venerdì 13 settembre 2019

Alcol in gravidanza e gli effetti sul feto

        L’organismo della donna è molto sensibile agli effetti dell’alcol in quanto la presenza dell’enzima epatico adibito a metabolizzarlo (alcol deidrogenasi) è inferiore rispetto a quanto accade nell’uomo, oltre ad avere una massa corporea inferiore.

       Il suo abuso determina un maggior rischio di sviluppare il tumore della mammella, l’osteoporosi e ha un effetto negativo sulla fertilità causato da un’insufficienza ovarica da minor produzione di ormoni estro-progestinici. Inoltre, il contemporaneo utilizzo di contraccettivi orali provoca una stazione in circolo prolungata dell’alcol ingerito.

       Durante la gravidanza l’utilizzo dell’alcol è rischioso anche per il feto, poiché può essere la causa di aborto spontaneo, parto pretermine e basso peso alla nascita.

       L’alcol e l’acetaldeide (prodotto della metabolizzazione dell’alcol) attraversa la placenta e giunge al feto, il quale è maggiormente esposto agli effetti nocivi e tossici poiché non è in grado di metabolizzarli velocemente.

       In base all’età gestazionale, la quantità, la frequenza e la tipologia di alcol consumato e il contemporaneo utilizzo di tabacco, farmaci o droghe i danni che possono verificarsi sul feto possono essere di diversa entità.

       Il neonato può presentare disturbi specifici causati dall’alcol disturbi alcolici) sino ad arrivare alla sindrome feto-alcolica (Fas - Fetal alcohol sindrome), irreversibile e progressiva.

       Una madre che beve almeno 80 grammi di alcol puro al giorno espone il neonato ad alto rischio di Fas. Bisogna sapere che un bicchiere di vino (da 125 ml), una birra (da 330 ml), un aperitivo (da 80 ml) oppure un bicchiere di superalcolico (da 40 ml) contengono la stessa quantità di alcol, pari a circa 12 grammi, che corrispondono ad 1 unità alcolica (unità di misura per il consumo di alcol).

       Nella donna non gravida è consigliato di non assumere più di 1-2 unità alcolica giornaliera mentre in gravidanza la stessa quantità potrebbe causare problemi cognitivi e comportamentali nel bambino, iperattività, disturbi dell’attenzione, dell’apprendimento e delle relazioni affettive con la famiglia e con gli amici oltre ad esporlo in età adulta a problemi di alcolismo.

       Sia il consumo giornaliero di alcol che quello sporadico, ma abbondante rappresenta un rischio per lo sviluppo del feto e può influire in ogni momento della gravidanza, come:


  • Dismorfologie facciali e problemi cerebrali durante il primo trimestre di gravidanza
  • Deficit di crescita durante la seconda metà della gestazione
  • Alterato sviluppo del cranio nella quarta settimana di gravidanza
  • Difetti congeniti più gravi di norma subentrano nei primi tre mesi di gravidanza, periodo in cui si sviluppano gli organi del bambino e durante il quale spesso le donne sono ancora inconsapevoli del proprio stato.


       Da non dimenticare che il rischio sul feto esiste anche per le donne alcolizzate da tempo anche se interrompono di bere per tutta la durata della gravidanza.

Disordini feto-alcolici
       Alla fine degli anni 60 furono descritti per la prima volta gli effetti sul feto dell’alcol durante la gravidanza; da allora numerosi studi hanno definito meglio tutte le anomalie e le disabilità fisiche, mentali, comportamentali e sociali che possono presentarsi e che sono state incluse nel termine spettro dei disordini feto-alcolici (fetal alcohol spectrum disorder – FASD).

       Le disabilità primarie riflettono i principali danni nell’aspetto esteriore e le alterazioni neuropsicologiche rientranti nello spettro dei disordini feto alcolici. Essi includono:


  • Anomalie facciali
  • Ritardo nell’accrescimento
  • Difformità nello sviluppo neurologico del sistema nervoso centrale con disfunzioni comportamentali e cognitive.

       Le disabilità secondarie compaiono più tardi nel corso della vita e si ritiene siano il risultato di complicazioni dovute ai mancati accertamento e cura delle disabilità primarie.

Consistono in:


  • Problemi di salute mentale
  • Mancanza di vita autonoma
  • Problemi con il lavoro
  • Esperienza scolastica fallimentare
  • Problemi con la legge
  • Isolamento
  • Comportamento sessuale inappropriato

       Questi casi sono di difficile diagnosi e di conseguenza non sono trattati in modo appropriato; solo l’accertamento del danno prima dei 6 anni e un intervento mirato possono diminuire il manifestarsi delle disabilità secondarie ed attenuare la loro progressione.

Sindrome feto-alcolica
       La sindrome feto-alcolica (fetal alcohol syndrome – FAS) è la forma più grave del danno causato al feto dal consumo di alcol durante la gravidanza.

       È caratterizzata da scarsa crescita (prima e dopo la nascita), da anomalie della testa e del volto, da ridotta circonferenza del cranio, da difficoltà visive, dall'appiattimento della mascella e della mandibola con segni caratteristici nel viso come, ad esempio, pieghe agli angoli degli occhi, fessure oculari strette, strabismo, naso corto e piatto, labbro superiore sottile e di colore rosso vermiglio, solco tra naso e labbra (solco naso-labiale) allungato e piatto, fronte lunga e stretta.

       Sono presenti anche disturbi di tipo neurologico, problemi di comportamento e di apprendimento come iperattività, difficoltà nell’attenzione e nella memoria, disturbo del sonno, della parola e dell’udito, ritardo mentale, che si possono manifestare nel corso del tempo.

       Possono, inoltre, comparire malformazioni al cuore, problemi con i reni e le ossa, bassa statura e ridotto peso corporeo.

Evitare gli effetti dell’alcol sul feto
       Per evitare gli effetti dell’alcol sul feto bisogna evitarli dal momento in cui si programma una gravidanza e per tutta la sua durata. Se si è assunto molte quantità di alcol o si ha difficoltà a smettere è opportuno mettere subito a conoscenza il medico e farsi aiutare.

       Una prima diagnosi della sindrome feto-alcolica, anche se non definitiva, è possibile se presente: ritardo della crescita sia prima che dopo la nascita, caratteristiche fisiche specifiche, soprattutto della testa e del volto, disfunzioni del sistema nervoso centrale e danni conseguenti.

       Dopo i 5 anni possono essere rilevate le anomalie del comportamento e cognitive attraverso test specifici per stabilire una diagnosi e garantire al bambino l’accesso a programmi educativi e a servizi sociali.
     
       Poiché non si conosce la dose minima di alcol sufficiente a causare danni al feto, in gravidanza e quando si desidera avere un bambino non si deve consumare alcuna quantità di alcol.

Fonte https://www.nurse24.it/ostetrica/gravidanza/alcol-in-gravidanza-e-gli-effetti-sul-feto.html

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