venerdì 15 giugno 2018

SOS INFERTILITÀ – PSICOTERAPIA DI COPPIA

         L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), definisce sterilità la situazione di una coppia in cui uno o entrambi i membri sono affetti da una condizione fisica permanente che non rende possibile il concepimento.

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         Si parla, invece, di infertilità quando una coppia non riesce ad ottenere una gravidanza dopo un anno di rapporti costanti e non protetti. Il termine infertilità, quindi, al contrario di sterilità, non si riferisce ad una condizione assoluta, bensì ad una situazione generalmente risolvibile e legata ad uno o più fattori interferenti. L’infertilità viene quindi considerata una patologia e come tale può essere sottoposta a cura.

         La causa dell’infertilita’ può essere medica e/o psicologica. Fino a qualche tempo fa l’infertilità veniva considerata un problema esclusivamente fisico, ma oggi è noto che le componenti psicologiche giocano un ruolo importante non solo come elemento causale, ma, soprattutto, come conseguenza dell’iter diagnostico e terapeutico. Non è un caso, ad esempio, che molte coppie infertili che optano per l’adozione, poi riescono ad avere anche un figlio naturale: ciò dimostra come in queste situazioni la componente psicologica legata all’ansia o alle ripetute delusioni ha funto da fattore preponderante nella comparsa dell’infertilità. Per tale motivo è importante rivolgersi ad un terapeuta richiedendo un aiuto sia rispetto all’eliminazione di quelle ansie o quei pensieri che possono compromettere la fertilità, sia per ottenere un sostegno nel caso in cui la coppia decida di intraprendere un percorso di procreazione medicalmente assistita (PMA).

CONSEGUENZE PSICOLOGICHE E RELAZIONALI
         Se prima si riteneva che l’infertilità fosse una condizione tipica di un’ età avanzata, ora si riscontra questa condizione anche in coppie relativamente giovani. È proprio in queste ultime che l’infertilita’ determina una crisi identitaria e relazionale profonda, in quanto arriva inaspettatamente e viene vissuta come un’ingiustizia profonda, oltre che come un ciclone che sembra spazzare via in un attimo la spensieratezza della vita precedente.

         Le caratteristiche individuali e di coppia hanno un ruolo fondamentale in senso positivo o negativo sul modo in cui viene affrontata l’infertilità e sullo stato psichico conseguente. Infatti, in alcune situazioni si instaura un circolo vizioso in cui le scarse risorse individuali e/o relazionali non permettono una buona gestione dello stress, che a sua volta indebolisce ulteriormente la personalità dei membri della coppia. In questo modo le probabilità di successo al trattamento diminuiscono sensibilmente.

         Diversi studi hanno mostrato che la maggior parte degli individui infertili reagiscono alla diagnosi con alti livelli di ansia, sintomi depressivi, bassa soddisfazione nella vita, senso di colpa, inadeguatezza, problemi relazionali sia all’interno della coppia che fuori, problemi sessuali. L’infertilità, sia durante la diagnosi che durante il trattamento, può danneggiare pesantemente la qualità di vita mettendo a dura prova le risorse individuali e di coppia.


  • Nel momento in cui la gravidanza diventa un chiodo fisso, quasi un’ossessione, l’attività sessuale diventa spesso meccanica e sterile, tanto da genere disturbi sessuali come anorgasmia o eiaculazione precoce, o una drastica riduzione di attrazione reciproca e quasi il timore dell’intimità.
  • La mancanza di un figlio, oltre a generare sconforto, provoca nella coppia un forte timore del giudizio sociale col conseguente isolamento che potrebbe farsi via via più marcato. La donna sviluppa spesso una sorta di attenzione selettiva: ha l’impressione di incontrare ovunque passeggini o “pancioni”. Ogni volta che ciò accade si riapre la ferita e questo può portarla ad evitare determinati luoghi o persone .
  • Una diagnosi di infertilità comporta, dunque, un impatto sociale e culturale fortissimo: affrontare l’infertilità significa scontrarsi con un tipo di modello culturale che vede la coppia come base per evolvere in genitori, la donna come madre e l’uomo come padre. Sia per l’uomo e che per la donna significa rimettere in discussione la propria identità che non può più fondarsi sul proprio potere riproduttivo, ma deve essere rivista in altri termini. Stare in coppia senza avere figli significa affrontare un vero e proprio lutto e ridefinire un progetto di vita impegnandosi al fine di rinnovarlo insieme.
  • La diagnosi di infertilità genera spesso un forte senso di colpa. Nel tentativo di trovare un motivo, una responsabilità a questo evento si ripercorre a ritroso la propria vita o quella del partner, ci si chiede cosa sarebbe successo se fossero state fatte scelte diverse sia rispetto ai tempi di ricerca della gravidanza che riguardo l’iter medico seguito.
  • Si perde fiducia in se stessi, in quell’aspettativa basilare che permette di confidare in un ordine naturale in cui un corpo ha la funzione di procreare, che spetta a tutti. Un corpo che non risponde a queste aspettative è un corpo che “non funziona”.

