Lo studio, condotto da Miguel Angel Checa, dell'Hospital del Mar, a Barcellona, è stato presentato lo scorso luglio a Istanbul, durante il meeting annuale dell'Eshre (European Society of Human Reproduction and Embryology).
Ritardare il momento del trasferimento in utero dell'embrione, ricorrendo allacrioconservazione, sembra avere dei vantaggi soprattutto dal punto di vista dellasalute della donna. In questi casi, infatti, il trasferimento viene eseguito lontano dalla prima fase dei trattamenti di Pma: lontano, cioè, dalla stimolazione ormonale(necessaria per ottenere gli ovociti da fecondare in vitro). Il rischio di iperstimolazione ovarica, infatti, è più elevato se il transfer viene eseguito durante l'ovulazione indotta. Inoltre, la somministrazione degli ormoni sembra influenzare, in peggio, la recettività endometriale.
Questi i motivi per cui l'ipotesi di adottare un protocollo che preveda il congelamento di tutti gli embrioni appare interessante. Fino ad oggi, però, mancavano delle informazioni importanti: nessuno studio aveva chiarito se la crioconservazione degli embrioni fosse associata anche a un maggiore tasso di gravidanze.
Questa prima meta-analisi ha preso in considerazione l'intera letteratura medica sull'argomento al dicembre 2011, selezionando 64 studi giudicati rilevanti (tra cui tre studi clinici randomizzati). In tutto, sono stati considerati i dati su 633 trattamenti (ovvero cicli di Fivet e Icsi): in metà dei casi (317) gli embrioni ottenuti erano stati congelati prima del transfer. I risultati mostrano che le probabilità di gravidanza clinica è stata significativamente maggiore in questi rispetto ai cicli a fresco: 50% contro 38%.
Checa dà una possibile spiegazione dei numeri osservati: la condizione di ovario multiplo che si genera in seguito a una stimolazione aumenta il rilascio dell'estradiolo che influenza la recettività endometriale: “I risultati sono preliminari ma robusti dal punto di vista statistico”, ha detto il ricercatore, ora in attesa che nuovi studi confermino quanto osservato dal suo team.
Fonte: “Freezing all embryos in IVF with transfer in a later non-stimulated cycle may improve outcome”
Ritardare il momento del trasferimento in utero dell'embrione, ricorrendo allacrioconservazione, sembra avere dei vantaggi soprattutto dal punto di vista dellasalute della donna. In questi casi, infatti, il trasferimento viene eseguito lontano dalla prima fase dei trattamenti di Pma: lontano, cioè, dalla stimolazione ormonale(necessaria per ottenere gli ovociti da fecondare in vitro). Il rischio di iperstimolazione ovarica, infatti, è più elevato se il transfer viene eseguito durante l'ovulazione indotta. Inoltre, la somministrazione degli ormoni sembra influenzare, in peggio, la recettività endometriale.
Questi i motivi per cui l'ipotesi di adottare un protocollo che preveda il congelamento di tutti gli embrioni appare interessante. Fino ad oggi, però, mancavano delle informazioni importanti: nessuno studio aveva chiarito se la crioconservazione degli embrioni fosse associata anche a un maggiore tasso di gravidanze.
Questa prima meta-analisi ha preso in considerazione l'intera letteratura medica sull'argomento al dicembre 2011, selezionando 64 studi giudicati rilevanti (tra cui tre studi clinici randomizzati). In tutto, sono stati considerati i dati su 633 trattamenti (ovvero cicli di Fivet e Icsi): in metà dei casi (317) gli embrioni ottenuti erano stati congelati prima del transfer. I risultati mostrano che le probabilità di gravidanza clinica è stata significativamente maggiore in questi rispetto ai cicli a fresco: 50% contro 38%.
Checa dà una possibile spiegazione dei numeri osservati: la condizione di ovario multiplo che si genera in seguito a una stimolazione aumenta il rilascio dell'estradiolo che influenza la recettività endometriale: “I risultati sono preliminari ma robusti dal punto di vista statistico”, ha detto il ricercatore, ora in attesa che nuovi studi confermino quanto osservato dal suo team.
Fonte: “Freezing all embryos in IVF with transfer in a later non-stimulated cycle may improve outcome”
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