martedì 11 febbraio 2020

Episiotomia: ma il taglio del perineo è davvero necessario?

         Quando si avvicina la data presunta del parto, le paure, i dubbi e i pensieri si affollano nella testa di ogni “quasi mamma”. E tra i timori (per non parlare di vero e proprio terrore) più diffusi c’è proprio lei: l’episiotomia. Quel taglio del perineo (cioè la zona tra l’apertura vaginale e l’ano) spaventa un po’ tutte, non è vero? Perché chi ci è passata racconta di aver provato un dolore insopportabile, di difficoltà a sedersi per giorni e giorni e altri aneddoti che farebbero terrorizzare anche la più coraggiosa di noi.

         Ma l’episiotomia, care mamme, non sempre è necessaria e oltretutto, quando preparate un piano del parto, potete esplicitamente dire che non desiderate un parto medicalizzato, a meno che non sia veramente indispensabile. E proprio su questo punto nemmeno l’Organizzazione mondiale della sanità è una gran tifosa dell’episiotomia, giudicata “dannosa, tranne in rari casi”.

         E allora cerchiamo di capirne qualcosa in più.

         L’episiotomia è un’incisione chirurgica che ha lo scopo di allargare l’apertura vaginale. Ha origini antichissime: fu introdotta nella pratica ostetrica nella seconda metà del ‘700. Negli anni ’80 del secolo scorso era diffusissima e veniva fatta praticamente “a tappeto” a tutte le donne al primo parto.

         Oggi c’è la tendenza a ricorrevi meno, ma le percentuali non sono scarse, tutt’altro. Ed è soprattutto al sud che viene fatta.
episiotomia
         Ma qual è il vero obiettivo dell’episiotomia? Quello di agevolare l’uscita del bambino (infatti viene praticata proprio in fase espulsiva), evitare le lacerazioni (in certi casi possono essere anche più gravi del semplice taglietto effettuato con l’episiotomia) e anche il ricorso all’uso del forcipe, della ventosa o alla manovra di Kristeller.

         Potrebbero essere motivi validi per farla anche la sofferenza fetale, una presentazione anomala del bambino oppure se il vostro cucciolo è molto grande.

         I dati scientifici sull’uso di routine dell’episiotomia non sono sufficienti a giustificarne un impiego sconsiderato e non esiste neppure un vero e proprio elenco di casi in cui intervenire. Saranno quindi il medico o l’ostetrica a decidere cosa è meglio fare.

         In genere, vengono applicati dei punti che si riassorbono da soli, ma per qualche tempo potreste avere qualche fastidio, anche per sedervi. Un’idea è quella di utilizzare una sorta di “ciambella” per diminuire il disagio. Attenzione anche all’igiene intima. Cambiate spesso l’assorbente per le perdite post partum, per non tenere la zona umida, e lavatevi con detergenti senza sapone e ultra delicati.

         Per un po’ potreste provare dolore all’evacuazione e anche durante i rapporti sessuali. Insomma, per tornare in splendida forma ci vorrà circa un mesetto…

         Prevenire è meglio che curare, diceva un vecchio slogan. E anche nel caso dell’episiotomia è un buon suggerimento. Allenare i muscoli del pavimento pelvico durante la gravidanza può certamente aiutarvi. Se sono elastici e si stendono bene al momento del parto, il taglietto potrebbe proprio non servire. Usate prodotti specifici per fare un massaggio del perineo e chiedete consiglio alla vostra ostetrica.

         Anche alcune posizioni durante il parto, alternative a quella supina, possono allontanare il rischio di subire un’episiotomia. In ogni caso, quando fate la scelta dell’ospedale informatevi anche sulle abitudini che hanno a proposito di questa pratica.

Fonte https://imamma.it/episiotomia-ma-il-taglio-del-perineo-e-davvero-necessario/

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