La Human Fertilisation and Embryology Authority (HFEA) ha concesso il proprio assenso per le nuove ricerche sperimentali che prevedono la modificazione genetica di embrioni umani non destinati alla riproduzione. La legge britannica infatti permette simili studi attivi sugli embrioni, a patto però che essi non vengano impiantati.
Il Francis Crick Institute di Londra condurrà quindi i primi esperimenti finalizzati ad una migliore comprensione delle prime fasi di sviluppo dell'embrione stesso. I risultati inoltre, dovrebbero portare un significativo contributo nel rendere sempre più chiare le cause fisiologiche dietro agli aborti spontanei, argomento ancora molto lacunoso per la scienza moderna.
Su 100 ovuli fecondati solo in 13 arrivano al terzo mese
La dottoressa Kathy Niakan, ricercatrice HFEA, ha spiegato che per capire il motivo per cui su 100 ovuli fecondati solo meno della metà raggiungono lo stadio di 'blastocisti' (con 200-300 cellule) e appena in 13 arrivano al terzo mese di gravidanza, le sperimentazioni verranno eseguite affidandosi alla tecnica del "Crispr", una sorta di "copia e incolla" del DNA per "spegnere" uno alla volta i geni che lo compongono e capire così, dopo ogni singola osservazione, quali siano determinanti nel processo di sviluppo.
Le fasi iniziali dell'esperimento dovrebbero iniziare la prossima estate, con il trattamento e lo studio di 20-30 embrioni.
QUESTIONE ETICA
Simili pratiche, come prevedibile, hanno dato vita ad insidiosi dibattiti etici. Secondo il Professor Boncinelli, genetista, questo tipo di ricerca "di base", non riguarderebbe in nessun modo la possibilità di generare bambini OGM. «Studiare per cercare di capire qualcosa non è mai sbagliato - riporta IlGiornale.it - Che poi un giorno la scienza ci condurrà verso la creazione di bambini geneticamente modificati, non lo possiamo escludere».
Di tutt'altro avviso David King, direttore della Human Genetics Alert:
«Questa ricerca in realtà consentirà agli scienziati di affinare le tecniche necessarie alla creazione di neonati modificati geneticamente. È quindi solo la prima tappa verso un futuro mercato dell'eugentica»
Fonte: ANSA.it / ilGiornale
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