domenica 1 marzo 2020

Aneiaculazione: cause, sintomi e cure

L’eiaculazione
      La Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS) definisce l’eiaculazione come “un processo fisiologico controllato dal sistema nervoso autonomo” che si sviluppa nelle fasi dell’emissione ed espulsione e coinvolge organi come il collo della vescica, la prostata, le vescichette seminali e le vie seminali, fra cui figurano i vasi deferenti e l’uretra. L’eiaculazione, generalmente, è collegata all’orgasmo che rappresenta una manifestazione della risposta sessuale che comporta un’intensa sensazione di piacere.

 L’orgasmo senza eiaculazione
      L’orgasmo è avviato dal sistema simpatico che provoca la fuoriuscita della secrezione dalle vescicole nell’uretra posteriore e, al tempo stesso, permette la chiusura del collo vescicale in modo che l’eiaculato non possa risalire verso la vescica.  Nel caso dell’aneiaculazione, però, le contrazioni muscolari associate al piacere si verificano in assenza dell’espulsione del liquido seminale. In questa ipotesi, l’orgasmo senza eiaculazione viene anche definito “anemissione” e comporta che la fase espulsiva, che si accompagna alla sensazione di piacere sessuale, non sia seguita dalla fase eiaculatoria perché non si realizza l’emissione del seme.

La classificazione dell’aneiaculazione come disturbo della funzione sessuale
      L’aneiaculazione, da un punto di vista meramente classificatorio, rientra nell’ambito dei disturbi della funzione sessuale maschile. Da un punto di vista generale, i Male Sexual Disorders aumentano con l’avanzare dell’età. Queste disfunzioni possono manifestarsi una tantum in forma isolata e possono essere “primari” qualora si presentino fin dalle prime esperienze sessuali, “secondari” se si verificano dopo un periodo più o meno lungo di funzionalità sessuale normale, “generalizzati” se si producono in ogni situazione sessuale e con ogni partner o “situazionali” se sono limitati soltanto a determinati contesti o partner.

Le cause dell’aneiaculazione
      Il profilo sintomatico generale dell’aneiaculazione, come abbiamo già precisato, non ha normalmente un carattere “autonomo”, ma è correlato generalmente al complesso di sintomi relati alle problematiche che determinano l’assenza dell’eiaculazione. La manifestazione più evidente, ovviamente, è rappresentata dall’assenza totale dell’eiaculazione nonostante si raggiunga l’orgasmo.

La distinzione fra le cause che determino l’aneiaculazione
      L’aneiaculazione può essere determinata da una molteplicità di cause, che possono agire in maniera isolata o concorrente. La natura di questa disfunzione, infatti, può essere cercata in un fattore psicogeno, nervoso, farmacologico o essere relata ad un problema di carattere ostruttivo.

Le cause di origine nervosa
Картинки по запросу "Aneiaculazione: cause, sintomi e cure"      La correlazione fra aneiaculazione e cause di origine nervosa è stata riscontrata clinicamente nelle ipotesi di trauma del midollo spinale. In questa ipotesi, infatti, la lesione alle fibre nervose del midollo può comportare un disturbo all’eiaculazione proporzionato alla sede e alla vastità della lesione stessa. Secondo recenti statistiche il 90% delle lesioni midollari è accompagnato da una difficoltà eiaculatoria di varia intensità. Questa disfunzione, inoltre, si può manifestare anche dopo un intervento chirurgico. Da questo punto di vista è possibile distinguere le ipotesi di interventi urologici come la prostatectomia transuretrale per ipertrofia prostatica, l’incisione del collo vescicale per sclerosi dello stesso, da quelle di interventi in sede retroperitoneale (come ad esempio nelle ipotesi di linfoadenectomia e aneurisma aortico). Inoltre, l’assenza di eiaculazione può essere rilevata in concomitanza con la diagnosi di Parkison e quella di sclerosi a placche.

L’aneiaculazione derivata dall’assunzione di farmaci
      L’utilizzo di particolari categorie di farmaci può comportare come conseguenza anche problematiche a livello eiaculatorio. In particolare, l’aneiaculazione di carattere farmacologico può essere un effetto dell’assunzione di antipertensivi e antidepressivi. In queste ipotesi, ovviamente, si tratta di un’aneiaculazione secondaria, ossia sopravvenuta e direttamente relata ad un intervento farmacologico. Nel dettaglio, recenti ricerche hanno mostrato come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina e gli alfa-bloccanti possano indurre una disfunzione eiaculatoria. Anche la gabapentina, un farmaco che spesso viene utilizzato per il trattamento del dolore neuropatico e l’anticefalalgico topiramato, che viene frequentemente prescritto per la cura delle cefalee e delle emicranie, possono determinare un’aneiaculazione di carattere reversibile, destinata cioè a cessare dopo un lasso di tempo dall’interruzione del dosaggio. Anche l’abuso di alcol o droghe può avere come conseguenza un’assenza dell’eiaculazione.

 L’aneiaculazione come conseguenza di un’otturazione
      L’aneiaculazione, inoltre, può essere determinata da un’otturazione congenita (in questo caso sarà classificabile come primaria) o acquisita (ed in questa ipotesi la disfunzione eiaculatoria sarà considerata come secondaria) dei dotti eiaculatori. In particolare, fra le cause congenite è possibile annoverare i difetti dello sviluppo della prostata o delle vescicole seminali, mentre fra le otturazioni acquisite è possibile individuare le problematiche connesse a un’infiammazione duratura della prostata o eventi di carattere tumorale che possono determinare un blocco dei dotti deferenti.

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