lunedì 13 luglio 2020

Modificazioni di apparato cardiocircolatorio e massa sanguigna

      L’organismo della donna durante la gravidanza si prepara al parto e all’allattamento ed è influenzato dagli ormoni gravidici, dalla crescita fetale e dall’adattamento fisiologico materno che comporteranno una serie di modificazioni le quali per la maggior parte ritorneranno alla normalità dopo il parto. In gravidanza aumenta il flusso sanguineo verso l’utero, la placenta e il seno mentre rimane invariato il flusso epatico e cerebrale. Questo comporta un aumento del carico di lavoro da parte del sistema cardiocircolatorio.

Come cambia l’apparato cardiocircolatorio della donna in gravidanza
      La gittata cardiaca (il volume di sangue che il ventricolo destro e il ventricolo sinistro riescono ad espellere in un minuto rispettivamente attraverso l'arteria polmonare e l'aorta) aumenta già dalla 12ª-14ª settimana di gestazione raggiungendo il suo picco intorno alla 30ª settimana.

Come cambia l'apparato cardiocircolatorio della donna in gravidanza      Il volume minuto cardiaco cresce fino al 30% rispetto ai valori medi pregravidici, passando da 4,5 l/m a 6 l/m per poi mantenersi più o meno costante fino a termine di gravidanza. Tale modificazione è dovuta sia dall’aumento della frequenza cardiaca, in media 70-85 pulsazioni al minuto, sia dalla gettata sistolica che passa da circa 64 ml a 71 ml.

      La pressione arteriosa diminuisce leggermente fino alla 30ª settimana per poi ritornare ai valori pregravidici o poco sopra, poche settimane prima del termine. La pressione diastolica si abbassa in maniera maggiore rispetto alla sistolica. Si considerano come valori anormali superiori 140 mmHg per la pressione sistolica e 90 mmHg per quella diastolica.

      La compressione meccanica esercitata dall’utero gravidico sulla vena cava e sull’aorta addominale influenza la pressione arteriosa e si nota soprattutto in posizione supina rispetto a quella seduta. Questo dipende dalla diminuzione del ritorno venoso al cuore da schiacciamento della vena cava, che di conseguenza comporta la riduzione della gettata cardiaca e del volume minuto cardiaco.

Sindrome della vena cava
      Associato alla contemporanea compressione dell’aorta, che aumenta le resistenze periferiche, deriva la caduta della pressione arteriosa causando capogiri, pallore e sudorazione. Questo stato è definito “sindrome da ipotensione supina” (o “sindrome della vena cava” o “compressione aortocavale”) che si risolve passando dalla posizione supina a quella laterale (preferibilmente il sinistro).

      La compressione da parte dell’utero gravidico della vena cava e delle vene iliache innalza la pressione femorale che, assieme alla ridotta pressione osmotica del plasma, genera l’edema gravidico agli arti inferiori.

      L’innalzamento del diaframma per effetto della crescita dell’utero gravidico provoca lo spostamento del cuore verso l’alto e l’avanti e per questo motivo, a fine gravidanza, l’ECG potrà segnalare anomalie aspecifiche della fase di ripolarizzazione, di nessun significato patologico.

      La circolazione materna e quella fetale, per effetto delle prostaglandine, hanno una caratteristica comune: la bassa resistenza e la tendenza alla vasodilatazione per facilitare la perfusione uterina feto-placentare. La vasodilatazione più o meno generalizzata aumenta l’irrorazione cutanea ed è la probabile causa dell’accelerata crescita delle unghie e dell’aumento dei capelli. Durante il puerperio una quota dei nuovi capelli viene eliminata inducendo a pensare all’erroneo timore di incipiente calvizie.

Modificazioni fisiologiche della massa sanguigna in gravidanza
      La massa sanguigna aumenta sensibilmente a partire dal primo trimestre fino a raggiungere, verso la 34ª settimana, valori stazionari del 40%-50% superiori ai valori pregravidici con un incremento di circa 1200-1900 ml. Nelle multigravide l’aumento è di poco superiore a quello delle primigravide, mentre nelle gravidanze plurime è superiore rispetto alla gravidanza con feto unico.

      Tali modifiche si verificano per l’aumento sia degli eritrociti che del plasma. La massa eritrocitaria aumenta del 30% durante la gravidanza, ma in maniera inferiore rispetto a quello del volume plasmatico, che si attesta intorno al 50% di conseguenza l’ematocrito (rapporto globuli/plasma) tende a diminuire.

L’aumento del volume ematico:


  • Facilita il trasporto di nutrienti al feto
  • Protegge la madre dall’ipotensione
  • Riduce i rischi associati all’emorragia del parto
  • Tale fenomeno di emodiluizione è conosciuto come anemia fisiologica della gravidanza. L’incremento degli eritrociti è indispensabile per il trasporto e la maggiore esigenza di ossigeno in gravidanza, ciò comporta un aumentato fabbisogno di ferro indispensabile per la formazione dell’emoglobina. La gravidanza migliora l’assorbimento interstiziale di ferro, ma di solito è necessario un supplemento alla dieta.


      Mentre i valori dei monociti, dei granulociti eosinofili e dei granulociti basofili non si modificano, il numero dei leucociti aumenta raggiungendo i massimi valori in travaglio e nel primo periodo del post partum.

      La concentrazione delle proteine totali, soprattutto l’albumina, si abbassa nel corso delle prime 16-20 settimane, poi rimane immodificata. Il fibrinogeno e la fibrina aumentano leggermente, ma non bisogna dimenticare che contemporaneamente aumenta il volume plasmatico.

      I tempi di coagulazione non differiscono in maniera significativa, ma aumentano i fattori della coagulazione (VII, VIII, IX e X) con conseguente azione ipercoagulativa che, insieme alla stasi venosa, aumenta il rischio di sviluppare la trombosi durante la gravidanza.

Fonte https://www.nurse24.it/ostetrica/gravidanza/modificazioni-apparato-cardiocircolatorio-massa-sanguigna.html

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