Ma come si fa buona comunicazione in medicina? A fare luce su questo aspetto ancora trascurato sarà ora uno studio osservazionale condotto dal Centro C.U.R.A dell'Università degli Studi di Milano, realizzato con il sostegno incondizionato di Ferring Farmaceutici. Per la prima volta, verranno ripresi, e successivamente analizzati, gli incontri di ambulatorio tra il medico e il paziente in un settore poco esplorato, quello della procreazione medicalmente assistita (Pma), dove è frequente il fenomeno del dropout, per cui una coppia infertile che non si sente adeguatamente compresa interrompe il rapporto con il Centro di riferimento e magari varca i confini per recarsi in strutture all'estero.
Lo studio coinvolgerà circa venti pazienti (o coppie di pazienti infertili) in ciascuno dei dieci Centri di procreazione medicalmente assistita che aderiscono all'indagine (dal Nord al Sud, in tutta Italia), per un totale di circa 200 visite. La grande novità è rappresentata dalla metodologia di indagine. Per la prima volta sotto la lente dei ricercatori saranno infatti gli incontri tra il medico e i pazienti, registrati con il consenso scritto dei partecipanti. I filmati verranno poi analizzati dagli esperti del Centro C.U.R.A sulla base di variabili quantitative (durata dell'incontro, numero di domande fatte dal paziente, capacità di fornire al medico informazioni pertinenti) sia qualitative (clima emotivo generale, comprensione delle indicazioni ricevute, abilità relazionali del medico). Il via è previsto per il prossimo febbraio e i primi risultati sono attesi per l’ultimo trimestre del 2014.
“Abbiamo scelto la PMA perché è un settore ricco di progressi tecnologici, ma forse non altrettanto avanzato nella gestione degli aspetti emotivi, relativi al successo o al fallimento nella ricerca di un figlio. In questo ambito, una buona comunicazione tra il medico e le coppie infertili può davvero fare la differenza”, spiega Elena Vegni, professore associato di Psicologia clinica all'Università degli Studi di Milano e principal investigator del progetto di ricerca. “ Quando il rapporto funziona, infatti, si stabilisce una vera e propria alleanza terapeutica tra chi cura e chi chiede aiuto. Alleanza che può incidere positivamente anche sugli esiti finali del trattamento”.
L'obiettivo della ricerca è quello di individuare le principali aree critiche del rapporto medico-paziente e identificare gli elementi che, al contrario, favoriscono la partecipazione e l 'engagement della paziente e della coppia. In base ai risultati ottenuti e con i dati raccolti sarà poi possibile realizzare specifici percorsi formativi destinati ai medici che operano nell'ambito della procreazione medicalmente assistita.
Fonte http://www.news_pma/829/pma-un-grande-fratello-per-avvicinare-medici-e-pazienti
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