LO STRESS DELLE CURE
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         La diagnosi di infertilità apre ad un mondo a cui una coppia non aveva mai pensato. Da una parte la speranza di risolvere questo doloroso “intoppo” nella vita sognata, dall’altra però lo stress delle cure che richiedono un’enorme forza di volontà, oltre che una certa disponibilità economica.

         Esistono numerose forme di trattamento che vanno dai metodi convenzionali, come le terapie ormonali o il timing dei rapporti, alle più avanzate tecniche di procreazione assistita. E’ bene però ricordare che queste tecniche sono molto invasive e possono avere anche effetti collaterali. Inoltre non garantiscono un risultato certo, si può incorrere in fallimenti che possono riaprire le recenti ferite della coppia, riacutizzando dolore e senso di inadeguatezza.

         Coloro che affrontano un percorso di inseminazione assistita si sentono un po’ come Davide contro Golia. Si trovano catapultati in un turbine di termini medici, visite, percentuali, statistiche, cure e via dicendo. Spesso la coppia procede lungo questo percorso, delineato dall’equipe, in modo confuso: difficilmente c’è qualcuno disposto a conceder loro quell’attenzione in più che tali percorsi meriterebbero di avere. Spesso vengomo utilizzati linguaggi e atteggiamenti distaccati o troppo medicalizzato: non si dà abbastanza spazio all’emotivita’ e ai tempi di cui ciascuna coppia necessita per “digerire” le diverse diagnosi che incontra lungo il percorso. La coppia inizia allora a navigare sul web in cerca di altre storie di coppie che, come loro, si trovano ad affrontare questo momento difficile. Ci si fa coraggio a vicenda, si cerca di carpire e copiare le scelte di coloro che ce l’hanno fatta, si stringono amicizie virtuali. Il web diventa per tanti l’unico spazio dove ci si sente capiti, dove poter raccontare ciò che sta realmente accadendo nella propria coppia, dove trovare speranze e informazioni utili. A volte, però, il ricorso al web può essere controproducente: può diventare una fonte ulteriore di ansia per via del confronto con chi ce l’ha fatta o per via dell’identificazione con sintomi o storie narrate.

LA PSICOTERAPIA DI COPPIA
         Potersi affidare ad un percorso di terapia di coppia in questi casi è fondamentale.

         Laddove le cause dell’infertilità non trovassero riscontri medici, il percorso di psicoterapia può essere utile alla coppia per identificare e elaborare gli stati d’animo che fungono da ostacolo alla procreazione. A volte, infatti, timori inespressi, traumi infantili, rapporti deleteri con i propri genitori o problematiche di coppia possono comportare delle ferite emotive che sfociano in problematiche legate alla fertilità e alla sessualità.

         Nel caso in cui si riscontrino cause di tipo medico legate all’infertilità e la coppia decida di intraprendere un percorso di procreazione medicalmente assistita, l’obiettivo del percorso terapeutico è quello di aiutare la coppia ad accettare la diagnosi, sostenerla nel percorso, ma soprattutto accompagnarla nell’elaborazione del lutto in caso di insuccesso. Senza un’adeguata accettazione e elaborazione, non può esserci, in quest’ultima situazione, spazio per un nuovo progetto all’interno della coppia. In caso di successo dei trattamenti di procreazione assistita il percorso terapeutico può aiutare la coppia ad affrontare le ansie nel diventare madre/padre/genitori che spesso sono più elevate rispetto a chi non ha avuto problemi nel realizzare la gravidanza.

         Nel percorso di procreazione assistita, l’attività di consulenza psicologica va quindi di pari passo con i tre passaggi fondamentali che una coppia attraversa durante la PMA:

1) DECISIONALE:
prima dell’inizio del trattamento, è necessario trovare uno spazio per elaborare il momento negativo, riconoscendone le difficoltà e accettandone le emozioni. Qualsiasi negazione del dolore porterà ad un sfogo deleterio, che ricadrà inevitabilmente sulla coppia.  La psicoterapia fornisce gli strumenti utili ad elaborare tutti i risvolti emotivi e relazionali della decisione di intraprendere un percorso di Pma;

 2) DI SOSTEGNO:
accompagna la coppia nei momenti di difficoltà e di decisioni difficili durante la Pma;

 3) TERAPEUTICA:
si aiuta la coppia o il singolo a far fronte alle conseguenze negative della diagnosi di infertilità. In caso di un’eventuale fallimento del trattamento, la psicoterapia diviene invece lo spazio nel quale trovare contenimento al dolore e coraggio nell’intraprendere nuove strade, che siano esse legate a nuovi tentativi, a percorsi alternativi come l’adozione o a progetti diversi da quello di avere un figlio.

Fonte: http://studiodianagiobbi.com/2018/03/03/infertilita-psicoterapia-di-coppia/

1 commento:

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