domenica 25 giugno 2017

Utero retroverso: cos’è e come influisce su fertilità e gravidanza

     L’utero femminile è la cavità addominale che ospita il feto durante i nove mesi di gravidanza e la sua posizione è tra il retto e la vescica proprio al di sotto dell’osso pubico. Caratterizzato da una forma a pera rovesciata, in condizioni normali l’utero si presenza piegato in avanti ed appoggiato alla vescica; succede poi in alcuni casi che questo sia piegato invece all’indietro, appoggiandosi all’intestino. Questa strana condizione è detta utero retroverso. E’ possibile diagnosticare questa ‘malattia’ solo a seguito di una visita ginecologica e di un pap-test; solo un medico infatti può constatare, a seguito di un approfondito controllo e di una ecografia, che la posizione del collo dell’utero si trova in alto e non verso l’osso pubico.

Cause e sintomi dell’utero retroverso

utero retroverso     Le cause attribuibili a questa condizione sono principalmente due; l‘utero retroverso (o antiverso) può essere genetico o può essere una conseguenza della presenza di fibromi. Quest’ultimi, che sono masse fibrose molto dure, potrebbero aver ostacolato la naturale formazione dell’utero, compromettendone lo sviluppo e costringendo quindi l’organismo a trovare una sede alternativa per la cavità uterina.      Di solito questa condizione – che come vi abbiamo già spiegato è diagnosticabile solo tramite visita ginecologica – non causa gravi danni all’organismo quindi una donna può facilmente esserne affetta senza mai scoprirlo.


     Sono stati però individuati alcuni sintomi che potrebbero fungere da campanello dall’allarme. In molti casi di utero retroverso infatti le donne soffrivano dei medesimi sintomi:


  • mestruazioni dolorose
  • cefalea
  • rapporti sessuali dolorosi
  • cistite ricorrente

     Oltre a questi sintomi di carattere più generico ne esistono anche altri più gravi e rari associati all’utero retroverso:


  • dolore lombare
  • infezioni frequenti del tratto urinario
  • incontinenza
  • problemi di fertilità


Utero retroverso: problemi di fertilità

     L‘utero retroverso rende il concepimento molto più difficile; a causa della posizione alta del collo dell’utero, gli spermatozoi fanno fatica ad arrivare all’ovulo che, nella maggior parte dei casi, muore senza essere stato fecondato. Non si può parlare quindi di problemi di fertilità causati da questa patologia ma semplicemente di condizioni sfavorevoli al concepimento. Ma allora, è possibile rimanere incinte con un utero retroverso? La risposta è assolutamente si. Gli spermatozoi maschili dovranno fare un po’ più di fatica ma, se non ci sono problemi di sterilità da nessuna delle due parti, la fecondazione potrebbe andare a buon fine già dal primo tentativo.

utero retroverso     Portare avanti una gravidanza per una donna con utero retroverso non presenta alcun tipo di complicazione in più rispetto alla norma. Solo nelle prime settimane si potrebbe avvertire come una sensazione di pesantezza nella zona della vescica – causato ovviamente dalla posizione inversa dell’utero che continua a crescere – ma che dovrebbe scomparire con il tempo. Durante la crescita del feto infatti l’utero si espande per far spazio al bambino e automaticamente di raddrizza, sollevandosi dal retto e dalla vescica, allentando la pressione su entrambi gli organi. Ma questa in realtà è una regola che vale sia per le donne con utero normale che retroverso; il peso del feto spinge sulla vescica ed è per questo che molte donne in gravidanza sentono un costante stimolo ad urinare. La ‘gravidanza retroversa’ quindi segue lo stesso iter e deve fare i conti con le medesime problematiche.

Utero retroverso in gravidanza: cosa cambia al momento del parto?

     Il parto è senza alcun dubbio una delle procedure più misteriose e quasi magiche dell’universo femminile. Al termine dei nove mesi di gravidanza, infatti, il collo dell’utero – ovvero quella parte più vicina alla vagina – assume una posizione più centrale per favorire l’uscita del bambino attraverso il canale vaginale. Questo è quello che solitamente accade ad ogni donna al momento del parto, procedura che non cambia se il soggetto presenta un utero retroverso; il collo dell’utero, che sia esso posizionato davanti o più indietro, una volta scaduto il termine si sposterà sempre in posizione centrale per favorire l’espulsione del feto. In caso di parto naturale quindi il meccanismo è sempre lo stesso.

utero retroverso
      Non è raro che si verifichi però anche uno spostamento al contrario; in molte donne, durante il parto, capita che l’utero si sposti all’indietro e diventi retroverso. Questo spostamento può essere causato da spasmi della muscolatura uterina durante travagli molti lunghi e stressanti; in questi casi il medico può decidere di ricollocare manualmente l’utero in sede o, in presenza di altre complicazioni – come piegamento del cordone ombelicale, sofferenza fetale o cordone ombelicale attorcigliato al collo del feto -, decidere di praticare un cesareo. Il parto è sempre un’incognita ma in caso di utero retroverso non ci sono complicazioni aggiuntive da considerare e temere.

Fonte https://www.lifestar.it/2017/05/30/46842/utero-retroverso-fertilita-e-gravidanza/

Nessun commento:

Posta un commento