domenica 12 novembre 2017

Una mamma su 4 fuma in gravidanza: «Vi aiutiamo a smettere»


       Una futura mamma su quattro continua con le sigarette anche durante la gravidanza. Lo conferma l’associazione Walce (Women against lung cancer in Europe), l’associazione europea per i pazienti affetti da tumori toracici, che riporta i risultati di una ricerca italiana che parte da questionari somministrati donne in gravidanza. Il 51% di loro erano fumatrici abituali, da almeno 15 sigarette al giorno. Tra loro il 60% aveva continuato a fumare, pur riducendo notevolmente il numero di sigarette (fino a meno di 5), ma il 2% lo aveva addirittura mantenuto invariato.


       Sono dati allarmanti, perché è dimostrato scientificamente che fumare in gravidanza provoca diversi tipi di danno, fra cui i più frequenti sono l’aborto spontaneo, il parto prematuro, l’aumento della mortalità perinatale e infantile, il basso peso alla nascita e i ritardi nella crescita cognitiva.


       Per questo Walce ha lanciato la campagna antifumo «Speriamo che sia… l’ultima», per le donne incinte e per le neomamme, che è stata appena presentata a Torino, una delle città coinvolte nell’iniziativa, oltre a Napoli, Padova e Bari. In questi centri è stato attivato un servizio di counseling per la cessazione del fumo e, più in generale, per i corretti stili di vita. Le attività sono promosse dai centri ginecologici e ostetrici, insieme alle divisioni di oncologia e al personale medico pneumologico. Alle partecipanti viene regalato orsetto di peluche, «Ector the Protector Bear», che tossisce se esposto al fumo di sigaretta.


       Ma sono tante anche le donne che tornano a fumare dopo il parto (che, invece sarebbe un momento favorevole e adatto per smettere): in Italia, il 26% delle fumatrici. In questo modo, però, mettono a rischio la salute dei loro bambini. «Durante i primissimi anni di vita – spiega Silvia Novello, presidente di Walce e docente nel Dipartimento di Oncologia Polmonare all’Università di Torino – il fumo passivo può portare a morte improvvisa del lattante in culla, infezione delle vie respiratorie, asma bronchiale, sintomi respiratori cronici e otite acuta. E inoltre aumenta il rischio di diverse malattie oncologiche».


       E, nonostante in Italia siano state approvate leggi severe contro il fumo, il 24% dei tabagisti ammette di fumare in presenza di bambini e sette su dieci lo fanno regolarmente in luoghi chiusi. I dati più recenti segnalano che nel nostro Paese i fumatori sono 11,7 milioni e rappresentano il 22% della popolazione. È diminuito il numero di uomini con il vizio della sigaretta: in un anno sono passati da 6,9 a 6 milioni. Ma sono sempre di più le fumatrici: da 4,6 a 5,7 milioni. E anche le conseguenze di questa scelta sono evidenti: i casi di tumore al polmone fra le donne aumentano del 3% ogni anno. Il fumo deve essere considerato il primo fattore di rischio: aumenta fino a 14 volte il rischio di insorgenza del cancro.

       La campagna «Speriamo che sia… l’ultima» partirà a Napoli i 15 novembre negli Ospedali dei Colli dell’Università Luigi Vanvitelli. Il 21 gli incontri saranno a Torino, all’Ospedale Sant’Anna, e alla Clinica Ginecologica e Ostetrica dell’Azienda Ospedaliera di Padova. Tre giorni dopo a Bari alla Casa delle donne del Mediterraneo.

Fonte https://www.vanityfair.it/news/approfondimenti/2017/11/12/campagna-antifumo-una-mamma-su-4-fuma-gravidanza-vi-aiutiamo-smettere-walce-tumore-polmone

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