giovedì 18 ottobre 2018

Diagnosi di infertilità maschile

      Tra gli esami diagnostici fondamentali per l’andrologo, il primo è l’esame del liquido seminale o spermiogramma, che definisce le caratteristiche quantitative e qualitative degli spermatozoi e la potenzialità fecondante dell’uomo. Il risultato va comunque interpretato alla luce del quadro clinico dell’individuo e della coppia, considerando possibili fattori influenti quali febbre, esposizione a fonti di calore, stress ossidativo, uso di farmaci e malattie.

      La diagnostica ormonale prevede il dosaggio di alcuni ormoni quali FSH, LH, Testosterone totale, cui si può aggiungere l’Inibina B, la Prolattina (PRL), l’Estradiolo (E2), l’SHBG e lo studio della funzione tiroidea (TSH ed fT4).
Immagine di un uomo e di un medico      Inoltre, è fondamentale l'ecocolordoppler scrotale o testicolare, esame non invasivo, che permette di valutare in maniera completa tutte le caratteristiche dei testicoli, di riconoscere patologie responsabili di infertilità e di individuare patologie interferenti con la salute generale del paziente, come lesioni testicolari sospette e non palpabili. Permette inoltre di valutare l’eventuale presenza di varicocele, un’altra causa frequente di infertilità.

       Bisogna ricordare, infine, che il 30% dei casi di infertilità maschile è idiopatica poichè non è possibile identificarne una causa. I fattori coinvolti possono essere esterni, quali lo stile di vita, l’alimentazione e l’inquinamento ambientale, oppure legati all'individuo, come infezioni croniche, cause genetiche non note, varicocele subclinico.

Fonte http://www.salute.gov.it/portale/fertility/dettaglioContenutiFertility.jsp?lingua=italiano&id=4565&area=fertilita&menu=medicina

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