Se il livello di testosterone è basso e la produzione degli spermatozoi è assente o notevolmente compromessa, ci troviamo di fronte ad un caso di Ipogonadismo secondario o ipogonadotropo. In genere questa problematica è associata a bassi livelli di LH e FSH.
Questo disturbo ormonale può essere causato da una malattia congenita o acquisita. Le forme acquisite più frequenti sono quelle dovute a lesioni, talvolta anche causate da tumori, della ghiandola ipofisaria o dell’ipotalamo. Malattie gravi intercorrenti, stress, malnutrizione, esercizio fisico intenso possono causare una forma di ipogonadismo reversibile.
Tra le forme congenite, cioè legate ad alterazioni genetiche, ricordiamo la Sindrome di Kallmann, una patologia legata al cromosoma X causata da una mutazione di un gene importante per lo sviluppo di cellule che producono il GnRH, ormone fondamentale per la funzione riproduttiva e lo sviluppo sessuale.
Molte volte, quando non si riesce a trovare una causa specifica, l’ipogonadismo ipogonadotropo viene definito idiopatico. Qualunque sia la causa che determini un deficit di LH e FSH, la terapia con le gonadotropine viene utilizzata per ripristinare la fertilità e la produzione di testosterone. Sono disponibili in commercio diversi preparati e formulazioni di questi ormoni (Gonadotropina corionica, Lutropina alfa, Follitropina alfa ricombinante, Follitropina beta, Urofollitropina, Menotropina). Esistono poi diversi schemi di somministrazione di questi farmaci, che il medico sceglierà in base al singolo caso.
Durante la terapia si devono monitorare i livelli di testosterone, per riuscire a ottenere livelli di testosterone intorno ai valori medi della norma e la fertilità attraverso lo spermiogramma. Sono necessari in genere alcuni mesi per ripristinare la spermatogenesi. In alcuni casi sono necessari fino a 18-24 mesi. In altri casi, nonostante la stimolazione, non si riesce ad ottenere alcun risultato.
Fonte daniele.gianfrilli@vitachenasce.org
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