martedì 3 novembre 2020

Leucociti alti in gravidanza: alcune risposte per le future mamme

 Cosa preoccupa maggiormente le donne durante il periodo della gravidanza, se non un decorso sicuro e privo di rischi per sé e per il nascituro? Tenere sotto controllo tutte le trasformazioni che avvengono nel proprio corpo durante la dolce attesa è uno dei compiti più ardui e stressanti a cui la donna è sottoposta, ma anche uno dei più necessari: sono tanti, infatti, i valori nel sangue e nelle urine che durante la gestazione possono subire importanti modifiche, e che costringono a effettuare analisi approfondite e a distanza ravvicinata, i leucociti alti sono uno di questi. La futura mamma, con l’aiuto del medico e del ginecologo, dovrà quindi fare i conti con un’importante distinzione: ci sono infatti valori anormali rispetto a quelli che si hanno normalmente, ma del tutto spiegabili nel contesto della gravidanza; altri invece che possono risultare anomali anche al netto di tutte le trasformazioni fisiche e ormonali che la maternità impone. Tra i fenomeni più ricorrenti – e che destano maggiore preoccupazione nelle neomamme – c’è sicuramente l’aumento dei leucociti, ovvero i globuli bianchi, specifiche cellule del sistema immunitario che hanno una importante funzione di difesa dell’organismo dall’azione nefasta di microrganismi patogeni o altri corpi estranei. In condizioni normali l’aumento dei globuli bianchi, detto leucocitosi, è di solito indice di uno stato infiammatorio e deve fungere da campanello d’allarme nei confronti di eventuali problemi in corso nell’organismo. Durante la gravidanza, invece, la leucocitosi è normale e fisiologica e – salvo casi eccezionali – non deve destare particolari preoccupazioni. Durante le varie fasi della gravidanza, infatti, il numero di globuli bianchi aumenta in base a valori diversi da quelli che si adottano come metro di riferimento in condizioni di normalità: la conta dei leucociti, che durante i nove mesi di attesa (e anche dopo il parto) viene effettuata periodicamente, segue quindi criteri diversi. Globuli bianchi: conosciamoli meglio Sul prospetto riassuntivo delle analisi del sangue, la neomamma difficilmente leggerà un valore che corrisponde alla conta globale dei leucociti. Questo perché molto spesso la conta avviene separatamente per tipologie diverse di globuli bianchi: ne esistono varie e tutte con una funzione specifica all’interno dell’organismo. La parte più numerosa dei leucociti è costituita da una speciale categoria detta leucociti neutrofili, gli agenti che si occupano della protezione, a livello globale, dell’organismo da attacchi di patogeni come virus, batteri e funghi. I cosiddetti leucociti eosinofili, invece, sono specializzati nella protezione da parassiti di grossa taglia e i basofili sono di estremo aiuto nello stabilizzare l’organismo in caso di allergie e infiammazioni. Tra i vari leucociti si annoverano anche i linfociti, che rilasciano anticorpi in grado di proteggere l’organismo dai virus e di reagire alla comparsa di cellule tumorali: una funzione di estrema importanza nel monitoraggio del sistema immunitario. Infine, i leucociti monociti servono a ripulire l’organismo da sostanze di scarto. Quale categoria di globuli bianchi aumenta in gravidanza? I periodici esami del sangue che sono effettuati dalla donna incinta rilevano solitamente un aumento dei leucociti: esso avviene di solito in maniera graduale, a partire già dalle prime settimane di gravidanza, per culminare poi nel momento del travaglio, quando i valori raggiungono il loro massimo picco. Di norma,
l’innalzamento dei valori di leucociti nel sangue riguarda essenzialmente quelli della tipologia neutrofila – motivo per cui in gravidanza si parla anche di neutrofilia – mentre le altre categorie (eosinofili, basofili, linfociti e monociti) restano su livelli che non evidenziano scarti notevoli dalla norma. Questa situazione si deve principalmente al fatto che, durante la gestazione, l’organismo femminile è costretto a ritmi frenetici per soddisfare tutte le esigenze dettate dai cambiamenti in corso. Madre e feto devono essere protetti in misura maggiore da eventuali attacchi da parte di agenti patogeni esterni, perché l’equilibrio dell’organismo è reso più fragile dai numerosi scompensi ormonali. Leucocitosi in gravidanza: i valori considerati nella norma In condizioni normali, ovvero quando la donna non è incinta, la conta leucocitaria si assista solitamente tra i 5mila e 10mila globuli bianchi per millimetro cubo di sangue. In gravidanza, invece, questi valori possono aumentare fino a 6/11mila nelle prime settimane di gestazione, fino a 16/20mila globuli bianchi per millimetro cubo dell’ultimo trimestre dei nove mesi. Il picco più alto, come si è accennato, si raggiunge in fase di travaglio, con una conta che può raggiungere anche i 30mila globuli bianchi per millimetro cubo di sangue:  questo è infatti il momento in cui l’organismo della donna è più esposto all’attacco di agenti patogeni esterni, per cui è necessario aumentare le protezioni. Anomalie nella conta leucocitaria: cause e rimedi Quando i valori della conta dei globuli bianchi sono anomali anche per gli standard della donna incinta, è bene sottoporre la questione all’analisi di uno specialista, per comprendere le motivazioni di tale anomalia. Incremento o diminuzione dei leucociti nel sangue possono dipendere da vari fattori: primo tra tutti, naturalmente, è quello costituito dall’insorgere di un’infezione, che nella donna incinta (ma non solo) colpisce il più delle volte il tratto urinario. Un’ulteriore causa delle anomalie nella conta leucocitaria può essere rappresentata da traumi e allergie; si tenga conto, inoltre, che anche l’assunzione di alcuni farmaci può alterare il numero di leucociti nel sangue.


Fonte : Leucociti alti in gravidanza: alcune risposte per le future mamme https://www.greenplanner.it/2020/10/15/leucociti-alti-in-gravidanza/

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