: pelle, odore, battito cardiaco, voce, respiro”
(G. Hoenegger Fresco, Essere genitori, p. 25).

        Tra le 15 raccomandazioni relative al parto stilate dall’OMS vi è anche questa:
“Il neonato in salute deve restare con la madre ogni volta che le condizioni dei due lo permettano. Nessun processo di osservazione della salute del neonato giustifica la separazione dalla madre”.

Abbiamo chiesto alle Mamme la loro esperienza…

Gabriella:
“La possibilità di poter tenere sempre accanto a me il mio bambino è stato direi il secondo parametro con cui ho valutato e scelto la struttura nella quale partorire.
neonatoLa motivazione per cui tenevo molto a questa cosa era data dal fatto che ritenevo (e ritengo) i primi istanti/ore/giorni determinanti nella riuscita dell’allattamento al seno.
Continuo ad essere convinta di questa scelta.
Avrei avuto molte difficoltà ad accettare una separazione se si fosse resa necessaria. Probabilmente nel tuo caso senza un valido motivo scritto nero su bianco non l’avrei accettata e avrei firmato per tenerlo con me. Uso comunque il condizionale perché mi rendo conto però che subito dopo il parto ero molto vulnerabile e le certezze di oggi non sono quelle di allora”.

Mery:
“Io ho scelto l’ospedale in base al fatto che è previsto il rooming in 24 ore su 24, ma mi è stato detto che dopo la nascita terranno la piccola “un paio d’ore in osservazione”. In effetti è dura da accettare. Inoltre la preleveranno durante le ore di visita (2 al giorno), a me non piace nemmeno questo. Ma vicino casa mia è il meglio che sono riuscita a trovare! Mi hanno comunque assicurato che sono estremamente attenti al legame mamma-bambino e a favorire l’allattamento al seno. Me lo auguro.”

Bimba76:
“Io mamma di bimbo prematuro, l’ho potuto tenere in braccio solo dopo 7 giorni dalla sua nascita, per poco e sotto osservazione delle infermiere…
Confermo lo stato d’animo… Il non sentirsi mamma del proprio pulcino….
La “difficoltà” di accettare il tutto…
Per me è stato di grande aiuto parlare con la psicologa della Tin…”

Ipa:
“Io ho partorito il 1 febbraio, TC in anestesia totale. Mio figlio stava bene Apgar 9, ma io l’ho potuto vedere solo dopo 17 ore dalla nascita! Sono dovuta rimanere in sala risveglio per 15 ore, ho saputo di mio figlio solo quando è arrivato il mio compagno, perchè l’anestesista mi ha detto che non sapeva niente perchè era rimasto tutto il tempo accanto a me…
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Ho avuto paura, ho fatto mille domande al mio compagno che l’aveva visto di sfuggita… a che ora è nato? Quanto pesa? Quanto è lungo? Neanche lui sapeva niente…
Quando l’ho visto per la prima volta la puericultrice è entrata con la culletta dietro di lei, mi si è piazzata davanti con tre biberon in mano dicendomi “niente mezze parole tuo figlio DEVE mangiare!”
Me l’ha attaccato al seno… mi ha detto 5 minuti per lato e poi bibe! Lui però dormiva…era così bello e con un nasino a patatina così buffo… Per mesi mi sono chiesta e lo faccio tuttora se lui “sà che sono io la sua mamma”…
Sono passata dal biberon all’allattamento al seno perché dovevo ricucire questo contatto con mio figlio… perché “non lo sentivo mio” …mi sembrava mi avessero fatto un regalo…”

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