domenica 12 luglio 2020

Il raschiamento dopo un aborto

Che cos'è il raschiamento
        Il cosiddetto raschiamento è un breve intervento per l’asportazione del prodotto del concepimento: si fa in sedazione profonda e dura pochi minuti. Si torna a casa in giornata. In realtà, l'espressione più corretta è svuotamento e revisione della cavità uterina.

donna-triste        “In ambito ginecologico, raschiamento è un termine che si usa propriamente quando è necessaria una biopsia dell'endometrio - il tessuto di rivestimento dell'utero - per diagnosticare eventuali patologie o in caso di flusso particolarmente abbondante, che non risponde ai comuni trattamenti farmacologici” precisa Ferdinando Bombelli, Responsabile Sala Parto dell’U.O. di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale San Raffaele di Milano.

Come si fa il raschiamento
        Lo svuotamento uterino si fa in regime di day hospital, in sedazione farmacologica profonda (una sorta di anestesia generale, ma senza intubazione) e dura circa 10-15 minuti.

        Se l'epoca gestazionale non è molto avanzata, il materiale ovulare viene rimosso con una cannula aspiratrice collegata ad una speciale pompa che crea il vuoto, dopodiché si controlla ecograficamente che non siano rimasti residui.

        Se la gravidanza ha superato le 9-10 settimane, si somministrano in un primo momento prostaglandine vaginali, che, dilatando il canale cervicale e stimolando le contrazioni uterine, potrebbero portare ad un'espulsione spontanea; se ciò non avviene, si fa l'asportazione chirurgica.

        Dopo la revisione uterina, si torna a casa in giornata, a meno che non compaiano febbre o altre complicanze, che sono però poco frequenti. Nei giorni successivi, si continuano ad avere perdite ematiche sempre più lievi, che si esauriscono in 7-10 giorni.

        Se l'epoca gestazionale è precoce, si aspettano alcuni giorni prima di intervenire, perché potrebbe esserci un'espulsione spontanea.

        Se l'aborto spontaneo si è verificato in epoca precoce, entro le 8-9 settimane, il ginecologo consiglia in genere di non effettuare da subito la revisione, ma di aspettare anche fino a 2-3 settimane, perché in una buona percentuale di casi si ha un'espulsione spontanea dell'embrione. Se questo non avviene o se la donna non tollera un'attesa così lunga, si decide per la revisione chirurgica.

Il controllo delle beta hCG dopo la revisione uterina
        Dopo circa 20 giorni dallo svuotamento uterino, anche se l'espulsione è avvenuta spontaneamente, è bene controllare i valori delle Beta hCG, per verificare che si siano azzerate completamente e che quindi l'attività ormonale legata alla gravidanza sia cessata del tutto.

Fonte https://www.nostrofiglio.it/concepimento/rimanere-incinta/il-raschiamento-dopo-un-aborto

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