venerdì 23 ottobre 2015

Quando nasce un bambino, come cambia la vita del neopapà


Cosa accade a un uomo che diventa padre
        In una scorsa puntata abbiamo detto che la vita cambia completamente quando ci nasce un figlio, poi ci siamo contraddetti sostenendo che non è proprio così. Oggi addirittura scomodiamo la filosofia arrivando a sostenere che il concetto stesso di vita rappresenta di per sé un continuo cambiamento. Basta pensare a quando avevamo sette anni: eravamo sempre noi ma non possiamo dire che ci sia cambiata la vita al compimento dei trent'anni; è stata una metamorfosi lenta e perpetua, che continua ogni giorno, quindi avere un figlio è semplicemente una nuova fase, come potrebbe esserlo un trasferimento in Africa o un trapianto di capelli o un paio di scarpe nuove, ovviamente con le dovute differenze, che la filosofia spesso è provocatoria.
         Preso atto che ci troviamo nella nostra stessa vita di sempre, quella di quando avevamo sette anni, arricchita semmai di una vita in più (e magari di un trapianto di capelli), dire che tutto resta uguale sarebbe una bugia, come d'altronde lo sarebbe se venissimo trasferiti in Africa. La nascita di un figlio porta una serie di innegabili cambiamenti, sia a livello superficiale che in maniera più profonda: abbiamo ad esempio già abbondantemente parlato delle taglie di reggiseno in più della mamma ma è comunque un argomento a me particolarmente caro e vale sempre la pena ricordarlo.  


        Una delle prime cose di cui si renderà conto il neo-papà è che verrà automaticamente declassato ad ultima ruota del carro: i suoi stessi genitori chiederanno di lui solo dopo essersi accertati di come sta il nuovo nipote, eventuali altri nipoti, la mamma, i con-suoceri, il cane, il gatto, il criceto del vicino. Come nella piramide capitalista gli operai reggono tutto il sistema ma sono quelli più sfruttati, così nella famiglia il papà diventa colui che fa i lavori sporchi e pesanti, che va a comprare le cose ad orari improbabili, che fa la guardia alla porta di casa armato di mazza chiodata per tenere lontani parenti, amici, colleghi e passanti attirati dalla confusione, che arriveranno a frotte in qualsiasi momento della giornata, portando vagonate di doni di cui il 50% è già in vostro possesso e l'altro 50% è perfettamente inutile ma non si può più cambiare.
         La mamma ha portato in grembo la creatura per nove mesi, è debilitata dal parto (tenete presente che questa scusa dopo quattro mesi inizia a scricchiolare) e dall'allattamento e comunque è il genitore che nel primo periodo instaura un rapporto più viscerale con il figlio, mentre il papà, un po' escluso, agli occhi di tutti è solo quello che nove mesi prima del parto si è divertito un po' con la mamma. Purtroppo sono tesi inattaccabili e infatti il sistema funziona, tra l'altro molto meglio di quello capitalistico.
         Verso i sei mesi tornerà l'equilibrio e il papà si vendicherà diventando il compagno di giochi preferito dei figli. I cambiamenti più evidenti a livello superficiale per entrambi i genitori sono le profondissime occhiaie, i capelli spettinati, le strisciate di bava sui vestiti all'altezza della spalla, il dondolare continuamente anche se non si sta cullando il bambino, un vago odore di latticini raffermi, il canticchiare le ninne-nanne nei momenti in cui avrebbero fischiettato. Anche i rapporti con gli amici subiscono un rimescolamento, perché “quelli che non hanno figli non possono capire”: sembra banale ma non lo è. Continuerete a ricevere inviti per cene, cinema e beach party e passerete per quelli che “da quando hanno avuto un figlio si sono intristiti”.
        In realtà i neo genitori pagherebbero per poter andare a cena, poi al cinema, poi al beach party, ma devono fare i conti con il nuovo piccolo oste che ha bisogno di continue attenzioni e che alla fine riesce comunque in qualche modo a regalare tutte le emozioni che si potrebbero provare guardando un bel film o ballando ubriachi in spiaggia (soprattutto la stanchezza del post-party). Ma se da un lato diminuiranno gli appuntamenti con gli amici single, dove per “single” s'intende “senza figli”, dall'altro la vostra vita sociale si arricchirà automaticamente di coppie con figli. Persone che prima non frequentavate perché magari erano “quelli che non vanno mai al cinema o ai beach party”, diventeranno il piacevole punto di riferimento dei vostri fine settimana e alla fine il bisogno di socialità dell'essere umano trionferà come sempre con la nascita di una nuova chiassosissima comitiva di famiglie con bambini, di quelle che da “single” se le vedevi entrare al ristorante chiedevi subito il conto, o un altro tavolo.
         Legato a questo, vi ritroverete in un vortice di inattesa solidarietà con persone che neanche consideravate troppo vicine, che vi restituirà la giusta dose di fiducia nel genere umano tanto da convincervi che nonostante tutto vostro figlio è arrivato in un mondo in cui ancora c'è speranza: mutuo soccorso, scambio di consigli (solo su richiesta, che sono quelli più preziosi), babysitting con tacito accordo di reciprocità, scambio di vestitini che girano di bimbo in bimbo dagli anni 70 (si narra di un bambino che si è ritrovato con i vestitini del bisnonno, nato in un altro continente, ma pare sia solo una leggenda), comprensione empatica, abbracci gratuiti, sedute di gruppo con ferrea selezione all'ingresso: si entra solo con le occhiaie e le strisciate di bava sulla spalla.

        Un ultimo ma fondamentale punto di cambiamento è la trasformazione dei propri genitori che da educatori severi e inflessibili della nostra infanzia, dopo un periodo più o meno lungo di rapporto alla pari tra adulti, diventano “nonni”, ovvero pericolosissimi vecchietti sdolcinati e senza regole che cercano in tutti i modi di smantellare quegli stessi precetti inculcati da loro con le cinghiate quando erano mamma e papà. Mettono in discussione la nostra autorità di genitori, sminuiscono i nostri dogmi e soprattutto viziano i nipoti in maniera irrecuperabile senza neanche ascoltare le nostre lamentele.
         Tutti questi cambiamenti sono accompagnati naturalmente dalla presenza del nuovo esserino indifeso, di una tenerezza disarmante, che ai vostri occhi è la creatura più bella del mondo (attenzione: SOLO ai vostri occhi), che strilla come un ossesso facendoti impazzire per cercare di interpretarlo e quando ti rendi conto che dipende totalmente da te e che la sua vita è nelle tue mani, ti da la forza per trasformarti in una specie di super eroe pronto a sopportare qualsiasi cosa, a difenderlo ad ogni costo e a fare di tutto affinché stia sempre bene. Perché ti basterà guardarlo un attimo per capire che per te è la persona più importante di tutte, che per lui la mamma è fondamentale e che in effetti per il momento sei un po' l'ultima ruota del carro, ma che comunque il carro senza una ruota non va avanti.

Fonte http://www.pianetamamma.it/la-famiglia/diventare-papa-la-famiglia/cambiamenti-vita-uomo-che-diventa-padre.html

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