I turni notturni di lavoro spesso compromettono i normali ritmi circadiani di sonno-veglia, riducendo la qualità della vita. Quanto e come incidono, però, sulla capacità riproduttiva delle donne? Se lo sono chiesti i ricercatori dell'Università di Southampton, in Inghilterra, e per questo sono andati ad analizzare i dati di tutti gli studi pubblicati sull’argomento tra il 1969 e il gennaio 2013, confrontando l’impatto del lavoro a turni (non solo di notte, ma anche misti) con quello dei normali orari lavorativi, su un campione di quasi 120.000 donne. Risultato: nelle donne che lavoravano anche in orario notturno si è registrato un aumento del 33% dei casi di interruzione del ciclo mestruale, e una diminuzione dell’80% della fertilità. Nel caso delle donne che lavoravano unicamente di notte, invece, è stato riscontrato un aumento dei casi di aborto spontaneo.
Secondo i ricercatori questi risultati sono una novità, anche se concordano con il filone di studi che avevano verificato gli effetti negativi delle modifiche dei ritmi circadiani durante gli ultimi mesi della gravidanza. Se i dati verranno confermati da nuove ricerche, sottolineano gli autori, le implicazioni non dovranno essere trascurate né dalle donne in cerca di una gravidanza né dai loro datori di lavoro, e sarà necessario un impegno comune per elaborare turni di lavoro più adatti a preservare buone condizioni di salute.
"Sebbene lo studio dimostri l'associazione negativa tra il lavoro a turni e la salute riproduttiva, non abbiamo provato la relazione di causa-effetto", ha dichiarato Stocker. "Negli esseri umani, infatti, gli effetti a lungo termine delle modifiche dei ritmi circadiani sono difficili da studiare. È stato tuttavia verificato che dormire troppo poco o in modo poco regolato crea disturbi a livello biologico anche sul breve periodo, facendo perdere la sincronia con il proprio orologio interno".
Secondo la ricercatrice, una possibile spiegazione dei risultati ottenuti potrebbe essere l'effetto che la compromissione dei ritmi circadiani ha sulle funzioni biologiche dei cosiddetti “clock genes”, la cui attività è associata a cambiamenti delle funzioni biologiche.
Fonte http://www.news_pma/801/il-lavoro-notturno-fa-male-alla-fertilita
Secondo i ricercatori questi risultati sono una novità, anche se concordano con il filone di studi che avevano verificato gli effetti negativi delle modifiche dei ritmi circadiani durante gli ultimi mesi della gravidanza. Se i dati verranno confermati da nuove ricerche, sottolineano gli autori, le implicazioni non dovranno essere trascurate né dalle donne in cerca di una gravidanza né dai loro datori di lavoro, e sarà necessario un impegno comune per elaborare turni di lavoro più adatti a preservare buone condizioni di salute.
"Sebbene lo studio dimostri l'associazione negativa tra il lavoro a turni e la salute riproduttiva, non abbiamo provato la relazione di causa-effetto", ha dichiarato Stocker. "Negli esseri umani, infatti, gli effetti a lungo termine delle modifiche dei ritmi circadiani sono difficili da studiare. È stato tuttavia verificato che dormire troppo poco o in modo poco regolato crea disturbi a livello biologico anche sul breve periodo, facendo perdere la sincronia con il proprio orologio interno".
Secondo la ricercatrice, una possibile spiegazione dei risultati ottenuti potrebbe essere l'effetto che la compromissione dei ritmi circadiani ha sulle funzioni biologiche dei cosiddetti “clock genes”, la cui attività è associata a cambiamenti delle funzioni biologiche.
Fonte http://www.news_pma/801/il-lavoro-notturno-fa-male-alla-fertilita
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