venerdì 17 agosto 2018

Fitoterapici in gravidanza: quali bisogna evitare e quali si può assumere

Foto_cranberries          Quest’ultimo dato però non è del tutto veritiero. Si può affermare in generale che tutto ciò che ha un effetto benefico sull’organismo può potenzialmente anche un effetto collaterale. Tali effetti possono essere più o meno gravi, a seconda delle dosi assunte, delle particolari condizioni di compromissione dello stato di salute, e naturalmente in gravidanza.

          Per questo motivo i fitoterapici andrebbero assunti con cautela e dietro una indicazione medica evitando sempre il selvaggio “fai dai te”. In particolar modo in gravidanza, alcuni di essi sono fortemente sconsigliati per la sicurezza della madre e del bambino. Di seguito ne indicheremo alcuni, con i relativi effetti collaterali:

La menta. Questa comune pianta, utilizzata anche in fitoterapia per il suo effetto carminativo sull’intestino, esercita tuttavia un’azione irritante sulla mucosa gastrica. In gravidanza con l’aumentare del volume uterino si assiste ad un sovra-elevamento del diaframma che talvolta può dare episodi di reflusso gastro-esofageo, che già di per se’ tendono a lesionare la mucosa dello stomaco. Pertanto l’assunzione non è consigliabile.

L’artiglio del diavolo. Anche questo fitoterapico dalle note proprietà analgesiche, antinfiammatorie e antireumatiche, è in grado di stimolare la produzione di succhi gastrici, acidificando il ph dello stomaco. Ma l’effetto collaterale peggiore è quello ossitocico, in grado cioè di provocare le contrazioni uterine e di scatenare un aborto o un parto pretermine.

Allo stesso modo l’Iperico, conosciuto sopratutto come antidepressivo e regolatore gastrointestinale, ha come effetto collaterale una azione uterotonica, stimolatrice dell’attività uterina.

foto_gravidanza_e_fruttaL’efedra è la pianta da cui viene estratta l’efedrina, ritenuta dalla medicina una sostanza dopante e altamente tossica. Il suo nome fitoterapico è Ma huang e viene utilizzata come energizzante, lipolitico e asmolitico. Tra i vari effetti collaterali porta vasocostrizione, ipertensione arteriosa, iperglicemia, insonnia e inappetenza.

L’uva ursina, molto efficace come diuretico e disinfettante delle vie urinarie, non va tuttavia utilizzata in gravidanza in quanto espone al rischio di distacco di placenta, sopratutto nel I trimestre di gravidanza. Tra gli altri effetti collaterali irrita le mucose gastriche e il parenchima epatico e può portare nausea e vomito.

          Sono questi e tanti altri ancora i fitoterapici da non assumere in gravidanza, specialmente nel primo trimestre. L’approccio migliore verso questi prodotti è quello di considerarli come dei veri e propri farmaci e di chiedere sempre il parere del medico per indagare sui possibili effetti collaterali.

          Esistono invece fitoterapici che non solo non hanno effetti collaterali, ma al contrario vengono spesso prescritti dal ginecologo al posto dei farmaci o come coadiuvanti per rinforzarne l’azione.

foto_semi_di_lino          Il Cranberry ad esempio è riconosciuto come un ottimo drenante, adatto quindi per tutti i problemi circolatori, nonché come un valido disinfettante urinario. E’indicato pertanto in caso di stasi venosi, fragilità capillare e cistite, disturbi che in gravidanza sono comunemente riscontrati.

          Tra gli altri fitoterapici che intervengono nel trattamento di disturbi tipici della gravidanza ci sono i semi di pompelmo. Le sue proprietà antibatteriche sono in grado infatti di combattere la candidosi recidivante, che in gravidanza trova terreno fertile a causa del progesterone che aumenta Ph vaginale e provoca un rallentamento del transito intestinale.

          Per migliorare il transito intestinale invece si può assumere in piccolo e dosi tisane alla malva, pianta dal potere lassativo, oppure i semi di lino. Questi ultimi possiedono anche proprietà idratanti e emollienti per il benessere della pelle e dei capelli e contro i bruciori di stomaco.

Fonte https://www.passionemamma.it/2014/09/fitoterapici-in-gravidanza-quali-bisogna-evitare-e-quali-si-puo-assumere/

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