Parto subito da un assunto che è parte fondante di tutto il ragionamento. Una donna deve essere libera di disporre della propria vita e del proprio corpo. Qualora invece fosse costretta da persone o da circostanze estranee a lei, il mio ragionamento cadrebbe immediatamente.
Detto questo, non capisco proprio tutto questo bailamme sull’utero in affitto (che pessimo modo di indicare le cose, pessimo quasi quanto il termine “femminicidio” al posto di assassinio). Possiamo lasciare la libertà a una donna di decidere cosa fare o la si deve per forza imbragare in leggi e norme tirate via per i capelli?
Non ho figli per scelta. Ma se in un’altra vita avessi voluto avere un bambino (poco importa se chi mi accompagna è eterosessuale o omosessuale, l’importante è che mi rispetti e mi ami) perché avrei dovuto rinunciare ad affidare la maternità a un’altra donna?
Mi ricordo che anni fa (non tanti stavolta) alcuni pensavano che il feto appena concepito fosse già un bambino e che non lo si dovesse uccidere. Poi tutte le chiacchiere sul padre e la madre “veri”, sul fatto che il figlio è di chi lo porta in grembo e bla bla bla.
Apriamo gli occhi. Viviamo in un mondo in cui il bambino è di chi se lo cresce e non di chi lo tiene in grembo.
I ricordi di un bambino sono quelli che lo vedono accanto ai genitori (ribadisco eterosessuale o omosessuali che siano) ieri, oggi e domani, non di certo mentre è nella placenta. Smettiamola di parlare di morale perché – se proprio ne vogliamo parlarne – allora spiegatemi cosa c’è di “morale” nell’aggredire, stuprare o uccidere una donna (fisicamente ma, ancor peggio e ancor più di frequente, psicologicamente). Ciascuno si tenga la propria di morale, ma non azzardiamoci a diventare giudici sulla vita degli altri. La vita – di tutti – deve basarsi su un qualcosa di molto semplice: la libertà di scegliere. Ce la siamo guadagnata, credo. Tutti.
Fonte http://www.metronews.it/16/03/07/sull%E2%80%99utero-serve-libert%C3%A0-di-scelta.html
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