lunedì 18 dicembre 2017

Paracetamolo in gravidanza? Sì, ma non troppo

        Le donne che abusano di paracetamolo in gravidanza sarebbero a rischio più elevato di avere bambini con deficit di attenzione e iperattività (Adhd) rispetto a coloro che non usano questo farmaco. È quanto sostiene uno studio del Norwegian Institute of Public Health dell’Università di Oslo. I ricercatori hanno analizzato quasi 113mila bambini, dei quali 2.246 con diagnosi di Adhd, un disturbo evolutivo dell’autocontrollo che include difficoltà di attenzione, concentrazione e controllo. Sulle cause non c’è ancora chiarezza e finora sono state avanzate solo ipotesi, soprattutto di origine genetica.

Nessun rischio per una settimana
Paracetamolo in gravidanza? Sì, ma non troppo        Nello studio norvegese che dimostra che le donne che abusano di paracetamolo in gravidanza sarebbero a rischio più elevato di avere bambini con deficit di attenzione e iperattività, quasi la metà delle madri aveva assunto paracetamolo in gravidanza: l’uso del farmaco durante un trimestre sarebbe stato associato a un aumento della probabilità di avere un figlio con Adhd del 7%, mentre il rischio sarebbe aumentato fino al 22% tra le donne che l’hanno assunto per due trimestri e fino al 27% quando utilizzato nel corso di tutta la gravidanza. L’uso inferiore agli 8 giorni non sarebbe stato associato all’aumento del rischio, l’assunzione per 22-28 giorni è collegata a una probabilità 6 volte maggiore di avere figlio con Adhd.

Farmaci & gravidanza
        È ancora presto per confermare che le donne che abusano di paracetamolo in gravidanza sarebbero a rischio più elevato di avere bambini con deficit di attenzione e iperattività, e l’utilizzo del farmaco è considerato sicuro in gravidanza, ma gli esperti raccomandano di non abusare di nessuna medicina, specialmente in gravidanza, evitando soprattutto il fai-da-te e rispettando sempre le indicazioni del medico.

A che cosa serve
        Il paracetamolo è un medicinale antalgico ad azione centrale: nel sistema nervoso centrale favorisce la persistenza di molecole prodotte dall’organismo con proprietà antinocicettive (inibiscono la sensazione dolorosa): i cannabinoidi endogeni. È il farmaco d’elezione nel trattamento degli stati febbrili, per via dell’effetto antipiretico e della scarsità di effetti collaterali e, per questi motivi, è l’unico indicato anche in neonati e donne in gravidanza, per l’elevato profilo di sicurezza e l’assenza di controindicazioni. Svolge anche un’azione analgesica.

Fonte https://www.bimbisaniebelli.it/gravidanza/paracetamolo-gravidanza-si-non-74251

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