lunedì 29 luglio 2019

Prurito in gravidanza: cause, rimedi, quando preoccuparsi

       Il prurito in gravidanza è un fastidio condiviso da molte future mamme, un disagio che si manifesta in genere già dai primi mesi di gestazione e che può scomparire completamente solo dopo il parto. La maggior parte delle volte si tratta di un disturbo innocuo che non compromette il benessere del nascituro, tuttavia in rari casi può celare una patologia che merita un’accurata valutazione medica.

Картинки по запросу Stitichezza in gravidanza: dieta consigliata e rimedi       Tra le zone maggiormente coinvolte dal prurito c’è sicuramente la pancia, tuttavia anche le cosce, i piedi, il seno e la zona genitale possono essere coinvolte in misura differente.

       Le cause del prurito in gravidanza sono diverse e in genere riguardano la dilatazione fisiologica dei tessuti che scatena fastidio e desiderio di grattarsi. Con i cambiamenti a cui è soggetto il corpo femminile, infatti, la pelle si estende e si dilata progressivamente per tutta la durata della gravidanza. Il prurito, inoltre, può essere provocato anche dai cambiamenti ormonali fisiologici in questo periodo, così come dalla ritenzione idrica che influisce anche sulla microcircolazione. In tutti questi casi, il prurito è sopportabile e può essere ridotto utilizzando semplici rimedi ritenuti molto efficaci. Solo in presenza di arrossamenti evidenti, orticaria vera e propria o comparsa di rush cutanei improvvisi e intollerabili è importante approfondire con il proprio medico.

Quando preoccuparsi
       Quando il prurito è particolarmente intenso e coinvolge anche le mani e i piedi, in associazione con un colorito giallastro della pelle, è indispensabile recarsi dal medico per escludere la presenza di colestasi gravidica: è una patologia che colpisce il fegato e ha come origine un accumulo irregolare di acidi biliari nel sangue. Nelle donne in gravidanza può manifestarsi nel secondo e terzo trimestre, in particolare dopo la ventottesima settimana di gestazione e soprattutto a causa degli sbalzi ormonali che coinvolgono estrogeni e progesterone. Le conseguenze della colestasi possono essere serie soprattutto per il feto, infatti le donne che ne soffrono possono andare incontro a parto prematuro e anche il rischio di liquido amniotico tinto aumenta, così come quello relativo allo sviluppo di stress respiratorio. Spesso, per tenere la situazione sotto controllo, si rende necessario indurre il parto anche prima della scadenza. Per quanto riguarda la terapia farmacologica, è il medico a prescrivere medicinali volti a regolarizzare i livelli degli acidi biliari e delle transaminasi.

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