domenica 16 luglio 2017

Le donne single italiane che vanno all’estero per avere un figlio

      “Se il vostro desiderio è quello di essere madre e non avete un partner maschile o il partner è una donna potete ricorrere alla riproduzione assistita.

      Qualunque donna con più di 18 anni e con piena capacità giuridica può essere la ricevente o l’utente delle tecniche contemplate dalla presente legge, a condizione che abbia prestato il consenso scritto al suo utilizzo in modo libero, consapevole ed esplicito. La donna può essere utente o ricevente delle tecniche di cui al presente atto a prescindere dal suo stato civile e orientamento sessuale.

      Lo si legge direttamente sul sito del gruppo ospedaliero con sede a Barcellona che si occupa di prestare assistenza alle donne che intendono intraprendere una gravidanza, che siano esse in coppia o single.

Le cliniche

      La Biotex è solo una delle tante cliniche che offrono consulenza medica e servizi specifici per inseminazione artificiale, fecondazione assistita e in vitro, donazione di ovociti e di liquido seminale.

      In Italia non è permesso alle donne senza un compagno di poter ricorrere a questi servizi, per cui chi nutre il desiderio di diventare mamma è costretto ad andare all’estero: Ucraina,  Belgio, Regno Unito, Danimarca, Grecia.

      Eppure il desiderio delle donne italiane di diventare mamme, malgrado il non avere una relazione o il non essere spostate, esiste ed è anche consistente.

      Basti pensare al fatto che molte delle cliniche che offrono questi servizi hanno personale dedicato che parla italiano, nonché versioni dei siti web nella nostra lingua: un dato che ci fa pensare a quanto la “domanda” in questo campo sia consistente e appetibile per il mercato.


      Il percorso per procedere con i trattamenti cambia da clinica a clinica e dipende dalle singole esigenze delle pazienti.

      “Alla donna vengono richiesti diversi esami clinici che può eseguire in Italia, alcuni dei quali dietro prescrizione medica, e poi si fissano degli incontri in clinica. Una volta inquadrata la terapia più adatta, viene ricercato il donatore, che resta e resterà per sempre rigorosamente anonimo”, continua a spiegare la direttrice.

      Per compiere l’intero iter può volerci in media un anno, ma i tempi dipendono da diversi fattori legati alla salute della futura mamma. Anche il costo varia a seconda dei trattamenti: si passa dai 2mila euro per l’inseminazione artificiale, fino ai 6mila per operazioni più complesse.

      La clinica si occupa di proteggere la privacy dei pazienti e dei donatori: i futuri nati non potranno mai conoscere l’identità dei loro padri, in nessun caso. L’equipe medica avrà il compito di selezionare il donatore più compatibile dal punto di vista genetico con il corredo cromosomico della donna.

      La presenza di queste cliniche, e le richieste ricevute ogni anno, sono la manifestazione di un cambiamento sociale tuttora in atto che si sta aprendo a nuovi modelli familiari.

      Famiglie monogenitoriali che però in Italia non sono ancora ben viste e che spingono le donne italiane a mentire e a rivolgersi altrove per poter soddisfare il loro desiderio di diventare mamme.

      “Le mamme single italiane rappresentano circa il 10 per cento dei trattamenti che in totale realizziamo in un anno. L’età media è di 34 anni mentre la mediana è 40 anni. Le donne ci consegnano un documento con una dichiarazione del loro stato civile e poi si procede con la scelta del trattamento e delle varie analisi cliniche”, spiega Giuliana Baccino.

Fonte http://www.tpi.it/mondo/europa/italia/donne-italia-mamme-single/#

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