mercoledì 9 marzo 2016

Come sviluppare gli ovociti in vitro

        Nelle donne affette da menopausa precoce spesso sono ancora presenti i precursori degli ovociti, chiamati follicoli ovarici primordiali. Sebbene, nelle donne sane, si sviluppino naturalmente ogni mese inovociti maturi, questo processo biologico è risultato finora molto difficile da replicare in laboratorio e, ad oggi, non si può indurre queste cellule a maturare. Ora, una ricerca dell'Università di Göteborg, condotta solo su topi, dimostra che è possibile innescare la maturazione dei follicoli inibendo la sintesi di una proteina – Pten – e generare in questo modo ovociti perfettamente funzionanti e, soprattutto, capaci di dare origine a una prole sana. Questi risultati, apparsi su Plos One, aprono la strada a un possibile, futuro utilizzo della tecnica anche sugli esseri umani.

        In uno studio precedente, i ricercatori dell'ateneo svedese avevano già dimostrato il ruolo di Pten nell'arrestare la maturazione dei follicoli ovarici. “La scoperta dimostrava che esistono chance concrete di utilizzare gli inibitori di Pten per attivare i follicoli primordiali in laboratorio”, spiega Kui Liu, professore di biologia molecolare dell'università di Göteborg e autore principale della ricerca. 


        L'équipe di Liu era quindi riuscita a ottenere degli ovuli maturi dai follicoli di topo: fecondati in vitro, questi avevano dato origine a cuccioli sani. Poiché, però, Pten svolge un ruolo anche nella soppressione dei tumori e nel regolare il metabolismo cellulare, i ricercatori hanno voluto ripetere l'esperimento, concentrandosi sui rischi per la salute dei cuccioli e sulla sicurezza della loro tecnica in vista di una sua possibile applicazione all'essere umano.

        Nel nuovo esperimento hanno quindi attivato i follicoli di topi in età neonatale, utilizzando dei soppressori di Pten; questi sono stati poi trapiantati sotto la capsula renale degli animali per ottenere ovociti maturi, che sono stati infine fecondati in vitro. I cuccioli ottenuti in questo modo sono risultati fertili e non hanno presentato sintomi di malattie croniche per tutti i 15 mesi in cui sono stati monitorati – un'età paragonabile a 70 anni nell'essere umano.

        Secondo i ricercatori, i risultati confermano che gli inibitori di Pten hanno un significativo potenziale clinico per la produzione di ovociti umani da utilizzare nellaprocreazione medicalmente assistita. Anche per chi deve sottoporsi a cure oncologiche in età prepuberale e sceglie di congelare il tessuto ovarico. “Speriamo di veder utilizzato questo metodo nella pratica clinica entro 5-10 anni al massimo”, ha concluso Liu.



Fonte: Adhikari D, Gorre N, Risal S, Zhao Z, Zhang H, et al. (2012) “The Safe Use of a PTEN Inhibitor for the Activation of Dormant Mouse Primordial Follicles and Generation of Fertilizable Eggs”.

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