Il rapporto 2013 mette a confronto i dati raccolti in 62 Paesi relativi a una ventina di “topics” (numero di centri, quadro normativo, criteri di accesso, disponibilità dei trattamenti, …), evidenziando come proprio la variabilità normativa a livello nazionale sia all’origine del crescente fenomeno del cosiddetto “turismo procreativo”, la necessità di andare all’estero per poter accedere a cure e opzioni non disponibili a casa propria. Ma vediamo qui di seguito alcuni dei risultati più salienti del rapporto IFFS:
Centri stabili Le strutture dedicate alla PMA sono cresciute in modo modesto, ad eccezione che in Russia e Brasile.
Tante regole Solo il 9 per cento dei Paesi non regolamenta la materia, contro il 31% che ha una legge, il 21% che ha linee guida e il 37% dei paesi che utilizza entrambi questi strumenti normativi.
Chi paga? In circa la metà dei Paesi la PMA è finanziata dal sistema sanitario nazionale, ma con modalità anche molto diverse in ciascun Paese. Per esempio, in Spagna la FIV è gratuita sino ai 40 anni di età, mentre la Corea del Sud la copre sino ai 44 anni. In Svezia, invece, il pubblico copre solo il 60% dei costi.
Accesso limitato Nella maggior parte dei casi l’accesso ai trattamenti è consentito solo alle coppie sposate. Solo 26 Paesi lo consentono ai single, e 14 alle lesbiche.
Gravidanze multiple Le preoccupazioni per i rischi associati alle gravidanze multiple spingono i medici a trasferire in utero uno o, al massimo, due embrioni.
Congelamento Ovociti La criconservazione degli ovuli è consentita in 42 paesi ma, anche in questo caso, con notevoli differenze per quanto riguarda i limiti temporali.
Donazione di sperma In alcuni Paesi, la fecondazione “eterologa” è consentita solo in forma anonima, in altri, al contrario, il donatore deve essere identificabile. In altri ancora, come Italia e Austria, è proibita.
Maternità surrogata La maggior parte dei Paesi la proibisce. Dove è consentita ha comunque precise restrizioni, come in Brasile, dove la madre surrogata deve avere un grado di parentela con uno dei genitori genetici.
Fonte http://www.news_pma/818/il-mosaico-della-pma-nel-mondo
Centri stabili Le strutture dedicate alla PMA sono cresciute in modo modesto, ad eccezione che in Russia e Brasile.
Tante regole Solo il 9 per cento dei Paesi non regolamenta la materia, contro il 31% che ha una legge, il 21% che ha linee guida e il 37% dei paesi che utilizza entrambi questi strumenti normativi.
Chi paga? In circa la metà dei Paesi la PMA è finanziata dal sistema sanitario nazionale, ma con modalità anche molto diverse in ciascun Paese. Per esempio, in Spagna la FIV è gratuita sino ai 40 anni di età, mentre la Corea del Sud la copre sino ai 44 anni. In Svezia, invece, il pubblico copre solo il 60% dei costi.
Accesso limitato Nella maggior parte dei casi l’accesso ai trattamenti è consentito solo alle coppie sposate. Solo 26 Paesi lo consentono ai single, e 14 alle lesbiche.
Gravidanze multiple Le preoccupazioni per i rischi associati alle gravidanze multiple spingono i medici a trasferire in utero uno o, al massimo, due embrioni.
Congelamento Ovociti La criconservazione degli ovuli è consentita in 42 paesi ma, anche in questo caso, con notevoli differenze per quanto riguarda i limiti temporali.
Donazione di sperma In alcuni Paesi, la fecondazione “eterologa” è consentita solo in forma anonima, in altri, al contrario, il donatore deve essere identificabile. In altri ancora, come Italia e Austria, è proibita.
Maternità surrogata La maggior parte dei Paesi la proibisce. Dove è consentita ha comunque precise restrizioni, come in Brasile, dove la madre surrogata deve avere un grado di parentela con uno dei genitori genetici.
Fonte http://www.news_pma/818/il-mosaico-della-pma-nel-mondo
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