domenica 31 luglio 2016

Fecondazione assistita: futuri genitori sempre più “vecchi”

Genitori più anziani
Rispetto all’indagine condotta otto anni fa, nel 2008, sulla fecondazione assistita si è notato che aumenta l’età media dei futuri genitori. La ricerca è stata realizzata su un campione di 361 coppie seguite da 23 centri per il trattamento dell’infertilità situati in varie regioni italiane. Quello dell’infertilità è un problema che, secondo le ultime stime fornite dall’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, riguarda il 15% circa delle coppie dei Paesi industrializzati avanzati. L’età media del partner maschile passa da 37,7 anni nel 2008 a 39,8 nel 2016 e quello femminile da 35,3 anni a 36,7, e la condizione professionale è più stabile per entrambi.
Meno probabilità di successo
Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma (Procreazione medicalmente assistita) cominciano sempre più tardi a concepire un figlio, influendo direttamente sulle possibilità di successo delle tecniche.
Si aspetta di più
I primi dubbi sulla capacità di ottenere una gravidanza intervengono in genere dopo 15,5 mesi di tentativi, un intervallo più lungo rispetto ai 12,2 mesi di media nel 2008. Il professionista a cui la coppia si rivolge la prima volta è nella maggior parte dei casi il ginecologo (72,5%), il 13,6% dichiara di essersi rivolto, invece, direttamente allo specialista di un centro di Pma in percentuale doppia rispetto al 7,1% dell’ultima indagine.
Lavoro più stabile
Fecondazione assistita: futuri genitori sempre più “vecchi”In materia di fecondazione assistita cambiano anche le caratteristiche dei partner, che possiedono un livello di istruzione più alta e una professione più stabile.
Soprattutto Fivet
Solo al 55% delle coppie intervistate è stato diagnosticato un problema di infertilità connesso a una causa specifica, mentre per il 35% i motivi restano inspiegati. Nel momento in cui viene riconosciuta una reale infertilità il 60,9% delle coppie dichiara di effettuare la Fivet omologa, il 42,3% alla Icsi omologa. Riguardo ai tempi di attesa, circa un terzo del campione, cioè il 33%, ha aspettato meno di tre mesi prima di iniziare la terapia, soprattutto le coppie che si sono rivolte a centri privati.

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