Sentirsi giudicate per aver rinviato troppo a lungo la maternità è cosa comune a molte donne intorno alla quarantina che non hanno figli. Avvertono il “pressing”, più o meno serrato, di familiari, amici e conoscenti, i quali, però, così facendo non le aiutano ad affrontare eventuali problemi di concepimento. Anzi. Secondo una ricerca condotta Merck Serono e Infertility Network UK, in queste circostanze molte donne provano imbarazzo a parlare di fertilità, anche e soprattutto con le persone più vicine. E così evitano l’argomento, aspettando mediamente due anni prima di rivolgersi al medico, con una tendenza tra le più anziane a prendere ancora più tempo.
In effetti, anche se le più recenti linee guida NICE contemplano l’investigazione medica già dopo un anno di tentativi di concepimento, molte coppie aspettano più a lungo prima di chiedere consiglio allo specialista. Tuttavia, considerato il drammatico declino della fertilità femminile dopo i 35 anni, questa tempistica non è certo ottimale, osservano gli autori dello studio. Per questo, osserva Clare Lewis-Jones, direttore esecutivo dell’Infertility Network UK, "bisogna promuovere la comunicazione, parlare apertamente di questi problemi”.
Fonte http://www.news_pma/820/infertilita-parlarne-e-importante
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