Trentotto anni fa la tecnica della fertilizzazione
assistita fece una rivoluzione irrevocabile nel concetto della famiglia avendo
creato la prima generazione di bambini nati con l'aiuto di ovuli donati. Prima
che le tecnologie riproduttive ausiliari acquisirono popolarità, le coppie
infertili avevano già usato ovuli e sperma donati e maternità surrogata per
procreare. Ma solo negli ultimi tempi la procreazione medicalmente assistita ha
avuto successo e si è diffusa a livello mondiale pur essendo una procedura
completamente legale.
Oggi molti di questi bambini, già adulti, appartenenti
alla prima generazione della FIVET producono un effetto particolare sulla
società moderna. Possiamo osservare un fatto curioso: questi bambini una volta
creati con l'aiuto di ovuli donati cercano un'opportunità per "restituire
il dovuto" a nuove generazioni di famiglie, offrendole lo stesso regalo di
vita il quale una volta ebbero loro stessi.
Menno (il nome è stato cambiato) ha 34 anni. Ci ha
raccontato che per la prima volta era diventato un donatore di sperma quando
aveva appena compiuto 18 anni. Lui sapeva sempre che sarebbe diventato un
donatore perché una volta anche i suoi genitori avevano bisogno di materiale
donato per farlo venire al mondo. "Ho donato già 6 volte, e ogni volta era
speciale ed emozionalmente piacevole per me. Sapevo di poter far felice
qualcuno come una volta qualcuno fece molto felici i miei genitori", -
racconta Menno.
Secondo le statistiche, più del trenta percento di coloro
che sono stati partoriti con il ricorso alla PMA in età adulta hanno già donato
il proprio sperma o gli ovuli oppure sono diventate madri surrogate. Un bambino
su quattro diventa donatore in età adulta. E sono solo le cifre ufficiali.
Inoltre, bisogna considerare il fatto che solo il 35-50% dei genitori
raccontano ai figli la sua insolita storia della nascita.
Oggi la tecnica FIVET si è già consolidata come una
procedura ordinaria e viene effettuata da una coppia infertile su quattro nel
mondo. Recentemente anche l'Italia si è aggiunta all'elenco dei paesi dove la
donazione di ovuli si svolge legalmente. La fecondazione eterologa con
donazione di ovuli è una soluzione ideale del problema di infertilità per donne
che possono partorire, ma non possono concepire un figlio. Inoltre, la FIVET
gode una larga popolarità anche fra le donne che hanno superato l'età fertile
con l'aiuto della fecondazione in vitro e possono portare avanti una gravidanza
e dare alla luce dei figli sani grazie agli ovuli donati.
Dopo la legalizzazione dell'ovodonazione in Italia è
venuto fuori un problema: la mancanza di ovuli. In Italia la donazione di ovuli
viene effettuata sulla base volontaria ossia gratuitamente. Poche ragazze
accettano di rischiare la loro salute senza una qualsiasi rimunerazione. A
causa di carenza di ovociti le cliniche italiane comprano ovuli in altri paesi.
Ultimamente l'Ucraina è diventata un paese leader nella vendita di ovuli donati
non solo all'Italia, ma anche a molti altri paesi europei.
Nonostante la questione di mancanza di ovuli sembri
essere risolta, molti italiani vengono in Ucraina pur avendo possibilità di
effettuare una FIVET con ovuli donati in patria. Questo fenomeno è spiegato dal
fatto che la percentuale di successo del programma FIVET con l'uso di ovuli
freschi è molto più alta rispetto a quella con il ricorso al materiale
biologico dopo il processo di vitrificazione.
La statistica dimostra che ogni mese in Ucraina vengono
più di 100 coppie italiane con lo scopo di effettuare un programma PMA
(ovodonazione, maternità surrogata). Così, secondo una statistica ufficiosa,
una delle cliniche ucraine di medicina riproduttiva BioTexCom (gode la più
grande popolarità tra gli stranieri) accoglie più di 30 coppie infertili dall'Italia
ogni mese. Gli ultimi attuano il programma di maternità surrogata oppure
ovodonazione. Perché in Ucraina? Il prezzo è più basso rispetto alla così
vicina Spagna e, inoltre, si ha la garanzia del 100% dell'esito positivo della
procedura e alti tassi di successo. Quindi mentre l'Italia ed altri paesi
europei complicano sempre di più i regolamenti e limitano i cittadini nell'uso
di metodi di medicina riproduttiva, gli altri stati come l'Austria, la
Svizzera, la Spagna, l'Ucraina raccolgono i frutti della propria popolarità e
costantemente sviluppano e migliorano le condizioni del turismo medico nel loro
territorio.
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